E’ una festa della mamma molto particolare per Vlasta Studenicova, la madre di Matteo Falcinelli che, con pochissime ore di sonno alle spalle e gravi preoccupazioni davanti da affrontare, trova ancora la forza, per amore del figlio, di raccontarsi. E lo ha fatto anche oggi, in occasione di questa speciale ricorrenza, in una lunga e confidenziale intervista telefonica, in esclusiva a Tag24 Umbria.

Mamma di Falcinelli: “Il regalo più bello di oggi, il video di Matteo”

Signora Vlasta, come sta trascorrendo questa ‘festa della mamma’?

E’ una giornata molto emozionante. E il regalo più bello me lo ha fatto, senza dubbio, Matteo scegliendo di inviare, nonostante la forte stanchezza fisica ed emotiva, un video di ringraziamento ai tantissimi italiani, residenti in Italia o all’estero, che ci stanno mostrando profondo supporto e grande solidarietà.

Nessuna mamma al mondo merita di vivere un dolore così straziante come quello che sto provando io da un paio di mesi a questa parte. E tanto più nessuna mai si aspetterebbe di trovarsi coinvolta in una simile vicenda. Si tende sempre a pensare che certe situazioni siano talmente surreali da accadere soltanto nei film. E quando ti colgono da vicino, ti viene a mancare la terra sotto ai piedi.

Non avrei mai immaginato che in un paese civile come gli Stati Uniti, la prima potenza mondiale, potesse verificarsi questo genere di violenza, che ricorda più l’epoca della seconda guerra mondiale che il ventunesimo secolo. Eppure, io e Matteo stiamo ricevendo numerose testimonianze di persone che hanno sperimentato maltrattamenti da parte della polizia americana. Io oggi sto combattendo non solo per mio figlio Matteo, ma per tutte le madri che chiedono giustizia.

Come sta Matteo Falcinelli, parla sua mamma

Come sta suo figlio Matteo?

Matteo sta molto male. Proprio ieri siamo tornati dal suo psichiatra per chiedere di incrementare la terapia farmacologica. Ha avuto delle crisi respiratorie mentre riguardava i filmati dell’arresto. Io cerco di essere forte soprattutto per lui, anche se non è facile. Da quando è esploso il caso sabato scorso, non sono riuscita a chiudere occhio, tra l’agitazione, il fuso orario e le mille incombenze giudiziarie. Infatti, un altro regalo della festa della mamma per me, oggi, è stato poter dormire cinque, sei ore di fila.

Mi ritrovo essenzialmente da sola a sostenere Matteo. Il mio ex marito, Fulvio Falcinelli, è pressoché irraggiungibile da anni, tant’è che abbiamo vari contenziosi aperti in sede legale. E ci tengo a precisare che non è affatto vero che ha appreso delle condizioni di Matteo dalla stampa. Mio figlio maggiore Marco ha provato più volte a mettersi in contatto con il padre per informarlo sulla salute di Matteo, e io stessa ho avuto con lui due videochiamate su Skype in cui l’ho aggiornato sui fatti e gli ho chiesto una mano, anche sul piano economico.

C’è tanto da pagare, dalle spese ospedaliere a quelle per i medicinali, fino ai soldi della cauzione da restituire agli amici di Matteo. Negli ultimi anni ho dovuto comunque fare importanti sacrifici per permettere a Matteo di studiare negli Usa, per offrigli la stessa opportunità che, prima di lui, ha avuto Marco di fare un’esperienza di studio fuori casa. E ciò nonostante, Matteo non mi ha mai fatto pesare nulla, anzi. E’ un ragazzo molto semplice.

Studenicova: “Matteo, un ragazzo semplice”

In che senso un ragazzo semplice? Ce lo descriva.

Matteo non è un ragazzo festaiolo. Non gli è mai piaciuto fare baldoria. E’ un tipo tranquillo, che si diverte di più a mangiare una pizza e a fare quattro chiacchiere che a ballare in discoteca. La sera prima dell’arresto, ci siamo video chiamati. Io mi sono ‘scusata’ con lui, se così si può dire, per non avergli fatto vivere il vero Spring Break. Qui, in America, è tradizione assai diffusa tra gli studenti festeggiare le vacanze primaverili in grande stile.

E’ un po’ come la gita di fine anno scolastico in Italia, per fare un paragone. Non è obbligatoria, e ovviamente non succede nulla se qualcuno la salta. Ma ciò non toglie che a una mamma possa dispiacere non mandare il proprio figlio per ragioni economiche. Ecco, Matteo mi ha detto: ‘mamma non ti devi preoccupare, io sono contento ugualmente ad andare a bere qualcosa in un pub con gli amici”. Matteo non conosceva il locale, ci è finito dentro per pura casualità.

Tra l’altro, Matteo non è uscito spesso da quando studia in America. E’ arrivato al campus ad agosto scorso, e a novembre ha avuto un grave incidente in auto, da passeggero. Così a dicembre è rientrato per svolgere ulteriori accertamenti medici in Italia, dove si è fermato per le vacanze di Natale. Quell’incidente lo aveva già traumatizzato. Aveva avuto paura di morire. A ripensarci adesso, ci sembra incredibile. Per questo andremo avanti convintamente, per far luce fino in fondo su questa spiacevole avventura.