Rafforzare la sicurezza sul lavoro e migliorare la gestione delle malattie professionali: questi gli obiettivi dei due protocolli d’intesa firmati tra la Procura della Repubblica di Spoleto e le aziende sanitarie territoriali Usl Umbria 1 e Usl Umbria 2. L’iniziativa rappresenta un passo importante verso una collaborazione più strutturata ed efficace per affrontare temi di grande rilevanza sociale e giuridica.
Protocolli d’intesa: collaborazione rafforzata per la gestione degli infortuni sul lavoro
I protocolli d’intesa si concentrano su due ambiti fondamentali: la gestione degli infortuni sul lavoro, soprattutto nei casi di decessi o lesioni gravi, e le indagini sulle malattie professionali. Il Procuratore della Repubblica di Spoleto, dott. Claudio Cicchella, ha spiegato: “Con la sottoscrizione abbiamo reso più efficiente ed efficace la ricerca della responsabilità penale. e fornito indicazioni operative per assicurare rapidità e uniformità dell’intervento, in particolare nell’immediatezza dei fatti nei casi di infortunio sul lavoro procedibili d’ufficio”.
Ma di cosa si tratta nello specifico? Il primo protocollo stabilisce procedure precise per coordinare gli interventi in caso di infortuni mortali o gravi. Sono previsti l’immediata attivazione delle Forze di Polizia e l’intervento dei Vigili del Fuoco nei casi di pericolo imminente. Oltre al coinvolgimento tempestivo dei servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Psal) delle aziende sanitarie. Questo approccio integrato punta a garantire una gestione uniforme e rapida, agevolando l’azione penale con accertamenti accurati.
Focus sulle malattie professionali: un problema in crescita
Il secondo protocollo riguarda invece le malattie professionali, un fenomeno che in Umbria mostra un significativo aumento. Secondo il documento, questa crescita è attribuibile a una maggiore sensibilità dei medici certificatori e ai cambiamenti socio-economici. Il dott. Nicola Nardella, direttore generale della Usl Umbria 1, ha sottolineato che le malattie professionali richiedono un’attenzione particolare, poiché spesso sono legate a esposizioni prolungate a sostanze nocive. “Sul versante delle malattie professionali le aziende sanitarie svolgono un ruolo estremamente rilevante” – afferma – “per evidenziare il nesso causale tra malattia professionale e attività lavorativa, l’esposizione a sostanze e materiali nocivi quali l’amianto, per la messa in sicurezza del sistema da eventi dannosi che agiscono in maniera lenta e progressiva sull’organismo del lavoratore”.
I protocolli, in questo senso, delineano modalità operative chiare per le indagini, tra cui la redazione di relazioni preliminari da parte del personale di Polizia Giudiziaria (UPG) dei servizi Psal. Queste relazioni, tempestivamente inviate alla Procura, permettono di attivare gli atti urgenti necessari, come convalide di sequestri o conferimenti di incarichi tecnici.
Il ruolo centrale delle aziende sanitarie
Le Usl Umbria 1 e 2 giocano un ruolo cruciale non solo nella prevenzione, ma anche nell’emersione di fenomeni legati alla sicurezza sul lavoro. Su questo tema sono intervenuti sia il dott. Piero Carsili, direttore generale della Usl Umbria 2, che il dott. Nicola Nardella. Entrambi hanno dichiarato che “questi protocolli sono nati dalla necessità di gestire al meglio l’azione penale e l’attività delle varie figure, tra cui gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria delle Asl, chiamate ad intervenire su delega della Procura della Repubblica”.
Un altro punto chiave dei protocolli è infatti il coordinamento con il Sostituto Procuratore della Repubblica, il quale riceve direttamente informazioni dettagliate sui casi, inclusi i dati dei familiari delle vittime nei casi di infortunio mortale. Tale sistema garantisce la tempestiva esecuzione di atti legali cruciali.
Dati preoccupanti sugli infortuni sul lavoro in Umbria e l’importanza dei protocolli d’intesa
Secondo i dati INAIL nei primi 11 mesi del 2024, in Umbria, sono state denunciate 9.596 richieste di infortunio sul lavoro, un aumento rispetto alle 9.297 dello stesso periodo del 2023. Il tema rimane una priorità assoluta e si incrocia con quello, drammatico, delle morti sul lavoro che posizionano la regione al terzo posto per numero di decessi.
Secondo i dati elaborati da Vega Engineering, nei primi 11 mesi dell’anno sono stati accertati 17 decessi sul lavoro nella regione. Questo dato colloca l’Umbria al terzo posto tra le regioni italiane per incidenza di infortuni mortali, con un indice di mortalità pari a 47 decessi ogni 100.000 lavoratori, su una popolazione occupata di 361.596 persone.
La gravità della situazione si riflette anche nelle preoccupazioni espresse per alcuni territori specifici, dove la vulnerabilità dei lavoratori sembra particolarmente elevata. Nonostante iniziative come il sistema della patente a crediti per le imprese edili, volto a migliorare la sicurezza nei cantieri, è evidente che gli interventi attuali non sono sufficienti a contrastare questa piaga.
L’iniziativa della Procura di Spoleto e delle Usl umbre segna un passo avanti nella tutela della sicurezza dei lavoratori. Con l’aumento degli infortuni e delle malattie professionali, la necessità di un intervento coordinato e tempestivo è più urgente che mai. Questi protocolli d’intesa offrono un modello operativo che potrebbe diventare un punto di riferimento per altre regioni, ponendo la sicurezza sul lavoro al centro delle politiche pubbliche.