Quando si parla di leggende e miti, spesso lo si fa con un occhio di riguardo verso i più piccoli, quelli che, più di tutti, possono essere catturati e incantati dalla bellezza di storie antiche tramandate nei secoli. Tuttavia, la leggenda che vi raccontiamo oggi è di un altro tenore, tanto affascinante quanto inquietante. Vi suggeriamo dunque di mettere i vostri bambini a letto prima di proseguire con la lettura, poiché questa storia potrebbe rivelarsi un po’ troppo spaventosa per loro… almeno per ora. La leggenda che ci apprestiamo a narrare affonda le sue radici a Città di Castello, all’interno di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, un luogo tanto affascinante per il suo valore architettonico e storico, quanto per il mistero che lo avvolge.
Secondo le voci che si sussurrano tra le mura di questo antico edificio, il palazzo sarebbe infestato da un fantasma, una presenza che ancora oggi si aggira silenziosa nelle sue splendide sale, scivolando nell’ombra e infastidendo chiunque osi varcare la sua soglia.
La Storia della “Sora Laura”: l’amante di Alessandro Vitelli
Nel 1536, Alessandro Vitelli, condottiero temuto e rispettato, prese una decisione che avrebbe segnato per sempre la sua vita e quella della sua famiglia: erigere un palazzo che fosse degno della sua potenza e della sua stirpe. Sposato con la nobile Angela Paola dei Rossi di San Secondo Parmense, Vitelli mirava a consolidare il suo potere e il suo prestigio in una città che ormai considerava sua. Così, sulle ceneri di una vecchia fonderia, nacque il Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Il nome, che rimandava alle artiglierie forgiate in passato, rifletteva anche il desiderio del condottiero di incarnare la forza e la potenza che il palazzo stesso doveva simboleggiare.
Tuttavia, dietro le magnifiche mura e gli affreschi sfarzosi, si celava un segreto oscuro che avrebbe legato indissolubilmente il destino di quel luogo a una passione proibita. Sebbene il palazzo fosse costruito per celebrare la gloria della famiglia Vitelli, le sue stanze divennero teatro di una storia d’amore che avrebbe turbato la quiete di quella dimora per sempre.
Non passò molto tempo prima che Vitelli riuscisse a convincere la moglie a trasferirsi in un’altra delle loro proprietà, il Palazzo Vitelli a San Giacomo, lasciando la Cannoniera deserta e silenziosa. Fu allora che entrò in scena Laura, una giovane donna dalle umili origini ma di una bellezza capace di far vacillare anche l’animo più impassibile. Con il suo arrivo, il condottiero trovò finalmente il rifugio per la sua passione, lontano dalla gelosia della moglie.
Inizialmente, Laura, conosciuta in città come la “Sora Laura”, trascorreva le sue giornate serenamente, ad aspettare il ritorno del suo amante, e nel frattempo ricamava fazzoletti. Ma le assenze di Vitelli divennero sempre più lunghe e frequenti, e il peso della solitudine cominciò a farla soffrire.
Amore e tradimento, passione e ossessione
Un giorno, mentre osservava il mondo che continuava a scorrere al di là della sua finestra, come se non avesse mai fatto parte di esso, Laura vide passare sotto il palazzo un cavaliere. La sua figura elegante e fiera la colpì come un lampo, un’improvvisa folgorazione che le fece battere il cuore. Senza nemmeno pensarci, lasciò cadere uno dei suoi fazzoletti ricamati, un semplice gesto che, in tutta la sua innocenza, segnò l’inizio di un destino inesorabile. Il cavaliere raccolse il fazzoletto, e alzando lo sguardo, incrociò gli occhi di Laura. Un contatto fugace, ma unico: l’inizio di qualcosa che sarebbe cambiato per sempre, per Laura, o forse il preludio alla sua rovina.
Nel mentre, l’amante segreto di Laura continuava a visitarla, ma il suo cuore era consumato da un’inquietudine crescente. Ogni incontro era avvolto in un’ombra di paura, un presentimento oscuro che la dilaniava. L’idea che la sua passione potesse essere smascherata e che l’ira del condottiero le si scagliasse contro come una furia incontrastata la ossessionava. E così, lacerata dalla paura e dal desiderio di mettere fine a quella tormenta, Laura prese una decisione che avrebbe segnato la sua anima per l’eternità.
