Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle storie, delle curiosità e delle tradizioni che fanno del Carnevale umbro una delle celebrazioni più attese e affascinanti, capace di coinvolgere e divertire persone di tutte le età. Nell’approfondimento di oggi, puntiamo i riflettori su uno dei protagonisti più iconici del panorama carnevalesco regionale: Chicchirichella, il brillante e scanzonato liutista del rione Castelluzzo. Compagno inseparabile di avventure rocambolesche e rivale in amore di Nasoacciaccato, con cui si contende il cuore della bella Rosalinda, Chicchirichella rappresenta l’essenza più vivace e giocosa del Carnevale. In questo articolo esploreremo le origini della sua maschera, i tratti distintivi del suo personaggio e il ruolo unico che lo ha reso una delle figure più amate del Carnevale umbro.

Chicchirichella: l’astuto liutista simbolo del Carnevale umbro

Nata nel suggestivo rione Castelluzzo di Avigliano Umbro, Chicchirichella è una maschera iconica della commedia dell’arte, emblema dello spirito vivace e scanzonato del Carnevale umbro. Sempre accompagnato dal suo inseparabile liuto, che porta a tracolla con disinvoltura, Chicchirichella anima le giornate con la sua musica e il suo carattere esuberante.

Il suo talento canoro, però, si esprime solo al mattino: la sera, infatti, è già preda delle sue scorribande tra calici di vino e risate. Infilata con cura nel cappello, una piuma d’oca lo accompagna ovunque, pronta a trasformarsi in penna per comporre canzoni estemporanee, che raccontano la vita con ironia e leggerezza.

Chicchirichella incarna l’astuzia e la vivacità: è intelligente, rapido di mente, spiritoso e imprevedibile, ma anche capriccioso e svogliato. Sopravvive grazie alla sua musica e a mille espedienti, senza mai prendersi troppo sul serio. Il suo abbigliamento riflette l’umiltà delle sue radici: un vestito cucito con la stoffa a righe usata per i materassi contadini umbri, simbolo di una semplicità che diventa tradizione.

Le sue origini affondano nelle terre umbre e oltre: il padre proviene da Narni, la madre da Santa Restituta, mentre i nonni si dividono tra Taizzano, Orte, Amelia, Guardea e Montecastrilli. Un personaggio che non è solo maschera, ma un intreccio di storie, culture e luoghi, capace di rappresentare l’identità collettiva di un’intera comunità.

Un compositore astuto e arguto, ma dal carattere tutt’altro che irreprensibile

La strada è il suo regno, la musica la sua lingua, e la libertà la sua unica vera condizione. Creativo, vivace e dotato di una vivace intelligenza, Chicchirichella incarna la figura dell’artista irriverente, il cui spirito giocoso e stravagante si esprime attraverso le note del suo inseparabile liuto, una sorta di “coperta di Linus” che lo rassicura. La sua musica, scritta con la piuma d’oca che tiene sempre nel cappello, è il riflesso della sua natura irrequieta e imprevedibile.

La sua esistenza, alimentata da espedienti, lo porta spesso a trascorrere le sue giornate all’osteria del Cicchio in compagnia del suo fidato amico Nasoacciaccato. Sebbene si faccia trascinare dalla passione per la vita, il suo vizio per l’alcol, che lo rende quasi sempre ubriaco la sera, diventa il suo rifugio dai limiti e dalle incertezze che lo frenano, ostacolando anche la possibilità di un vero legame con Rosalinda, di cui è innamorato, ma che divide con il suo rivale in amore.

Le peculiarità stilistiche e le caratteristiche distintive della maschera e del costume di Chicchirichella

Il costume di Chicchirichella è un perfetto equilibrio tra semplicità e stravaganza, con i suoi colori caldi e terrosi: arancio e avorio. La giacca, accompagnata da pantaloni che arrivano fino al ginocchio, è realizzata in un tessuto a rigoni, evocativo della tradizione contadina umbra, con tonalità che vanno dall’avorio al marrone ruggine. Un cinturone di cuoio stringe la giacca ai fianchi, mentre una piccola borsa, detta scarsella, custodisce i suoi pochi averi.

Sovrastato da un cappello aranciato, con una lunga falda che si piega elegantemente sulla fronte, Chicchirichella porta sempre con sé una piuma d’oca infilata lateralmente: un dettaglio che non è solo ornamentale, ma funzionale, visto che gli serve per scrivere le sue canzoni. Un corto mantello color ruggine svolazza alle sue spalle, mentre il collo bianco, arricchito da un piccolo pizzo che richiama la gorgiera, aggiunge un tocco di eccentricità al suo look.

La maschera in cuoio, di un profondo marrone scuro, è dominata da un naso lungo e appuntito, una caratteristica che rimanda agli archetipi della commedia dell’arte. Questo costume, che affonda le sue radici nel tardo XVII secolo, riflette perfettamente il suo status di artista: sobrio, ma al contempo ricco di dettagli che rivelano la sua personalità vivace, giocosa e imprevedibile.