È partita in grande la nuova stagione di Sentieri del Cinema al Politeama di Terni. Dopo l’apertura con Zurlini, proseguono gli appuntamenti con i capolavori del cinema restaurato. Domani sera, martedì 15 ottobre, sarà la volta di Yojimbo, La sfida del samurai film del 1961 di Akira Kurosawa, proposto in lingua originale con sottotitoli. Come di consueto alle 20:45 ci sarà l’introduzione alla visione a cura di Sentieri del Cinema e a seguire la proiezione.

Il film giapponese che ispirò Per un pugno di dollari di Sergio Leone

Il film di domani è stato preceduto nei giorni scorsi da Per un pugno di dollari di Sergio Leone che si ispirò proprio all’opera del maestro giapponese. Una sorta di tandem ideale che Sentieri del Cinema ha proposto agli spettatori accostando i due capolavori. “Per un pugno di dollari non esisterebbe senza Yojimbo – La Sfida del samurai” scrive nella nota di presentazione Mariarita Fedrizzi, l’anima di Sentieri del Cinema.

Nel film di Kurosawa il protagonista è un samurai vagabondo “senza padrone e senza radici, in cerca di ingaggio come guardia del corpo del miglior offerente. Poche parole, cinico e sprezzante, armato della invincibile katana, soffia sul fuoco della guerra civile per ricavarne maggiori vantaggi per sé. Si muove con cipiglio sicuro fra bande armate, semina lo scompiglio, assiste divertito dalla torre campanaria agli scontri fra le due bande che si contendono il potere, patteggia compensi stratosferici, salvo poi passare a chi offre di più“.

Ma il caotico samurai di Kurosawa rivela anche aspetti profondamente umani che ne fanno una delle figure più indimenticabili della storia del cinema. “Eppure questo machiavellico personaggio – scrive ancora Fedrizzi – a cui Mifune dà magnifica prestanza, agilità e ironia, non è immune da spinte umanitarie, e quel “pugno di yen” che guadagna lo lascerà alla disgraziata famiglia che salverà da sicura rovina, rischiando così la pelle in un pestaggio memorabile dal quale risorgerà però al momento giusto (“mi basta dormire tre giorni per risorgere”) riapparendo tra nuvole di foglie e polvere, in una sequenza finale indimenticabile, in fondo alla strada… Una storia che contiene un mix di “avventura, ritualità e ironia” che Leone non poteva non apprezzare e alla quale si ispirò per il suo capolavoro“.

La sfida del samurai al Politeama. Fedrizzi: “Un film che parla di uno sdoppiamento”

Per farci dare qualche anticipazione sulla proiezione di domani sera, abbiamo contattato Mariarita Fedrizzi che in esclusiva ci ha rivelato degli aspetti su cui riflettere. “Rivedere oggi La sfida del samurai e confrontarlo (anche solo idealmente) con il capolavoro di Leone credo significhi rendersi conto di trovarsi in presenza di uno dei casi più felici di trasposizione cinematografica dell’intera storia del cinema: Leone mutua lo spunto di base dal film del maestro giapponese per poi discostarsene sensibilmente anche nello spirito“.

Credo che il film di Kurosawa offra anche una interessante chiave di lettura della storia del Giappone. Il suo protagonista è come sdoppiato. Da una parte quello che vediamo è un samurai che porta scompiglio e caos, che si vende al miglior offerente per denaro, che agisce in nome del proprio tornaconto: comportamenti e modi di agire che rappresentano il Giappone postbellico, in cui erano entrate pesantemente le influenze di un Occidente tutto proteso al guadagno, povero di valori morali; dall’altra, questo stesso samurai si pone dalla parte dei più deboli e libera una donna e una madre di famiglia sequestrata da una delle figure di spicco delle due bande che si contendono il territorio: un atteggiamento e un modo di agire che ci riportano indietro nel tempo, all’antico Giappone, in cui il senso morale, l’onore, la dignità erano valori assoluti, per cui vivere e morire“.

La visione del film è vietata ai minori di 14 anni.