La città di Gubbio è stata recentemente teatro di un evento geologico significativo: una voragine si è aperta in Corso Garibaldi, rivelando una complessa rete di cavità sotterranee che ha sollevato interrogativi sulla stabilità urbana e sull'origine di questi fenomeni.
Nel mese di ottobre 2024, una voragine di circa cinque metri di diametro si è aperta in Corso Garibaldi, una delle principali arterie del centro storico di Gubbio. Le prime indagini hanno evidenziato che la cavità si estendeva fino a otto metri di profondità, con un ramo che si dirige verso Via Camilla Boncompagni a una profondità simile.
Le indagini preliminari hanno suggerito che la voragine potrebbe essere stata causata dalla rottura di una condotta dell'acqua, che ha eroso la parte superiore di una cavità preesistente, ampliandola fino al cedimento del manto stradale. Questo fenomeno rientra nella categoria dei "sinkhole antropogenici", ovvero sprofondamenti originati da cavità realizzate dalle attività umane.
Una delle ipotesi avanzate riguarda la possibilità che la cavità fosse originariamente una neviera, ovvero una struttura utilizzata in passato per conservare la neve durante i mesi invernali, al fine di disporre di ghiaccio durante l'estate. Le neviere erano spesso scavate nel sottosuolo o costruite con materiali isolanti per mantenere basse temperature al loro interno. Questa pratica era diffusa in molte regioni italiane fino all'avvento della refrigerazione moderna.
Per comprendere l'estensione e la conformazione della cavità, sono state eseguite prospezioni con una telecamera filoguidata, che hanno permesso di delineare una mappatura dettagliata del sottosuolo interessato. Le rilevazioni hanno confermato la necessità di un intervento strutturale significativo: l'impresa incaricata ha stimato che saranno necessari almeno 300 metri cubi di calcestruzzo l'equivalente necessario a costruire una palazzina, per riempire la voragine e consolidare la strada soprastante.
La voragine di Corso Garibaldi ha riportato l'attenzione sulle numerose cavità sotterranee presenti nel territorio di Gubbio. La città è nota per la presenza di grotte e cunicoli che testimoniano una lunga storia di interazione tra l'uomo e il sottosuolo. Ad esempio, il "vicolo sotterraneo" è un breve tratto di un antico vicolo che collegava la chiesa di San Giovanni Battista con l’attuale via della Repubblica, coperto dopo i lavori di realizzazione della nuova piazza della chiesa nella seconda metà dell'800.
Inoltre, le "Grotte di Gubbio" sono addirittura menzionate nelle Tavole Eugubine, antichi testi protoummbri che fanno riferimento a cavità utilizzate per scopi rituali o pratici.
L’ipotesi che la cavità di Corso Garibaldi fosse una neviera riporta alla memoria un capitolo affascinante della storia culinaria italiana: la nascita del gelato. Nel Rinascimento, il ghiaccio conservato nelle neviere era un bene prezioso, utilizzato per raffreddare bevande e creare sorbetti che sarebbero poi diventati i primi gelati moderni.
Si ritiene che il gelato, così come lo conosciamo oggi, abbia avuto origine nel Cinquecento grazie all’inventiva del cuoco fiorentino Bernardo Buontalenti, che sperimentò nuove tecniche per mescolare neve e frutta con latte e miele, creando un dolce rinfrescante destinato a divenire celebre in tutta Europa. Queste preparazioni, inizialmente riservate alle corti nobiliari, divennero sempre più popolari fino a diffondersi a livello internazionale.
La presenza di cavità sotterranee rappresenta sia una ricchezza culturale sia una sfida per la sicurezza urbana. Eventi come la voragine di Corso Garibaldi evidenziano la necessità di monitorare e mappare accuratamente il sottosuolo urbano per prevenire cedimenti improvvisi. L'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha recentemente reso disponibile il Geodatabase Nazionale delle Cavità Artificiali (GNCA), che raccoglie dati sulle cavità antropiche presenti sul territorio nazionale, fornendo uno strumento utile per la gestione del rischio geologico.
La voragine di Corso Garibaldi denuncia l'importanza di una gestione attenta del patrimonio sotterraneo delle nostre città. La conoscenza e la conservazione delle cavità esistenti non solo contribuiscono alla sicurezza pubblica, ma valorizzano anche la storia e la cultura locali, offrendo opportunità per il turismo e l'educazione. La possibile connessione con un’antica neviera aggiunge un ulteriore elemento di interesse storico e culturale, collegando l’evento geologico alla storia del gelato e all’importanza della conservazione del ghiaccio nell’antichità.
La gestione del rischio e la tutela delle cavità sotterranee rimangono questioni prioritarie per le amministrazioni locali, affinché episodi simili non si ripetano e affinché il ricco patrimonio sotterraneo di Gubbio possa essere preservato e valorizzato.