La polemica sul minimetrò continua a infiammare gli animi in campagna elettorale. Le prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno sono sempre più vicine e il trasporto pubblico nel capoluogo è diventato uno degli argomenti caldi del confronto tra le due colazioni di centrodestra e centrosinistra. Nei giorni scorsi, pesanti erano state le osservazioni che Margherita Scoccia, candidata sindaco per il centrodestra e i civici, aveva mosso nei confronti del minimetrò.

In un lungo e dettagliato intervento Scoccia, attuale assessore all’Urbanistica della giunta Romizi, l’aveva definito senza tanti fronzoli “il brucomela della sinistra“, un’opera che costa ben 21mila euro al giorno al Comune suddivisi per 0,12 euro che ogni perugino pagherebbe quotidianamente, per quasi trent’anni.

Inaugurato nel 2018 dalla giunta di centrosinistra, Scoccia ha parlato del minimetrò come di un flagello per le casse comunali “costato ben 103 milioni di euro […] un fallimento clamorosofrutto delle “scelte sbagliate del passato” per un’opera che non sarebbe particolarmente performante, che non viene demolita, dice Scoccia, perché i costi dello smaltimento graverebbero ulteriormente sulle tasche dei cittadini. “Un insuccesso sotto ogni punto di vista” secondo la candidata sindaco, che sostiene anche come la metropolitana leggera oltre che rumorosa, sarebbe anche scarsamente utilizzata dai perugini.

È una struttura molto costosa che pesa sul bilancio dell’amministrazione per circa 7,5 milioni di euro l’anno” aveva rimarcato Scoccia “una cifra difficile da sostenere, risorse che in questi anni purtroppo non abbiamo potuto impegnare per altri servizi, come ad esempio la manutenzione delle strade, per la quale se avessimo avuto maggiore liquidità gli investimenti sarebbero stati certamente superiori.”

Minimetrò: Leonelli risponde a Scoccia

Alle accuse mosse da Scoccia ha risposto Giacomo Leonelli, coordinatore di Pensa Perugia, la piattaforma di idee che raggruppa Azione, +Europa, i Socialisti e Laboratorio Civico a sostegno della candidatura di Vittoria Ferdinandi, l’altra aspirante prima cittadina di Perugia, in rappresentanza della coalizione di centrosinistra. Leonelli, ha definito “violento” l’attacco di Scoccia al minimetrò e le ha risposto ponendo dei quesiti.

Secondo Leonelli, se i problemi legati al minimetrò erano così evidenti, “la giunta di cui lei (Scoccia) ha fatto significativamente parte, perché non ha mosso un dito in tutti questi anni?“. Leonelli ha fatto notare a Scoccia che, nonostante siano trascorsi tre lustri dall’inaugurazione, nessuno avrebbe mai interpellato l’azienda realizzatrice per l’efficientamento dell’opera “per innovare tecnologicamente l’infrastruttura, per renderla meno costosa dal punto di vista dei costi energetici, meno rumorosa e più performante“. Accorgimenti che secondo Leonelli, avrebbero consentito di prolungarne l’orario di apertura. Così mentre in regioni come il Trentino Alto Adige, hanno trasporti su fune efficienti proprio grazie a manutenzioni puntuali, il minimetrò perugino sarebbe rimasto indietro.

L’alternativa di Scoccia al minimetrò che non convince Leonelli

Scoccia, sottolineando che i perugini finiranno di pagare la metropolitana leggera soltanto nel 2037, aveva proposto una soluzione alternativa, che non graverebbe sui cittadini perché interamente finanziata dai fondi del Pnrr. Si tratta di un nuovo progetto di trasporto urbano che “collegherà la stazione di Fontivegge con Castel del Piano passando per l’ospedale Santa Maria della Misericordia.” Leonelli, da parte sua è intervenuto anche su questo punto, contestando a Scoccia l’effettiva utilità della misura proposta.

Leonelli ha evidenziato come il minimetrò passi ogni venti secondi e serva circa 40mila residenti tra Ferro di Cavallo, Madonna Alta, Case Bruciate e il centro storico, mentre il Brt – Metrobus proposto da Scoccia, passerebbe ogni dieci minuti e servirebbe 22mila persone. “Come mai dovrebbe essere più funzionale?” ha chiesto Leonelli. Il coordinatore di Pensa Perugia, ha concluso ponendo in rilievo che l’opera nel programma di Scoccia, sarebbe tutt’altro che gratuita e costerebbe invece ai cittadini oltre cento milioni di euro.