Ius Scholae: l’Umbria è tra le regioni italiane con la maggiore incidenza di studenti di cittadinanza non italiana sul totale degli iscritti. I dati sono rilevati annualmente dall’Ufficio di Statistica del Ministero dell’istruzione e del merito. Che ha diffuso durante questo mese di agosto quelli relativi al 2022/23.

In particolare, l’Umbria è al primo posto in Italia tra le regioni in cui gli studenti di origine migratoria incidono maggiormente sul totale degli studenti iscritti alla Scuola Secondaria di II grado (29,8%). In rapporto alla popolazione scolastica totale, la regione si colloca al settimo posto con il 14,6% dietro a Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria Veneto, Toscana e Piemonte.

Altro dato molto rilevante: in Umbria il 69,9% degli studenti di origine migratoria è nato in Italia.

La distribuzione degli studenti per regione, ordine di scuola e stato di nascita sono elementi che contribuiscono a fornire maggiori informazioni sulle caratteristiche della presenza degli studenti con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico nazionale. Non a caso si osserva che, nelle regioni con un’incidenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana, anche le seconde generazioni costituiscono la maggioranza. In Veneto, Umbria, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana la quota degli studenti di origine migratoria che sono nati in Italia varia tra il 71,2% e il 68,2% sul totale.

Dibattito politico sullo Ius Scholae: ecco tutti i numeri dell’Umbria. Uno studente ogni 6,5 è di origine migratoria

In valore assoluto, gli studenti non nati in Italia che frequentano le scuole umbre sono 16.724. Quasi 3 mila frequentano la scuola dell’Infanzia (16,8%), oltre 5 mila la scuola Primaria (32,4%), 3.500 circa la scuola Secondaria di I grado (21%) e circa 5 mila la Secondaria di II grado (29,8%).

Di questo totale, ben 11.693 sono ragazzi immigrati di seconda generazione. Si tratta infatti di studenti di origine migratoria nati in Italia.

La maggioranza degli studenti stranieri umbri ha cittadinanza albanese (2,8%), marocchina (2,4%), romena (2,1%), ucraina e modalva (1,9%). Seguono indiani, cinesi, bangladini, pachistani, egiziani e cittadini di altri paesi.

Umbria al centro del confronto sulla riforma della cittadinanza: da Nevi (Forza Italia) ad Ascani (PD), per finire con AP

A sollevare la questione Ius Scholae è stato il segretario forzista Antonio Tajani. Ma il portavoce di FI, il deputato ternano Raffaele Nevi, ha martellato in questi giorni su giornali e tv proprio sul tema della riforma. “Stiamo ribadendo le nostre idee che portiamo avanti da tantissimo tempo a questa parte – afferma Nevi – non ultima la proposta dello Ius scholae. Un’idea che veniva dal fondatore del nostro partito Silvio Berlusconi. Lui era favorevole ai due cicli scolastici per ottenere la cittadinanza e il tutto legato al tema del buon comportamento“.

Di fronte agli spiragli di dialogo che si sono aperti in questi giorni, le forze politiche devono trovare il coraggio di rianimare il processo di riforma della legge sulla cittadinanza”.
È quanto dichiara il consigliere regionale Donatella Porzi (misto) in merito al “dibattito rispetto allo Ius Scholae, la riforma che lega la concessione della cittadinanza al compimento di uno o più cicli di studio in Italia”

E Anna Ascani, parlamentare umbra del PD, le ha fatto eco. “Non capisco come si possa definire identitaria la legge sullo Ius Scholae e minacciare su questo la stabilità del Governo. È una questione che dovremmo ritenere tutti scontata, perché questi bambini, che studiano a scuola, hanno tutto in comune con i loro compagni, fuorché i diritti“.

Infine, Alternativa Popolare. Il partito del segretario nazionale e sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, si è espresso a favore della riforma che estende i diritti di cittadinanza. “Sì allo Ius Scholae – afferma il primo cittadino ternano – una riforma di buon senso che riflette la realtà e la necessità dell’Italia di oggi: riconoscere la cittadinanza a quei ragazzi cresciuti in Italia e formatisi sui nostri banchi è niente di meno di un atto di civiltà“.