Fu in una notte silenziosa, sospesa in un’atmosfera irreale, che il destino di Laura prese una piega drammatica. Con il cuore che batteva come un tamburo nel petto, aspettò il cavaliere, mentre un’inquietante calma avvolgeva la città. Quando finalmente l’uomo varcò la soglia del palazzo, sorridente e ignaro della sua fine imminente, Laura lo guidò attraverso le stanze buie. Lo condusse fino a una botola nascosta, coperta da un tappeto polveroso, l’ingresso di un abisso che l’avrebbe inghiottito senza pietà.
L’inizio di una catena di omicidi spietati e disumani
Sotto la botola, un ammasso di lame affilate attendeva con brama la vittima che fosse abbastanza sfortunata da precipitarvi. Fu quella la sorte che toccò al giovane cavaliere, il cui sangue si riversò nelle oscurità silenziose della dimora, segnando l’inizio di una lunga e crudele sequenza di omicidi, orchestrati dalla mente sempre più distorta di Laura.
In pochi mesi, ciò che inizialmente sembrava un gesto passionale si trasformò in un rituale malato e inesorabile. Laura, con astuzia e manipolazione, seduceva gli uomini che inconsapevolmente sarebbero diventati prede del suo amore ossessionato, conducendoli nella sua trappola mortale. Una volta caduti, venivano gettati nella botola, cancellando ogni traccia della loro esistenza, come se non fossero mai esistiti.
Tuttavia, il destino non tardò a bussare alla porta di Laura, pronto a riprendere ciò che lei aveva macchiato con il sangue delle sue vittime. Angela Paola dei Rossi, la moglie tradita, ormai pienamente consapevole delle infedeltà del marito, scoprì le atrocità che Laura aveva commesso tra quelle mura. La gelosia, divorante e malefica, si trasformò in un odio che non poteva più essere ignorato. Decise che Laura doveva pagare per ciò che aveva fatto, e così, assoldò un sicario per porre fine alla sua esistenza.
Ignara di ciò che la attendeva, Laura camminava ancora per il palazzo, forse tormentata dai fantasmi delle sue stesse azioni, quando il sicario fece la sua mossa. Non ci fu alcun grido, nessuna resistenza. Solo il sordo rumore di un coltello che penetrava nella carne e il sangue che, ancora una volta, macchiava irreparabilmente le sale del Palazzo Vitelli alla Cannoniera.
Da quella notte, si racconta che lo spirito di Laura non abbia mai lasciato il palazzo. La sua presenza inquietante continua a vagare tra quelle mura, un luogo che, ora, rimarrà per sempre segnato dalla sua follia e dai suoi crimini.
L’anima di Laura è ancora prigioniera della dimora?
Non si sa con certezza cosa sia accaduto all’anima di Laura, ma le leggende raccontano che la sua presenza sia ancora percepibile tra le mura del palazzo. Alcuni sostengono di averla vista aggirarsi nei corridoi, mentre altri giurano di aver udito il sussurro del suo nome o di aver sentito una strana e fredda presenza alle loro spalle mentre esploravano le stanze. In particolari notti oscure, alcuni affermano di aver udito il rumore di un fazzoletto che cade, seguito dal lamento di una porta che si apre.
Un esperimento interessante in tal senso fu condotto da Daniele Gullà nell’aprile del 2012, quando la sua equipe effettuò rilevazioni fotometriche e monitoraggi acustici. La squadra tecnica registrò suoni misteriosi e immagini inquietanti, tra cui una sequenza di tre scatti in ultravioletta e infrarosso che immortalarono un’ombra che sembrava essere una figura femminile in abiti rinascimentali.
È possibile che l’anima di Laura sia ancora prigioniera del suo stesso tormento, condannata a vagare per l’eternità tra le stanze di quella dimora? Chi può affermarlo con certezza, ma se ci si affida alle storie tramandate nel tempo, questa interpretazione rimane, senza dubbio, tra le più interessanti.