08 Apr, 2025 - 22:00

Indagine CNA "I giovani in Umbria: "Demografia, lavoro e istruzione": proposte per riavvicinare i giovani al mondo professionale

Indagine CNA "I giovani in Umbria: "Demografia, lavoro e istruzione": proposte per riavvicinare i giovani al mondo professionale

La presentazione dell’indagine “Giovani in Umbria: demografia, lavoro, formazione”, realizzata dal centro studi Sintesi e presentata oggi martedì 8 aprile, è stata un'occasione per fornire dati e possibili soluzioni per i giovani in vista del loro futuro. L'indagine ha visto la presenza dell’assessore regionale con delega in materia, Fabrizio Barcaioli.

L'appello di CNA e Confcommercio: "Serve riformare gli strumenti dedicati all'istruzione"

Servono nuovi strumenti regionali per l’istruzione per riavvicinare i giovani al mercato del lavoro. Le riforme devono partire dalla riprogrammazione delle risorse del fondo sociale europeo Plus. È l’appello lanciato da Cna e Confcommercio dell’Umbria a margine della presentazione dell’indagine “Giovani in Umbria: demografia, lavoro, formazione”.

“Quello che i dati ci dicono - hanno affermato Michele Carloni, presidente di Cna Umbria e Roberto Palazzetti, presidente del SUL (Consorzio Scuole Umbre per il Lavoro) - è che per prima cosa bisogna riformare urgentemente gli strumenti dedicati all’istruzione, rimodulando le risorse del FSE e destinando almeno 100milioni di euro a rafforzare il sistema dell’istruzione regionale per cercare di recuperare almeno una parte consistente dei cosiddetti Neet, cioè coloro che non studiano, né lavorano, presenti in Umbria”.

Giovani in Umbria, i dati

Dall'indagine emerge che i giovani umbri preferiscono di più i licei (55,8%) rispetto agli istituti professionali (16,1%), in maniera maggiore rispetto al resto d’Italia. Una volta conseguita la laurea, però, lasciano in tanti l’Umbria, spesso recandosi all'estero, dove trovano lavori più gratificanti e una migliore retribuzione. Nel 2023 sono andati via 2.222 laureati; di questi, 7 su 10 hanno meno di 40 anni. Una tendenza, purtroppo, costante nell'ultima decade.

Per quanto riguarda i giovani Neet, ossia non impegnati in attività di studio né di lavoro, ad ora in Umbria se ne registrano 18.000 giovani. Di questi, oltre 10.000 risultano del tutto inattivi, senza neppure cercare un impiego. Per quanto riguarda la demografia, la popolazione giovanile ha registrato un calo dell’8,1% in dieci anni, mentre la quota di giovani stranieri ha raggiunto il 15%. Le nascite sono diminuite da 7.440 del 2013 a poco più di 4.700 nel 2023, e gli over 65 sono saliti dal 24% al 27% della popolazione attiva.

L’obiettivo dichiaratom quindi, è duplice: ridurre il numero di Neet e rispondere alle esigenze delle micro e piccole imprese locali, che faticano a reperire manodopera qualificata. La riqualificazione professionale continua dei lavoratori e degli stessi imprenditori viene indicata come leva per favorire l’innovazione nei settori produttivi, soprattutto in quelli meno strutturati.

Barcaioli, l'invito a investire nella qualità della formazione e alle imprese volte ad innovarsi

"Se vogliamo trovare velocemente una forza lavoro da cui le imprese possano attingere - ha affermato Palazzetti - bisogna puntare sulla specializzazione dei Neet. Alcuni strumenti importanti sono sicuramente i corsi IeFP, rivolti ai giovani tra i 14 e i 18 anni, e gli ITS dedicati all’istruzione post diploma, il cui rafforzamento e continuità andranno garantiti anche dopo la fine dei fondi Pnrr. Proponiamo, inoltre, di ampliare le possibilità di ottenere una qualifica professionale ai giovani tra i 18 e i 35 anni""Perciò - hanno concluso i due esponenti di Cna e di Confcommercio Umbria - confidiamo nel lavoro che l’assessore Barcaioli vorrà portare avanti in tal senso nei prossimi mesi insieme all’assessore allo sviluppo economico, De Rebotti, e a tutta la giunta regionale”.

L’assessore Barcaioli ha ricordato che la scelta dei licei è importante per “formare cittadini, prima di lavoratori e imprenditori” ma allo stesso tempo serve creare anche una forte offerta normativa. L’assessore ha espresso  la disponibilità della Regione a cooperare per fornire risposte all’offerta formativa dei giovani tra 18 e 34 anni, continuando ad investire sulla qualità dei corsi. L'invito, però, è rivolto anche alle imprese ad innovare, per rendersi più attrattive ai giovani, nonostante il contesto normativo nazionale che vede situazioni di maggiore precarietà rispetto all’estero.

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Emanuele Landi
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