A poco più di due settimane dal 15 maggio, la città di Gubbio è attraversata da una crescente inquietudine: il tradizionale percorso dei Ceri potrebbe subire una modifica senza precedenti, deviando non più davanti all’ex ospedale, ma costeggiando le Logge dei Tiratori. Una scelta che, sebbene ancora ufficialmente non confermata, è al centro di un acceso confronto fra cittadini, istituzioni e organizzazioni ceraiole. È la famigerata “Ipotesi B”, quella che nessuno vuole davvero prendere in considerazione ma che, in queste ore, ha assunto contorni più concreti e operativi.
Il cantiere di Piazza Quaranta Martiri, affidato all’impresa Calzoni di Perugia per un valore di 5 milioni di euro (fondi PNRR), è ancora aperto. E benché i lavori procedano a ritmo sostenuto, permangono incertezze sul tratto chiave che costeggia la chiesa di San Francesco e l’ex ospedale: proprio quello da cui passa il secondo tratto del percorso ceraiolo, dal distributore alla Salara, dalla curva di San Francesco fino all’imbocco del Buco de Didà.
“Faremo di tutto per garantire il passaggio dei Ceri lungo il tracciato tradizionale”, avrebbe assicurato l’impresa in diverse interlocuzioni informali. Ma è chiaro che senza una colata di cemento su quel tratto – intervento non previsto nel capitolato originale e dal costo importante – la sicurezza dei ceraioli e la tenuta stessa del passaggio sarebbero compromesse. Sembra anche eccessivo spendere una grossa cifra per un passaggio che dura appena 30 secondi sopra una gettata di cemento che andrebbe poi rimossa. Denaro pubblico buttato.
Da qui, l’idea dell’alternativa: un piano B, appunto. Per ora “remoto”, come ribadiscono da Palazzo Pretorio, ma che è stato comunque preso in esame durante una riunione tecnica “sul campo” lunedì scorso. Presenti: il sindaco Vittorio Fiorucci, i tecnici comunali, la direzione lavori, rappresentanti dell’impresa esecutrice e figure-chiave delle famiglie ceraiole.
Una svolta storica?
La deviazione consisterebbe nell’abbandonare il tratto dell’ospedale per dirigere i Ceri lungo la zona delle Logge dei Tiratori, costeggiando il portico storico, per poi ricongiungersi al tracciato tradizionale all’altezza del Buco de Didà. Da lì in poi, il cammino verso Piazza Grande e su per il Monte si svolgerebbe regolarmente, con le consuete soste, le tre girate a Piazza Grande, il passaggio in via XX Settembre e l’ascesa finale verso la Basilica di Sant’Ubaldo.
Una variazione logistica di pochi metri? No. Sarebbe una rivoluzione culturale, perché modificherebbe il respiro simbolico del secondo tratto, quel “secondo pezzo” che – come tramanda la memoria popolare – “mette alla prova l’anima e il fiato dei ceraioli”. Per i più tradizionalisti, sarebbe un “sacrilegio viario”; per altri, una necessità “responsabile e temporanea”.
Le criticità operative
Tra le preoccupazioni, c’è anche quella dell’adeguamento delle mute, cioè dei cambi sotto il Cero. Il nuovo tracciato potrebbe comportare una diversa distribuzione degli sforzi e, di conseguenza, un possibile ricalcolo del numero o della sequenza delle mute. È “un punto tecnico da non sottovalutare”, secondo alcuni capodieci interpellati informalmente. “Se la distanza cambia anche solo di poco, occorre ricalcolare la tenuta dei carichi, la tempistica delle mute, gli spazi disponibili per il cambio”.
Inoltre, la zona delle Logge presenta delle peculiarità architettoniche: colonne, dislivelli, accessi commerciali. Nulla che non si possa valutare con attenzione e risolvere con un piano di sicurezza adeguato. Ma occorre tempo. E il tempo, ora, comincia a mancare.
L’intervento del sindaco
Il sindaco Fiorucci, per ora, mantiene il consueto riserbo. Ma secondo fonti interne al Comune, sarebbe in procinto di convocare una nuova riunione plenaria con le parti coinvolte, con l’obiettivo di fare il punto e, se necessario, ufficializzare la deviazione. “È una scelta che nessuno vuole compiere alla leggera”, avrebbe detto a margine di un incontro. “Ma la responsabilità ci impone di considerare ogni scenario con realismo, rispetto e lungimiranza”.
Sullo sfondo, però, si addensano preoccupazioni politiche e comunicative: come verrà percepita la modifica? Come reagiranno i ceraioli più anziani? Quali effetti avrà sull’unità e sulla partecipazione? E infine: la ditta riuscirà davvero a completare per tempo almeno il passaggio tecnico del secondo tratto?
Le reazioni della città
Intanto Gubbio discute. Nei bar, nei gruppi social, nelle botteghe, l’argomento rimbalza da una voce all’altra. Alcuni invocano “senso pratico e responsabilità”, sottolineando che “una deviazione temporanea non intacca lo spirito del 15 maggio”. Altri invece denunciano “il rischio di aprire un precedente pericoloso”, temendo che l’adattamento di oggi diventi l’abitudine di domani.
Molti aspettano con ansia la prossima comunicazione ufficiale. Altri si affidano alla speranza: che in extremis, con uno sforzo straordinario, la piazza venga liberata, il cemento versato, e il passaggio garantito.
Una decisione imminente
La verità è che una decisione andrà presa nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore. Non solo per l’aspetto tecnico, ma anche per preparare logisticamente l’intera macchina ceraiola. Le mute, i servizi, i piani di sicurezza, la comunicazione al pubblico e la gestione del flusso dei turisti.
Il “cuore” del 15 maggio, quello che pulsa da secoli lungo il tragitto tra la Calata dei Ferranti, il San Francesco, l’Ospedale e il Buco de Didà, è oggi sottoposto a un bivio. La tradizione ceraiola – “che ha attraversato guerre, regimi, pandemie e terremoti” – potrebbe dover cedere temporaneamente il passo alle esigenze di un cantiere moderno, imposto da fondi europei e cronoprogrammi rigidi.
Ma se così fosse, sarà essenziale che ogni passo compiuto – anche fuori rotta – venga fatto con sacralità, condivisione e consapevolezza. Perché la Festa dei Ceri, a Gubbio, non è una linea tracciata sull’asfalto. È una linea incisa nel cuore degli eugubini, in qualsiasi parte del mondo si trovino.
E proprio da lì dovrà ripartire, qualunque via si scelga.
Nell'immagine, il fotomontaggio che sta circolando in questo momento sui social: i Ceri passano davanti alle Logge dei Tiratori