Si è svolto ieri presso la sede Finarvedi di Cremona l’atteso confronto tra i vertici di Acciai Speciali Terni e le rappresentanze sindacali territoriali e nazionali. Al centro dell’incontro tra sindacati e Arvedi Ast, il piano di rilancio dello stabilimento di Terni e le problematiche legate ai costi energetici. Questi ultimi continuano a rappresentare un freno per gli investimenti futuri e sono il vero fulcro della questione attorno al quale dipendono i tempi del rilancio dell’azienda.
Gli impegni annunciati da Arvedi Ast nell’incontro con i sindacati
Durante la riunione i vertici aziendali hanno ribadito la volontà di rilanciare lo stabilimento di Terni attraverso un piano industriale di investimenti. Giovanni Arvedi, presidente di Finarvedi, e Mario Arvedi Caldonazzo, vicepresidente, insieme all’amministratore delegato di Ast Dimitri Menecali e al direttore del personale Giovanni Scordo, hanno delineato le principali sfide legate al contesto attuale. “La proprietà ha di fatto confermato, ancora una volta, la volontà di un piano di rilancio per Ast quanto agli investimenti, però con un orizzonte temporale più incerto legato alla soluzione del problema del costo dell’energia. Annunciando proposte e interlocuzioni a livello istituzionale risolutive per giungere al più presto ad un accordo di programma“, spiegano Fim, Fiom e Uilm in una nota congiunta.
L’impegno dichiarato si inserisce in un contesto di forte pressione economica, dove l’elevato costo dell’energia costituisce una variabile critica. La dirigenza ha sottolineato la necessità di una collaborazione istituzionale per superare queste difficoltà e garantire un piano sostenibile. Per affrontare la questione energetica, l’azienda ha infatti annunciato la predisposizione di proposte concrete da portare avanti con le istituzioni. L’obiettivo è quello di giungere in tempi rapidi a un accordo di programma che possa garantire sostenibilità economica e competitività sul mercato.
I sindacati: necessità di maggiore trasparenza
Dal canto loro i rappresentanti sindacali hanno portato all’attenzione le ragioni che hanno condotto allo sciopero del 19 novembre 2024. Come spiegato nella stessa nota: “Come Fim-Fiom-Uilm di Terni, abbiamo ribadito le ragioni che hanno portato allo sciopero del 19 novembre 2024, in riferimento alla indisponibilità di discutere il dettaglio del piano industriale e delle ricadute negative in ordine ai carichi e ritmi di lavoro”.
Le sigle sindacali hanno inoltre sollecitato un maggiore coinvolgimento nelle decisioni strategiche, chiedendo trasparenza sul piano industriale e sugli effetti diretti che esso avrà sui lavoratori.
Giovanni Arvedi ha risposto confermando l’intenzione di migliorare la comunicazione interna e di avviare un percorso che preveda un coinvolgimento più diretto delle organizzazioni sindacali. “Giovanni Arvedi ha espresso la volontà di proseguire il progetto con una maggiore trasparenza e coinvolgimento dei lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali che si dovrà attuare nei prossimi mesi in sede aziendale”, concludono i sindacati.
Il problema del costo dell’energia
Una delle questioni più urgenti resta quella dei costi energetici. La proprietà ha sottolineato come questa variabile renda incerto l’orizzonte temporale per gli investimenti, influenzando significativamente il piano di rilancio. A tal proposito è stato annunciato un percorso di dialogo con le istituzioni per definire misure strutturali in grado di garantire sostenibilità economica e competitività. La risoluzione di questo problema sarà determinante per assicurare la stabilità dello stabilimento di Terni e consolidarne la presenza sul mercato.
L’incontro tra sindacati e Arvedi Ast si è chiuso con segnali incoraggianti ma anche con diverse incognite. Se da un lato la proprietà ha riaffermato la volontà di investire e collaborare più attivamente con i sindacati, dall’altro le criticità relative ai costi energetici e alle condizioni di lavoro restano al centro del dibattito. Per le rappresentanze sindacali, il dialogo dovrà tradursi in azioni concrete che garantiscano il benessere dei lavoratori e la sostenibilità del piano industriale.
La strada verso il rilancio dell’azienda, dunque, appare ancora lunga e complessa, ma l’impegno condiviso con i sindacati rappresenta un primo passo nella giusta direzione.