Le prima avvisaglie della guerra che si scatenerà di inceneritore regionale, discariche e piano regionale dei rifiuti, si erano avute ieri (come avevamo anticipato su Tag24 Umbria). Appena dopo l’Assemblea dell’AURI che ha segnato il ribaltone delle maggioranze interne, consegnando l’Authority di idrico e rifiuti al centrosinistra. Le dichiarazioni rilasciate dal segretario del PD Tommaso Bori, in piena consonanza con quelle del 5 Stelle Thomas De Luca, hanno portato alla risposta immediata dei sindaci di centrodestra. Che nel nuovo direttivo di AURI sono rappresentati dalla sindaca di Orvieto Roberta Tardani. La quale non a caso, ieri, dopo l’elezione aveva scelto la strada delle dichiarazioni politiche a supporto del nuovo piano regionale dei rifiuti.
Un piano che prevede la chiusura del ciclo tramite smaltimento in discarica dei rifiuti non riciclabili e non recuperabili pari al 7% al 2030. E ancora, la realizzazione di un inceneritore unico regionale con una capacità massima di 160 mila tonnellate all’anno di rifiuto trattato. Infine, lo stop al trattamento meccanico-biologico e l’integrazione su base regionale dei servizi di raccolta, spazzamento e trasporto e di quelli di riciclo e smaltimento.
Neanche il tempo di partire col nuovo consiglio direttivo di AURI, quindi, e già scoppia la guerra dei sindaci. Quelli di centrodestra si sono già organizzati e hanno bocciato le posizioni del “campo largo” che si candida a riprendere la Regione. Quelli di centrosinistra, invece, hanno portato a casa la maggioranza del direttivo AURI ma hanno anche scelto i sindaci di Magione, Massimo Lagetti, e Città di Castello, Luca Secondi, che si ritrovano a fare i conti con i problemi causati dalle discariche sul territorio da loro amministrato.
Inceneritore e discariche, dai sindaci di centrodestra attacco a PD e M5S: “Dichiarazioni sconclusionate”
Il coordinamento dei sindaci di centrodestra e civici dell’Umbria esprime “preoccupazione e solidarietà per le sconclusionate considerazioni da parte dei capigruppo Bori del Partito democratico e De Luca dei 5 Stelle“.
L’assemblea dei sindaci di AURI, infatti, si è svolta in un clima di grande collaborazione istituzionale, con la votazione alla unanimità del nuovo presidente e dell’intero Consiglio direttivo. Ma il ribaltone nelle maggioranze politiche interne al consiglio direttivo, ha prodotto da subito la fibrillazione della politica. Anche perché quello dello smaltimento dei rifiuti è un tema caldo in vista delle Regionali. E perché col cambio degli equilibri, cambia radicalmente l’impostazione di merito sulla gestione del ciclo.
In più, in casa della sinistra, non è piaciuto il bando per il nuovo inceneritore regionale emesso a pochi giorni dal cambio della guardia dal presidente uscente di AURI, il sindaco di Todi Antonino Ruggiano (FdI).
“Mandarla in caciara non è mai stato utile a nessuno – scrivono nella nota i sindaci di centrodestra e i civici -. I sindaci sono stati pragmatici, hanno votato all’unanimità presidente, vice e consiglio e hanno ringraziato i vertici uscenti. In questo clima di serietà e di consapevolezza, sono apparse davvero incredibili le dichiarazioni dei due capigruppo DEM e 5 Stelle in Consiglio Regionale“.
Secondo i firmatari del documento Bori e De Luca hanno confuso il ruolo di AURI, Autorità di tipo tecnico e terza rispetto alle diatribe politiche. E si sono affrettati ad assegnare al nuovo direttivo il compito “interpretare i veri principi della transizione ecologica” (De Luca). E a dichiarare di essere “pronti a far valere le nostre battaglie e il nostro impegno sul fronte della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, che la destra che ha governato questo organismo ha sottovalutato” (Bori).
Il caso di Magione, Città di Castello e Orvieto: i tre comuni col problema delle discariche
“Esprimiamo grande preoccupazione nello scoprire che i due massimi esponenti dell’opposizione in Consiglio Regionale non sappiano quale sia il ruolo di Auri – dicono ancora i sindaci di centrodestra -. E che pensino di poter usare le istituzioni e le Autorità indipendenti ai fini di una sterile battaglia politica, peraltro sbagliata, superata e bocciata anche dalle normative Europee. La stagione di chi pensava che le Istituzioni umbre potessero essere piegate alle esigenze personali di qualche capobastone di partito è finita per sempre“.
Poi c’è il tema delle tre città, già nominate ieri da Tardani, che in questi anni hanno sopportato i problemi di maggioore rilievo conseguenti agli ampiamenti e potenziamento delle discariche. “Esprimiamo solidarietà ai cittadini di Città di Castello, Magione e Orvieto – recita la nota -. Che, secondo i progetti della sinistra umbra, dovrebbero avere un futuro di ampliamento delle discariche, come se questi Comuni possano impunemente essere considerati la pattumiera dell’Umbria. Come è noto, i rifiuti sepolti nelle discariche si decompongono molto lentamente e rimangono un problema per le generazioni future. Con gravissimi problemi di produzione di tossine, percolato e gas serra“.
Insomma, per i sindaci del centrodestra il Piano Regionale dei Rifiuti, che prevede la fine dell’uso delle discariche, come chiusura del ciclo, a tutela della salute dei cittadini dei Comuni di Città di Castello, Magione ed Orvieto è la ricetta da difendere.
“Sapere che la sinistra ha in progetto di tornare al vecchio schema – si conclude il comunicato – continuando ad inquinare il Cuore Verde d’Italia lascia davvero basiti. Pensare che possa farlo, usando addirittura le Autorità di Garanzia fa venire davvero i brividi. La strada per il futuro della nostra Regione è tracciata e non saranno i vaniloqui di certi personaggi a farci tornare indietro“.
La guerra è appena iniziata.