L’invecchiamento attivo è al centro di una serie di iniziative rivolte alla popolazione over 65 che nel cuore verde d’Italia diventa sempre più numerosa. Se l’Italia è tra le nazioni più longeve al mondo l’Umbria, in particolare, è tra le regioni dove si vive più a lungo. I dati parlano chiaro. Negli ultimi venti anni la popolazione umbra over 65 è cresciuta di quasi il 4% arrivando a toccare quota 27%. Su cento umbri, 27 sono anziani.
In base all’ultima indagine Istat sulla popolazione italiana, nel 2023 la speranza di vita degli umbri ha superato la media nazionale facendo guadagnare alla nostra regione il terzo posto assoluto. Gli uomini umbri hanno una speranza di vita di 81 anni e 7 mesi contro una media nazionale di 81 anni e 36 giorni. Oltre sei mesi in più e la popolazione femminile è ancora più longeva. Le donne umbre arrivano infatti a quasi 86 anni – 85 e 11 mesi, mentre nel resto d’Italia siamo a 85 anni e poco più di due mesi. L’Umbria in rosa si colloca quindi subito dopo il Trentino Alto Adige primo in classifica con 86 anni e sei mesi e il Veneto con 86 anni.
Alla luce di questi dati, invecchiare bene diventa sempre più una priorità. Per promuovere gli stili di vita sani con l’obiettivo di un corretto invecchiamento attivo nel perugino è nato il progetto “Rete d’Argento” che realizza da tempo incontri rivolti alla comunità anziana con incontri divulgativi sul territorio.
L’invecchiamento attivo: benefici per tutta la società
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla dell’invecchiamento attivo come del “processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano“. In altre parole è la capacità di invecchiare restando in buona salute, godendo di una buona qualità della vita, sfruttando al meglio il proprio potenziale fisico, sociale e mentale. Un processo che se ben concretizzato porta innumerevoli benefici all’intera società.
Secondo l’OMS sono tre gli aspetti fondamentali da curare per l’invecchiamento attivo: la salute, la partecipazione e la sicurezza che se correttamente incentivati fanno sì che l’anziano diventi una risorsa per l’intera comunità. Appare quindi evidente che l’approccio all’invecchiamento attivo debba essere multidisciplinare ma soprattutto abile, per consentire di cambiare radicalmente il paradigma della persona anziana come soggetto bisognoso guardando invece alla persona anziana come soggetto di diritti e soprattutto di opportunità.
Oggi a Solfagnano un incontro con esperti del settore
Proprio su questi intendimenti oggi, giovedì 29 agosto, si terrà il nuovo incontro del progetto “Rete d’Argento”. L’appuntamento, a ingresso libero, è alle 16:30 al villaggio Santa Caterina di Solfagnano di Perugia. Ad aprire ci saranno Francesca Cagnoni, referente invecchiamento attivo per il Distretto del Perugino ed Alfonso Dragone, referente area progetti e fundraising Fondazione di Carità San Lorenzo, che presenteranno la Rete d’Argento.
Seguiranno gli interventi della geriatra Patrizia Rinaldi, che interverrà su “Mai troppo tardi: scegliere come invecchiare”, e l’igienista Francesco Di Macio, su “La rete dei servizi territoriali Asl: il ruolo del Centro di Salute e del medico di medicina generale”. Infine si terrà un momento di ascolto dei partecipanti su quali sono i bisogni e le esigenze dei cittadini legati alle tematiche affrontate durante l’appuntamento.
Il progetto “Rete d’Argento”, sul tema dell’invecchiamento attivo, è finanziato da Fondazione Perugia e vede il Distretto del Perugino e la Rete aziendale di promozione della salute dell’Usl Umbria 1 quali partner dell’iniziativa insieme a Fondazione di Carità San Lorenzo che è capofila del progetto, Fondazione Santa Caterina, Comune di Perugia, Polizia di Stato e Coordinamento centri socio-culturali del Comune di Perugia, in collaborazione con il Progetto Civico 65.