I magistrati di Perugia hanno trasmesso alla Commissione Antimafia documenti di notevole rilevanza, tra cui una testimonianza e una relazione firmata dall’ex procuratore aggiunto Giovanni Russo. Quest’ultimo ha affermato di aver segnalato già nel 2020 comportamenti sospetti del tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, nel tentativo di far emergere irregolarità interne alle forze dell’ordine. La mossa della Procura, attualmente diretta da Raffaele Cantone, aggiunge uno snodo in una vicenda che continua a farsi intricata.

La richiesta dell’organismo parlamentare e la decisione della procura

A seguito di una richiesta formale dell’Organismo parlamentare, la Procura di Perugia ha consegnato i documenti, che mirano a chiarire i risvolti di una storia che ha assunto dimensioni sempre più articolate. La scelta di trasmettere il materiale punta a rispondere alla volontà della Commissione Antimafia di ottenere risposte sul comportamento del tenente Striano, il cui operato è stato oggetto di segnalazione da parte di Russo in una relazione che, stranamente, non era stata depositata all’epoca dei fatti. Solo di recente, infatti, il documento è stato rinvenuto e passato alla Procura perugina, che ha immediatamente chiamato Russo a testimoniare.

Il nodo dell’ex procuratore nazionale antimafia

Nell’indagine si fa largo il nome di Federico Cafiero De Raho, che all’epoca dei fatti guidava la Direzione nazionale antimafia e oggi ricopre un ruolo politico all’interno del M5S. Russo sostiene di aver comunicato proprio a De Raho quelle presunte anomalie, inviando una relazione scritta che, tuttavia, non figura tra i documenti depositati. De Raho, oggi vice-presidente della Commissione Antimafia, ha prontamente smentito, dichiarando: “Non ho mai ricevuto relazioni o segnalazioni di Giovanni Russo riguardanti Pasquale Striano”. E, senza mezzi termini, ha aggiunto: “Il dossieraggio lo sto subendo io. Mi trovo al centro di una macchinazione”.

Il tribunale del riesame e la controversa questione degli arresti domiciliari

La documentazione acquisita è stata discussa anche durante un’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Perugia. Qui i pubblici ministeri, sotto la guida di Raffaele Cantone, hanno contestato la decisione del GIP di non autorizzare gli arresti domiciliari per Pasquale Striano e l’ex magistrato Antonio Laudati, entrambi coinvolti in un’indagine riguardante accessi non autorizzati ai database della Procura antimafia. La questione degli arresti domiciliari è solo un tassello in più in un mosaico che riflette i conflitti e le tensioni all’interno dell’ambiente giudiziario.

Gasparri: tra accuse e sfide istituzionali

L’eco della vicenda ha provocato una reazione determinata da parte di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e membro della Commissione Antimafia, che ha criticato duramente il comportamento di Cafiero De Raho, accusandolo di voler “stare ieri alla Procura e oggi in Antimafia a indagare su sé stesso.” Gasparri, infine, non ha risparmiato accuse ai “grillini” che, a suo dire, evitano di confrontarsi apertamente con i fatti.

Gasparri ha dichiarato nel comunicato veicolato dall’Ansa: “Sarebbe inutile rinnovare la solidarietà alla Colosimo, perché i fatti sono molto chiari. Ma lo facciamo lo stesso. La Presidente dell’Antimafia conduce un’azione rigorosa con il nostro supporto per verificare gli scandali della Procura nazionale antimafia ai tempi della presidenza di De Raho. De Raho, invece, vuole stare ieri alla Procura e oggi in Antimafia a indagare su sé stesso. Piange e fa ‘gne, gne, gne’ con Conte che parla a vuoto. Noi andremo avanti accertando i fatti, non emettiamo sentenze, ma facciamo verifiche. Invece i grillini si auto assolvono non avendo argomenti per farlo. Inviterò Conte a leggersi la mia prossima interrogazione su un suo senatore che ritorna su vicende del passato mai chiarite. Tacciano e studino le carte. Vedranno che abbiamo ragione noi e hanno torto loro con le loro macroscopiche incompatibilità. Le minacce e le minaccette di Conte dopo gli ‘gne, gne, gne’ di Cafiero de Raho non ci spostano di un millimetro”.