18 Sep, 2025 - 23:00

Ladri fantasma al Trasimeno: hanno rubato 100 mila euro ma sono scomparsi

Ladri fantasma al Trasimeno: hanno rubato 100 mila euro ma sono scomparsi

Il Tribunale di Perugia, teatro questa mattina dell’udienza sulle indagini collegate ai furti aggravati commessi al lago Trasimeno. Il giudice ha dichiarato "non doversi procedere" nei confronti dei due imputati – un romeno di 30 anni e un romeno di 34 anni, difesi dall’avvocato Roberto Quirini – dopo che le ricerche volte a rintracciarli si sono rivelate vane.

Entrambi i sospetti sono considerati al momento "irreperibili": il procedimento penale sarà riaperto se e quando dovessero essere catturati. L’udienza si è quindi conclusa con la sospensione del processo in attesa di sviluppi futuri.

Processo a Perugia sospeso per i due ladri irreperibili

La Procura di Perugia contesta ai due una serie di furti aggravati messi a segno tra maggio e giugno 2023 nell’area del Trasimeno. Secondo l’accusa, la scorribanda è iniziata il 29 maggio in una carrozzeria di Pozzuolo Umbro: i due avrebbero forzato il cancello esterno rubando un furgone Fiat Doblò intestato all’officina e un’Opel Astra parcheggiata per le riparazioni. Poco dopo, i presunti ladri si sarebbero spostati verso una sala giochi di Castiglione del Lago, facendo irruzione con un autocarro e abbattendo le porte dopo aver manomesso il cancello. Grazie a questo sfondamento, hanno potuto penetrare all’interno della sala slot.

La scelta dei bersagli, sottolineano gli inquirenti, non è stata casuale. Officine meccaniche e sale slot, infatti, sono considerate obiettivi appetibili per chi cerca denaro contante o mezzi di trasporto da utilizzare come supporto logistico per altre azioni criminose. La dinamica dei furti, caratterizzata da violenza sulle cose e capacità organizzativa, lascia pensare a una conoscenza pregressa dei luoghi colpiti.

Furti al Trasimeno: bottino da oltre 90mila euro

All’interno della sala slot è stato trafugato un bottino di portata eccezionale: i due indagati avrebbero portato via due cambiamonete con circa 10 mila euro complessivi, oltre a una cassaforte contenente 80 mila euro in contanti e sette assegni postali. Complessivamente, il colpo sarebbe stato valutato dagli inquirenti in quasi 100 mila euro. Secondo la Procura, dopo aver depredato la sala giochi i presunti banditi hanno proseguito la loro notte di furti: hanno utilizzato le chiavi trovate nell’ufficio della carrozzeria per rubare un altro furgone, anch’esso utilizzato per la fuga. Nella stessa notte avrebbero tentato un ulteriore colpo: scavalcata la recinzione di un altro capannone e perlustrato ripetutamente il piazzale, sono stati messi in fuga dall’arrivo di una guardia giurata.

Questi episodi, che hanno creato forte allarme tra imprenditori e cittadini della zona, si inseriscono in un contesto più ampio di criminalità predatoria. Gli esercenti delle aree industriali e commerciali del Trasimeno, in particolare, hanno più volte segnalato la necessità di una maggiore vigilanza, soprattutto nelle ore notturne. La gravità dei danni materiali, unita alle perdite economiche, ha contribuito ad alimentare un clima di insicurezza diffuso.

Una BMW X6 rubata come auto della fuga

Gli investigatori hanno accertato che i due imputati viaggiavano a bordo di una BMW X6, autovettura rubata il 1° maggio scorso da un circolo nautico in provincia di Lucca. Questo è presumibilmente il mezzo utilizzato per effettuare con rapidità la serie di furti. La circostanza rafforza l’ipotesi che i due facessero parte di un gruppo ben organizzato, capace di spostarsi velocemente tra Toscana e Umbria, scegliendo obiettivi considerati vulnerabili.

In tribunale è emerso che entrambi i sospetti sono da tempo senza fissa dimora e risultano tuttora "irreperibili". Per questo motivo il giudice ha sospeso l’udienza: la sentenza di "non doversi procedere" è stata pronunciata di fronte alla prova dell’effettiva latitanza. Resta comunque grave il quadro accusatorio: la Procura di Perugia sottolinea che le imputazioni sono aggravate dalla violenza sulle cose e dal concorso con altri complici non ancora identificati.

Le indagini della Procura di Perugia sui colpi

La Procura continua a lavorare per individuare eventuali complici e chiarire la rete di collegamenti che avrebbe permesso ai due di mettere a segno più colpi in una sola notte. Gli inquirenti non escludono che dietro i furti ci fosse una vera e propria organizzazione specializzata in assalti a officine e sale slot, capace di muoversi rapidamente tra diverse regioni. L’attenzione resta alta soprattutto nella zona del Trasimeno, già in passato bersaglio di episodi simili.

Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli stradali e le attività di pattugliamento, nella speranza di rintracciare i due latitanti. La collaborazione con altri comandi provinciali, sia umbri che toscani, è costante, e mira a ricostruire tutti gli spostamenti dei sospetti nei giorni immediatamente precedenti e successivi ai furti.

Sicurezza e allarme sociale nel territorio

La vicenda dei furti al Trasimeno e la sospensione del processo hanno riportato all’attenzione il tema della sicurezza nelle aree periferiche e industriali. Le associazioni di categoria chiedono maggiori investimenti in videosorveglianza e illuminazione, strumenti ritenuti utili per scoraggiare i malintenzionati. Anche i sindaci dei comuni interessati, nei mesi successivi ai fatti, avevano invocato una maggiore presenza di pattuglie nelle ore notturne.

Il caso di oggi, con i due imputati ancora latitanti, accende i riflettori su una questione che resta centrale per la comunità: garantire protezione alle imprese e ai cittadini di fronte a episodi di criminalità organizzata, che spesso si muove in modo rapido e difficilmente prevedibile.

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Francesca Secci
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