La Torre dei Lambardi , nel lontano 19 ottobre del 2003, veniva restituita alla collettività quale monumento simbolo di Magione e della sua storia. Nella giornata di ieri ( ndr 20 aprile) si sono articolati numerosi interventi a partire dalle ore 16, nel ripercorre la storia e le fasi del restauro fino gli attuali interventi che uniscono il passato del monumento al futuro grazie all’uso delle più moderne tecnologie.
Dopo un lungo periodo di abbandono, che fece temere per le sorti della struttura, e un complesso recupero architettonico, durato due decenni durante i quali rimase prigioniera dei ponteggi e delle impalcature, la Torre ora è pronta a diventare parte qualificante del patrimonio culturale e museale del comune di Magione.
La Torre dei Lambardi, dallo stato di abbandono a sede espositiva con le più moderne tecnologie.
Nel corso del pomeriggio di ieri, i protagonisti di quel periodo, hanno ricordato le diverse fasi del restauro e gli studi ad esso legati, arrivando, per l’attualità, alle testimonianze contemporanee con la storia che la Torre sta scrivendo oggi, quale prestigiosa sede espositiva che ha fatto dell’innovazione un valore capace di saldare il passato al presente-futuro.
Un’occasione per festeggiare i vent’anni della “moderna” Torre dei Lambardi, grazie alla testimonianza di Bruno Ceppitelli, allora sindaco di Magione e artefice del recupero, e di Francesco Girolmoni che alla Torre ha dedicato puntuali ricerche d’archivio sul tema “Un lungo inverno e due decenni di “prigionia” (1983-2003)”.
È stato anche un momento di riflessione sulla figura di fra Giovanni da Pian di Carpine, e sull’eccezionalità dei tempi che si trovò a vivere, attraverso il serrato dialogo di due grandi firme della medievistica contemporanea: Federico Canaccini (Università Pontificia Salesiana) e Lorenzo Pubblici (Università di Napoli l’Orientale), stimolato dallo storico Jacopo Mordenti nell’incontro “Ad Tartaros. Fra’ Giovanni da Pian di Carpine e la variabile mongola tra missione, guerra e diplomazia”.
Sono stati proiettati in anteprima due docufiction appositamente realizzate per il nuovo sistema di videomapping immersivo: una dedicata alla storia della Torre e un’altra al viaggio oltre i confini del mondo di Fra’ Giovanni.Dopo il Museo della pesca e del Lago Trasimeno, così anche la Torre dei Lambardi diventa contenitore museale 4.0, con l’installazione di un sistema di videomapping immersivo di grande formato, che trasforma le architetture dell’edificio in altrettanti elementi di una narrazione spettacolare e coinvolgente.
Focus sulla figura di Fra Giovanni con due grandi firme della medievistica contemporanea
La tecnologia sfrutta un apparato di 4 proiettori laser posizionati tra il primo piano e il mezzanino, inseriti nelle strutture in acciaio che definiscono i marcapiani, insieme a impianto audio e dispositivi di attivazione e controllo su due postazioni indipendenti. La proiezione in videomapping consente di sfruttare l’intera parete frontale a volta, alta oltre 9 metri, insieme alle volticine laterali, creando una superficie di proiezione straordinariamente suggestiva, capace di dialogare con gli elementi architettonici della torre, fatta di pieni e vuoti, pilastri aggettanti, aperture e costoloni.
Anche in questa occasione, infatti, lo spazio espositivo della Torre non ha mancato di presentare sfide tecnico-logistiche importanti, a partire dalla necessità di posizionare tutti gli apparati quanto più possibile invisibili rispetto allo spazio architettonico, senza interferire con i paramenti murari interni, oltre alla complessa mappatura iniziale delle superfici di proiezione. A differenza del Museo infatti, in questo caso si è trattato di “correggere” tutte le possibili distorsioni ottiche che l’architettura medievale presentava, andando poi a selezionare i diversi “spicchi” di proiezione o escludere quelli nulli, come le finestre, al fine di integrarne tutti gli elementi in maniera fluida e naturale.
Completa il progetto la realizzazione di una Virtual experience immersiva che attraverso l’uso dei visori di tipo Carboard porta il visitatore, una volta salito sulla sommità della torre, in un viaggio indietro nel tempo, nelle principali fasi storiche che hanno caratterizzato la storia di Pian di Carpine, mediante ricostruzioni virtuali attivabili con il proprio smartphone attraverso un apposito pannello dotato di codice Qrcode.
Questo nuovo intervento di valorizzazione dei siti museali (per un investimento di quasi 40mila euro) consentirà di raccontare in modo estremamente spettacolare e coinvolgente, attraverso minidocufiction con attori, animazioni e ricostruzioni, due capitoli importanti della Magione medievale: la storia della Torre, del Castello dei cavalieri di Malta e dell’Ordine stesso, e la straordinaria missione di Fra’ Giovanni presso i Tartari.