Sembra che ci sia una vera e propria invasione di cinghiali in Umbria. La regione infatti si trova a fronteggiare una situazione agricola critica a causa di una popolazione di cinghiali stimata in circa 150.000 esemplari.
Per Coldiretti si tratta di una vera e propria invasione di cinghiali in Umbria
Secondo quanto riportato dalla Coldiretti, l’incidenza di questi animali selvatici sta provocando danni considerevoli, valutati in milioni di euro all’anno, in particolare nei campi di mais e girasole, oltre che in oliveti e vigneti, dove si registrano anche significativi danni da capriolo.
L’allarme è stato lanciato in occasione delle 96 Assemblee organizzate contemporaneamente su tutto il territorio nazionale da Coldiretti, che hanno visto una partecipazione senza precedenti di oltre 50.000 agricoltori. Questi incontri hanno evidenziato le gravi perdite subite dall’agricoltura a causa della presenza incontrollata di fauna selvatica, con i cinghiali che si rivelano il pericolo più grave.
A livello nazionale, la situazione non è meno allarmante, con stime che parlano di danni per circa 200 milioni di euro solo nell’ultimo anno, dovuti in gran parte ai 2,3 milioni di cinghiali che devastano i campi agricoli italiani. La Puglia e la Toscana sono tra le regioni più colpite, con rispettivamente oltre 30 milioni e 20 milioni di euro di danni annui, la maggior parte dei quali è attribuita agli ungulati selvatici.
Questa crisi richiede interventi urgenti per controllare e gestire la popolazione di cinghiali, al fine di salvaguardare l’economia agricola e mantenere l’equilibrio ecologico nelle campagne italiane.
La Cia Umbria ha chiesto un intervento di contenimento
Il problema del numero dei cinghiali non è un fatto nuovo. Lo scorso gennaio, Matteo Bartolini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria, aveva sollecitato la Regione a intraprendere azioni decisive per il contenimento dei cinghiali, anche al di fuori della stagione di caccia. La richiesta era motivata sia dai danni ingenti causati alle coltivazioni che dalla minaccia della peste suina africana, che potrebbe gravemente compromettere sia l’agricoltura che la zootecnia locali. La strategia proposta mirava a integrare le politiche regionali con gli obiettivi del piano nazionale di tutela ambientale e sanitaria.
Secondo il Commissario straordinario alla peste suina africana, per l’Umbria è previsto un target di 44.000 abbattimenti annui, ripartiti tra selezione e contenimento. Tuttavia, Bartolini ha evidenziato la difficoltà di raggiungere tale obiettivo, date le attuali statistiche regionali che mostrano una discrepanza tra le richieste di intervento degli agricoltori e i cinghiali effettivamente abbattuti.
La presenza eccessiva di questi animali non solo compromette l’agricoltura e l’allevamento, ma aumenta anche il rischio di incidenti nei centri urbani, con frequenti avvistamenti nelle città e recenti episodi di incidenti stradali.
Quanto costa il danno da cinghiale?
L’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) Perugia 1, in collaborazione con Confagricoltura Umbria, ha recentemente organizzato un incontro dal titolo ‘Il cinghiale questo sconosciuto’ per affrontare la problematica dei danni causati dai cinghiali all’agricoltura nella regione. Il presidente dell’ATC Perugia 1, Luciano Calabresi, ha aperto l’evento sottolineando la gravità dei danni inflitti dai cinghiali, che assorbono il 60% dei ricavi dell’area.
Nel periodo 2019-2023, la situazione dei danni causati dai cinghiali nelle aziende agricole gestite dall’ATC Perugia 1 ha mostrato notevoli fluttuazioni. Giovanni Alberti ha rivelato che nel 2019 i danni ammontavano a circa 260.000 euro, con un danno medio di mille euro per azienda.
Tuttavia, nel 2021, i danni hanno raggiunto oltre 500.000 euro, per poi diminuire a circa 320.000 euro nel 2023. Questa variazione è stata attribuita in gran parte alle restrizioni della caccia durante la pandemia di Covid-19, che hanno limitato la mobilità e ridotto la pressione venatoria, causando un aumento demografico dei cinghiali.
La ricerca di Cruciani ha ulteriormente approfondito i costi economici legati ai cinghiali, evidenziando una grande variazione nei costi per capo abbattuto tra i distretti, da un minimo di 3 o 4 euro a un massimo di circa 170 euro.