Seduta di insediamento del Consiglio Comunale di Gubbio burrascosa e tormentata in un clima surreale, ieri 17 luglio, da annoverare nella storia politica locale. Il sindaco Vittorio Fiorucci, insieme alla sua giunta e all’intero Consiglio Comunale, ha dovuto affrontare fondamentali questioni di legittimità legate alla convocazione della prima seduta, presieduta dal consigliere comunale Jacopo Cicci, il più votato nelle elezioni di giugno.
L’onorevole Rocco Girlanda ha sollevato immediatamente una questione riguardante la lettera di convocazione del Consiglio Comunale datata 4 luglio 2024, firmata dal sindaco Fiorucci e indirizzata anche agli assessori, i quali, a quella data, non erano ancora stati ufficialmente nominati. Questo ha portato all’inevitabile dubbio sulla legittimità delle procedure, dato che i consiglieri nominati assessori devono essere sostituiti a causa dell’incompatibilità dei ruoli. Fiorucci ha scelto di rimanere in silenzio sull’intera questione, non chiarendo né scusandosi per la situazione a dir poco incresciosa.
L’insediamento del Consiglio Comunale potrebbe essere illegittimo
Un altro problema significativo è stato sollevato dal consigliere ed ex assessore Simona Minelli, che ha sottolineato l’incoerenza della convocazione in forma mista, che consentiva ai consiglieri di partecipare sia in presenza che da remoto. Questo ha creato una complicazione per il voto a scrutinio segreto, richiesto per l’elezione del presidente e dei due vicepresidenti dell’assemblea.
La questione è stata ripresa anche da Rocco Girlanda, Diego Guerrini e Luigi Girlanda, generando un clima di imbarazzo e difficoltà per il giovane Jacopo Cicci, che presiedeva i lavori, e per il segretario generale del Comune, Marco Angeloni, che ha minimizzato la questione definendola un “vizio di forma” sanato dalla presenza in aula.
La seduta si è svolta in un surreale clima di scontro, con una numerosa platea di cittadini che applaudiva a seconda degli interventi graditi. Rocco Girlanda ha abbandonato l’aula al momento del voto, preannunciando una segnalazione al prefetto per contestare il modus operandi. Anche altri membri della minoranza, tra cui Luigi Girlanda, Diego Guerrini e lo stesso Rocco Girlanda, si sono astenuti sull’insediamento. La legittimità della seduta resta ora in attesa di un pronunciamento del prefetto, che potrebbe dichiararla nulla e annullare tutti gli atti conseguenti.
La “cultura del fare” cozza con l’incompetenza dimostrata nelle questioni essenziali
Nel suo breve intervento, Fiorucci ha parlato di “cambiamento e alternanza”, lodando l’amministrazione precedente per aver ripristinato l’ordine e invocando il patrono Sant’Ubaldo come guida per pacificare la città. Ha chiesto alla minoranza di essere “leali e costruttive” e ha sottolineato l’importanza della “cultura del fare”. Tuttavia, la sua richiesta sembra essere caduta nel vuoto, dato il clima teso e le critiche immediate ricevute.
La questione più spinosa è stata l’elezione del presidente del Consiglio Comunale. La consigliera Simona Minelli, che ha seguito a distanza la seconda parte dei lavori, non ha potuto esercitare il diritto di voto a scrutinio segreto. Rocco Girlanda ha proposto il voto unanime per Mattia Martinelli, ma la minoranza non ha trovato un accordo. Anche la proposta di alternanza alla presidenza, proposta da Girlanda è stata respinta. Dopo una lunga discussione, Martinelli è stato eletto presidente con 17 voti, mentre Riccardo Ciliegi e Luigi Girlanda sono stati eletti vicepresidenti.
La minoranza critica aspramente l’operato della nuova giunta
In seguito alla seduta, gran parte dei consiglieri di minoranza hanno diffuso un comunicato in cui criticano aspramente la nuova amministrazione, definendo la seduta “una figuraccia” e contestando il grave vizio formale nella convocazione. Hanno sottolineato l’incoerenza tra le promesse di cambiamento e la presenza di ex esponenti di giunte di sinistra e candidati del Movimento 5 Stelle nella nuova giunta. Hanno espresso preoccupazione per il futuro, dato che la seduta di insediamento è stata occupata da beghe interne piuttosto che da iniziative concrete.
L’insediamento della giunta Fiorucci è stato un momento di impasse che evidenzia gravi carenze nella gestione politica. Il sindaco ha mostrato una mancanza di trasparenza e di capacità di gestione delle crisi, scegliendo di rimanere in silenzio su questioni importanti. La decisione di includere assessori senza una chiara documentazione di nomina e senza risolvere la surroga dei consiglieri dimostra negligenza nella redazione degli atti amministrativi.
La convocazione in forma mista e il conseguente problema del voto a distanza sono stati gestiti in modo superficiale, creando tensioni che si sarebbero potute evitare usando il discernimento. La minoranza ha giustamente sollevato preoccupazioni sulla legittimità dell’insediamento del Consiglio Comunale.
Viviamo in un modo nel quale l’inesperienza e l’improvvisazione non possono trovare posto.