Oltre 1,2 milioni di euro sarà la cifra che dovranno restituire al Ministero dell’Istruzione l’ex preside e l’ex direttrice dei servizi generali dell’istituto «Ciuffelli» di Todi. A stabilirlo la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell’Umbria con una sentenza depositata nelle scorse ore. Il caso, esploso nel settembre scorso, è quello delle iscrizioni gonfiate per avere così la possibilità di inserire più educatori. I fatti si riferiscono agli anni scolastici 2016, 2017 e 2021, 2022.
Era dunque di falso in atto pubblico l’accusa a carico dell’ex preside già iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Spoleto per il caso, che vede coinvolta anche l’ex direttore amministrativo Mirella Palomba. Il procuratore facente funzioni Vincenzo Ferrigno, che aveva notificato a Rinaldi l’avviso di conclusione delle indagini. Oltre all’inchiesta contabile, quindi sul caso è stato aperto anche un fascicolo penale per le iscrizioni gonfiate.
1,167 milioni da restituire per le iscrizioni gonfiate
L’ex preside Marcello Rinaldi dovrà restituire 1,167 milioni di euro mentre l’ex direttrice Mirella Palomba, condannata in via sussidiaria, 58 mila euro. Per il primo la magistratura contabile parla di dolo mentre per la seconda di colpa grave.
Secondo la sentenza, Rinaldi, la cui gestione nelle carte dell’indagine viene definita “accentratrice e opaca“, ha comunicato un numero di convittori maggiore portando così il Ministero ad assegnare più educatori rispetto a quelli che sarebbero serviti per la normale gestione dell’Istituto. In tutto si parla di 38 persone. Il danno erariale consiste dunque nella cifra spesa per pagare gli stipendi del personale in eccesso.
Nomi di fantasia tra gli iscritti
“Tra i presunti convittori – è scritto nella sentenza – vi erano numerosi nomi di extracomunitari residenti presso la Caritas, rispetto ai quali il dirigente dava disposizioni di predisporre la domanda di iscrizione; tutto ciò tra le perplessità del personale che, come testimoniato nel corso delle indagini, sospettava che si trattasse di nomi di fantasia, posto che nessuno si presentava poi a firmare la domanda di iscrizione”.
La magistratura contabile spiega poi che a subire il danno è proprio il diritto all’istruzione vista lo “sviamento delle risorse pubbliche”. Per quanto riguarda invece Palomba la Corte parla di “grave negligenza” dato che, come ammesso dalla stessa dirigente in sede di indagini, la stessa avrebbe potuto fare una segnalazione a proposito delle anomalie riscontrate.
Il procuratore sottolinea che le indagini della Guardia di Finanza sono partite nel gennaio del 2022 attraverso l’esame di documentazione amministrativa e contabile e le informazioni fornite da persone informate sui fatti, che hanno permesso di scoprire che il dirigente «a fronte di una media annua di circa 35 convittrici, comunicava l’iscrizione di oltre 50 ragazze, in modo da superare le soglie di legge che consentivano aumenti di dotazioni organiche nel settore degli educatori scolastici (oltre le 40 iscrizioni, per ogni ulteriore gruppo di 10 convittrici, si otteneva un educatore in più)». Secondo la magistratura contabile, ciò avrebbe procurato un danno erariale di 1,167 milioni di euro.
Falso ideologico per l’ex preside Rinaldi
Tre sono gli episodi di falso ideologico contestati dai magistrati all’ex preside. Per la Procura Rinaldi avrebbe “dolosamente alterato i dati degli effettivi iscritti all’annesso convitto femminile e dei semi-convittori”. Un modo per superare le soglie di legge che consentiva, oltre le 40 iscrizioni, per ogni ulteriore gruppo di 10, di ottenere un educatore in più.
A sua volta Marcello Rinaldi, difeso dall’avvocato Nicola Pepe, si era detto pronto a chiarire la vicenda davanti ai magistrati della Procura di Spoleto e convinto che non ci sia stato alcun danno erariale o altra responsabilità. Oltre alla Procura penale si è mossa anche quella contabile che ha sequestrato, a scopo conservativo, beni mobili e immobili all’ex preside e all’allora direttore generale dell’istituto, Mirella Palomba, per un valore complessivo di un milione e 167 mila euro.