23 May, 2025 - 12:10

La memoria ritrovata: il ritorno della Madonna del Melograno a Gubbio. L’intervento del Tenente Colonnello Diego Polio

La memoria ritrovata: il ritorno della Madonna del Melograno a Gubbio. L’intervento del Tenente Colonnello Diego Polio

"La grande soddisfazione del nostro lavoro sta in questo: restituire a una comunità un pezzo di memoria trafugata". Con queste parole cariche di emozione, il Tenente Colonnello Diego Polio, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri del Lazio, ha aperto il suo intervento nell'ambito del convegno  “La Madonna del Melograno, furto e recupero di una tavola del XV secolo”, tenutosi giovedì 22 maggio presso il Complesso di San Benedetto, e si inserisce nel programma nazionale de “Il Maggio dei Libri”.

Il dipinto, scomparso nel 1979 in circostanze rocambolesche dalla Pinacoteca comunale, è finalmente tornato a casa nel dicembre 2024, grazie all’intervento dei Carabinieri TPC, alla sensibilità di due cittadini, uno di nazionalità tunisina, l'altro itaiano di Imola, e alla sinergia tra forze dell’ordine, studiosi e istituzioni.

Il furto del ’79: calati con la fune

L’opera, custodita nella Pinacoteca comunale del Palazzo dei Consoli, fu trafugata nel 1979 da ignoti ladri che si introdussero all’interno del museo “calandosi con una fune, come si vede nei film”, ha ricordato Polio con ironia, ma anche con un chiaro e bonario invito all’amministrazione comunale: «Mi raccomando, sindaco, vediamo le misure di sicurezza, allarmi antifurti, collegamenti con le forze dell’ordine».

Nonostante l’eco del furto e la campagna stampa che ne seguì, i malviventi non riuscirono mai a piazzare il dipinto. E come spesso accade in questi casi, l’opera finì abbandonata in uno scantinato

Il ritrovamento: il coraggio del senso civico

Il cuore della vicenda si trova però nel gesto di due cittadini:  Marco Minghetti e  Mourad Ghammam. Sono loro, racconta Polio con riconoscenza, ad aver avuto “la sensibilità di capire che si trovavano di fronte a qualcosa di importante” e ad aver allertato le autorità competenti. Non un gesto scontato, ma una prova concreta di senso civico.

«In questo caso gli investigatori veri sono loro, quelli seduti in prima fila», ha detto indicando i due protagonisti. È stato il signor Minghetti a contattare il Nucleo Carabinieri di Perugia, che ha poi passato la competenza territoriale al Nucleo di Bologna, data la residenza del segnalante.

La banca dati: l’arma segreta dei Carabinieri TPC

Dalla cantina di un privato al riconoscimento ufficiale, il passo non è immediato. È qui che entra in gioco la tecnologia e l’expertise italiana. Il Tenente Colonnello Polio ha sottolineato con orgoglio “l’arma segreta” dei Carabinieri: la banca dati delle opere d’arte rubate, la più grande al mondo, con oltre otto milioni di registrazioni. «La banca dati di Interpol – ha sottolineato – è stata costruita sulla base della nostra».

In questo caso specifico, l’opera era effettivamente registrata, con una descrizione compatibile. «Purtroppo – ha aggiunto – spesso non abbiamo immagini delle opere trafugate, soprattutto se sottratte prima dell’era digitale. Per questo invitiamo musei e comuni a compilare schede descrittive accurate da inserire in banca dati».

La prova dell’identità: quattordici punti di corrispondenza

L’analisi dell’opera ha richiesto la competenza di storici dell’arte e di esperti scientifici. Sono stati individuati ben 14 punti di corrispondenza con la descrizione originaria dell’opera, una sorta di “impronta digitale” della Madonna del Melograno. "Per le impronte digitali servono almeno 16 punti per avere certezza assoluta – ha spiegato Polio – ma in questo caso, i 14 individuati sono risultati più che sufficienti per l’attribuzione".

Grazie a questo riscontro, e dopo le necessarie verifiche giudiziarie, il dipinto è stato formalmente riconosciuto come l’originale trafugato nel 1979.

Restituire, non punire: la missione dei Carabinieri TPC

L’intervento del Tenente Colonnello si è caricato di un tono profondamente umano e istituzionale nel momento in cui ha ricordato la vera missione del Nucleo: "A noi non interessa tanto mandare in carcere gli autori di questi reati, anche se sono gravi. Il nostro core business è la restituzione, è il recupero".

In questa frase si riassume il senso profondo del lavoro svolto quotidianamente dai Carabinieri TPC: non la vendetta, ma la giustizia culturale. Restituire un’opera d’arte a una comunità significa restituirle parte della sua identità e del suo passato.

La memoria che ritorna: ottobre 2024

Nel nese di ottobre del 2024, a 45 anni esatti dal furto, la Madonna del Melograno è stata ufficialmente restituita alla comunità di Gubbio. Un evento che ha coinvolto istituzioni, cittadini, studiosi e forze dell’ordine. Ma anche un momento di riflessione sul valore della memoria collettiva, sulla responsabilità civica e sulla necessità di proteggere il nostro patrimonio culturale.

«Spesso le opere rubate si ritrovano nei posti più impensabili», ha detto Polio. Eppure, a volte, “buttate in mezzo alla roba” in una cantina, riescono a tornare a splendere grazie al lavoro silenzioso e tenace di chi crede ancora nella bellezza, nella legge, e nella memoria.

Un esempio da seguire

L'ufficiale ha concluso il suo intervento ringraziando la professoressa Galassi organizzatrice dell’incontro e ribadendo l’importanza del gesto compiuto dai cittadini. «Il mio plauso va al vostro altissimo senso civico e alla vostra sensibilità. È grazie a cittadini come voi che il nostro lavoro può raggiungere il suo fine più alto: restituire ciò che appartiene a tutti».

Un’opera ritrovata, un’emozione condivisa, una lezione di civiltà: la storia della Madonna del Melograno è oggi più che mai un simbolo di riscatto e speranza per tutta l’Italia.

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Mario Farneti
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