Il progetto “La città che vorrei” nasce con l’obiettivo di ridurre le distanze culturali e di utilizzare la potenzialità del patrimonio storico, storico-artistico e culturale locale per fornire conoscenze e nuovi mezzi di comprensione ai minori (suddivisi in tre fasce d’età) residenti nel comune di Perugia, per accrescere la loro consapevolezza e per renderli pienamente integrati nel contesto cittadino e nella comunità, stimolando la loro capacità di partecipazione e di proposta in relazione alla salvaguardia e gestione partecipata dei beni comuni.
“Contrasto alla povertà educativa e pieno sostegno delle potenzialità fisiche, cognitive, emotive e sociali delle persone di minore età”: è questo il senso del progetto “La città che vorrei” cui ha partecipato l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Perugia, Edi Cicchi, nell’ambito dell’Avviso “Educare in Comune” area tematica “Cultura, arte e ambiente”, pubblicato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha concesso un finanziamento concesso di € 277.570,00 oltre € 8.762,00 a titolo di co-finanziamento a carico degli enti del Terzo settore.
“La città che vorrei” dieci i punti del programma
La povertà educativa viene definita da Save the Children come la “privazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni di bambini, bambine e adolescenti”. È l’impossibilità di accedere a risorse economiche, cognitive e culturali per la promozione della propria libertà individuale, ossia esperienze educative di vario genere offerte dal territorio in cui i ragazzi e le ragazze vivono.
Questo fenomeno impatta, a medio termine, sullo sviluppo e sulle opportunità di inserimento lavorativo dei giovani generando un caso correlato, quello dei Neet, che non lavorano e non cercano un’occupazione. In Italia, secondo le rilevazioni Istat, i Neet tra i 15 e i 34 anni sono oltre 5,7 milioni (marzo 2023). Nello specifico, sono 4.252.000 quelli della fascia d’età 15-24 anni e 1.493.000 quelli tra i 25 e i 34 anni. L’Italia ha così raggiunto un triste record, è il paese in cui ci sono più NEET rispetto a tutti gli altri Stati dell’Unione Europea.
“La città che vorrei – afferma l’assessore Cicchi – parte dal presupposto che tutti devono sentirsi parte della comunità e parte attiva. Una città sempre più inclusiva, aperta e attenta alle dinamiche sociali, culturali ed economiche del territorio”.
Il progetto è stato costruito mediante un procedimento innovativo di sussidiarietà orizzontale, previa evidenza pubblica, di coprogettazione con il Terzo settore e nello specifico con il consorzio Auriga costituito in ATS con l’Associazione Culturale Il Rinoceronte, ANONIMA IMPRESA Società Cooperativa Sociale e AUSER.
E’ in corso di stipula la convenzione per l’affidamento in cogestione del servizio per la realizzazione del progetto “La Città che Vorrei”, che vedrà impegnati in forma collaborativa il Comune di Perugia e l’ATS per la durata di un anno a partire dal 15 aprile 2024, secondo il cronoprogramma approvato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il progetto, inserito nell’ambito di intervento del contrasto alla povertà educativa, si caratterizza per le azioni che danno importanza e protagonismo agli attori locali della comunità educante, per sperimentare, attuare e consolidare modelli e servizi di welfare di comunità, nei quali le persone di minore età e le proprie famiglie possano diventare protagonisti sia come beneficiari degli interventi, sia come soggetti attivi d’intervento.
Il progetto, suddiviso in tre fasi, si articola in una serie di attività che si svolgeranno nei quartieri della città: la prima fase ha lo scopo di avvicinare bambini e ragazzi alla città intesa come patrimonio materiale e immateriale attraverso l’esperienza diretta ed è volta a favorire la conoscenza del territorio attraverso un “Cartellone” di n. 10 eventi di animazione: 1 Arte effimera e land art: l’Accademia perugina dei beni ambientali; 2 “Il Perugia dei miracoli oggi e nel ‘700”; 3 Arte e denuncia sociale: Il XX giugno di Perugia; 4 “Storia e cultura del fiume Tevere”; 5 Pollock, Beuys e il 3D: action painting di Perugia; 6 “La città che vorrei”: urbanistica partecipata; 7 Arte del XXI secolo a Perugia; 8 Natale a Perugia; 9 L’orto botanico, piante medicinali e tradizioni culinarie; 10 Caccia al tesoro tra mura etrusche e medievali.
La seconda fase è di tipo esperienziale e partecipativo (approfondimento di un periodo storico della città, produzione artistica, narrativa, visuale, digitale, artigianale, motoria) attraverso 9 laboratori (3 per ogni fascia d’età) e con la collaborazione del territorio (famiglie, associazioni, esperti, professionisti) saranno realizzati prodotti/output di varia natura (performance artistiche, teatrali e poetiche, tornei sportivi, dimostrazioni). La terza fase consiste nella co-progettazione e co-organizzazione di un evento finale da parte dei minori che frequentano i laboratori come excursus della storia della città di Perugia nei momenti comunitari più salienti.