Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha recentemente commentato le notizie relative all’inchiesta di Perugia, che ha portato il suo nome a essere incluso nel registro degli indagati. Gravina ha affermato con decisione che le indagini della Procura di Perugia hanno smascherato un complotto orchestrato per danneggiare la sua figura, con false accuse e documenti manipolati.
Inchiesta Perugia, Gravina: “Gli accertamenti compiuti dalla procura di Perugia smascherano il complotto”
L’inchiesta si concentra su presunte compravendite fittizie di cui Gravina sarebbe stato coinvolto, ma le verifiche condotte dal procuratore capo Raffaele Cantone hanno rivelato la “falsità della proposta investigativa” e ”l’illiceità dell’attività di approfondimento” che ha portato all’iscrizione del numero uno della Federcalcio nel registro degli indagati. Secondo Gravina, l’ordinanza della Procura chiarisce il quadro di un’indagine viziata, in cui emerge il ruolo di alcune persone vicine a Claudio Lotito, un personaggio noto per i suoi attriti con il presidente della FIGC.
Gravina ha ricostruito con precisione i fatti che hanno portato all’avvio dell’indagine, basandosi sui risultati ottenuti dalla magistratura di Perugia. In particolare, l’indagine è stata avviata grazie agli incontri tra il sostituto procuratore Antonio Laudati, il comandante del gruppo SOS Pasquale Striano e due figure chiave: Emanuele Floridi e Angelo Fabiani, entrambi collegati a Lotito. Questi ultimi avrebbero fornito documenti falsi, dando il via a un’indagine senza fondamento.
Un altro elemento fondamentale emerso è che l’indagine iniziale, attribuita a informazioni provenienti dalla Procura di Salerno, è stata smascherata come falsa. Le verifiche della Procura di Perugia hanno chiarito che non esistevano legami tra le indagini e la Procura nazionale antimafia, svelando così l’origine del complotto contro Gravina.
Nonostante la delicatezza del caso, Gravina ha sottolineato come la magistratura stia facendo chiarezza, confermando l’insussistenza delle accuse a suo carico. Il giudice per le indagini preliminari della Procura di Roma ha respinto la richiesta di sequestro avanzata nei confronti di Gravina, ritenendo che non vi fossero elementi sufficienti per sostenere l’ipotesi di reato.
La fiducia nel sistema giudiziario
Il presidente della FIGC ha ribadito la sua fiducia nella magistratura, dichiarando di voler chiarire la sua estraneità a qualsiasi illecito in tutte le sedi opportune. Ha anche espresso preoccupazione per le trame complottistiche emerse dall’indagine. Secondo Gravina, questo complotto è stato orchestrato da alcuni esponenti del mondo del calcio, in collaborazione con alcuni apparati dello Stato, con l’obiettivo di screditarlo e danneggiare la sua immagine.
In attesa dei prossimi sviluppi, Gravina ha invitato tutti i contesti istituzionali coinvolti a mantenere alta la vigilanza e a garantire la trasparenza nelle operazioni, auspicando che i responsabili vengano individuati e portati a rendere conto delle proprie azioni nelle sedi legali competenti.
La storia di Gabriele Gravina
Gabriele Gravina è una figura di rilievo nel panorama calcistico italiano, con una carriera che affonda le radici negli anni Ottanta. Nato il 5 ottobre 1953 a Castellaneta, Gravina ha sviluppato una carriera dirigenziale e imprenditoriale legata al mondo del calcio. Dal 1984 al 2000, è stato proprietario della società Castel di Sangro, insieme al suo socio e zio Pietro Rezza. In quel periodo, il club ha raggiunto un traguardo eccezionale, passando dalla Seconda Categoria alla Serie B, con il Castel di Sangro che diventa la più piccola città mai rappresentata nella serie cadetta.
Negli anni successivi, Gravina ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali all’interno del calcio italiano e internazionale. È stato consigliere della Lega Professionisti Serie C, consigliere federale della FIGC e membro del consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio della provincia dell’Aquila.
La sua carriera internazionale include incarichi come membro della Commissione UEFA per l’Assistenza Tecnica e Amministrativa, oltre a essere stato capo delegazione della Nazionale Under-21. Durante questi anni, ha accompagnato gli Azzurrini ai campionati europei del 2004, 2007 e 2009, e ai Giochi Olimpici di Atene 2004 e Pechino 2008.
Nel 2015, Gravina è diventato presidente della Lega Pro, con un largo margine di voti, ruolo che ha ricoperto fino alla sua elezione a presidente della FIGC nel 2018. Sotto la sua presidenza, l’Italia ha ottenuto grandi successi, come la vittoria agli Europei del 2020, mentre nello stesso tempo ha affrontato la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali del 2022.