Stavolta Bandecchi gioca d’anticipo. E lo fa accanto al Prefetto Antonietta Orlando, con un patto firmato a Palazzo Bazzani per proteggere gli anziani di Terni da chi lucra sulla fiducia altrui. Comune e Prefettura si muovono su binari paralleli ma convergenti, mettendo in campo fondi, progetti e presìdi per arginare un fenomeno che colpisce silenziosamente, ma con ferocia. Una stretta di mano che vale più di una promessa, e che segna l’inizio di una strategia concreta per arginare truffe a danni degli anziani.
A Terni prende forma un ventaglio di iniziative pensate per chi troppo spesso viene preso di mira. Dai percorsi formativi alla distribuzione di materiali informativi, passando per l'apertura di sportelli dove potersi confrontare e trovare ascolto, l'intervento si snoda lungo assi fondamentali: prevenzione e prossimità.
L'obiettivo è quello di rendere le persone più anziane meno vulnerabili, attraverso strumenti concreti e momenti di confronto. Il Comune, insieme ai soggetti coinvolti, costruirà spazi e occasioni di scambio per aiutare chi ha subito un raggiro e prevenire nuovi casi. Al centro, anche una restituzione pubblica dell'esperienza con documentazione tecnica rivolta all'intera cittadinanza.
Non si tratta solo di informare, ma di costruire un nuovo approccio culturale al tema della sicurezza. I percorsi esperienziali previsti serviranno a far vivere, in modo controllato e guidato, le dinamiche del raggiro, per renderle riconoscibili e disinnescabili.
Le attività previste non si limiteranno ai soli anziani, ma coinvolgeranno anche familiari, operatori sociali e volontari. L’idea è quella di costruire una rete sociale attiva, capace di vigilare, proteggere e accompagnare. I punti di ascolto, sparsi nei diversi quartieri, avranno il compito di raccogliere segnalazioni, offrire assistenza immediata e intercettare i primi segnali di disagio o isolamento.
Circa 31 mila euro, messi a disposizione dal Ministero dell'Interno attraverso il Fondo Unico di Giustizia, finanzieranno l'intero impianto progettuale. Una cifra che andrà a coprire attività di sensibilizzazione con taglio esperienziale, percorsi informativi su misura, supporto psicologico e luoghi dove chi ha subito un inganno possa trovare risposte e sostegno.
Il Comune sarà responsabile della gestione operativa, ma la cabina di regia sarà condivisa tra più attori. In campo entreranno associazioni del terzo settore, esperti di comunicazione sociale, psicologi e forze dell’ordine. Ogni soggetto porterà il proprio contributo specifico, per rendere l’intervento il più completo e trasversale possibile.
L’uso delle risorse sarà documentato passo dopo passo, con momenti pubblici di verifica e condivisione dei risultati raggiunti. Il progetto prevede anche la realizzazione di una relazione tecnica finale che sarà messa a disposizione della cittadinanza, per garantire trasparenza e tracciabilità.
Nel 2023, il numero delle denunce legate a truffe verso cittadini in età avanzata ha registrato un calo del 14%. Un dato che non basta a spegnere l’allerta, come ha sottolineato il Prefetto: "Occorre mantenere alta l’attenzione su un reato avente alto disvalore sociale in quanto colpisce una fascia vulnerabile di popolazione".
Una flessione incoraggiante, certo, ma che non autorizza a rilassarsi. L’universo delle truffe si evolve in fretta: cambiano i linguaggi, si aggiornano gli strumenti, si moltiplicano le modalità. Ecco perché l’intesa firmata oggi rappresenta una risposta puntuale e lungimirante.
L’accordo, già approvato dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, attiverà una rete locale composta da istituzioni, associazioni e professionisti per dare concretezza a ogni singolo intervento.
La firma ufficiale del patto operativo è avvenuta questa mattina a Palazzo Bazzani. Una stretta di mano tra il rappresentante del Governo e il Sindaco Stefano Bandecchi che segna l’inizio di una fase operativa destinata a lasciare il segno, fuori dalle logiche dell’emergenza e dentro un disegno stabile di tutela e vicinanza.
Un piano, questo, che affonda le radici in un lavoro di confronto e concertazione durato settimane. La Prefettura, infatti, ha avviato un dialogo costante con le realtà del territorio, ascoltando bisogni e raccogliendo proposte. Il risultato è un progetto cucito su misura per Terni, ma replicabile altrove.