Un grave incendio ha colpito ieri Narni, precisamente nell’area compresa tra Nera Montoro e San Liberato, generando grande preoccupazione nella popolazione locale e nelle autorità. Le fiamme, scoppiate in almeno tre diversi punti, si sono rapidamente diffuse lungo la campagna della zona, alimentate dalle condizioni climatiche e dalla vegetazione secca tipica di questo periodo estivo. Il vasto rogo ha richiesto l’intervento tempestivo delle squadre dei Vigili del Fuoco e di altri enti di soccorso.

Incendio a Narni: indagini in corso

L’incendio si è sviluppato in maniera repentina e su più fronti, rendendo complessa l’azione di contenimento. Sin dalle prime ore dell’allerta, sul posto sono intervenute tre squadre dei Vigili del Fuoco, che hanno lavorato incessantemente per limitare l’avanzata delle fiamme. Vista la gravità della situazione è stato necessario il supporto aereo. Durante tutta la giornata, diversi elicotteri hanno effettuato numerosi lanci d’acqua, cercando di spegnere i focolai più difficili da raggiungere via terra.

L’operato dei mezzi aerei è stato fondamentale per il contenimento del rogo, soprattutto nelle zone di difficile accesso dove il fuoco rischiava di estendersi rapidamente. Grazie alla sinergia tra Vigili del Fuoco, elicotteri e personale specializzato, le fiamme sono state in gran parte domate già entro la fine della giornata. Diversi focolai sono rimasti attivi anche nella serata di ieri, richiedendo la continua sorveglianza delle squadre impegnate sul fronte del fuoco.

Questa mattina sono riprese le operazioni di spegnimento degli ultimi focolai, mentre le squadre di Vigili del Fuoco, supportate dal personale dell’Afor (Agenzia forestale regionale), hanno iniziato le operazioni di bonifica nelle aree colpite dall’incendio. Questi interventi sono fondamentali per evitare che eventuali residui di combustione possano riattivare le fiamme.

Sono state prontamente avviate le indagini da parte delle autorità competenti per stabilire la causa dell’incendio. L’ipotesi principale al vaglio è quella di un’origine dolosa, data la presenza di tre distinti focolai, un elemento che solleva sospetti su un possibile atto intenzionale. I Carabinieri e la Polizia Locale stanno raccogliendo prove e testimonianze per far luce sull’accaduto e individuare eventuali responsabili.

Chiuso il tratto stradale SS 675 Umbro-Laziale

A causa dell’estensione delle fiamme, le autorità hanno dovuto prendere decisioni drastiche per garantire la sicurezza pubblica. La SS 675 Umbro-Laziale, importante arteria di collegamento tra le regioni Umbria e Lazio, è stata chiusa per diverse ore. La chiusura è stata disposta per evitare pericoli per gli automobilisti, data la vicinanza del fuoco alla strada e la scarsa visibilità dovuta al fumo denso che si era diffuso nell’aria. Il tratto stradale è stato riaperto solo quando il lavoro dei Vigili del Fuoco ha garantito che l’incendio fosse sotto controllo e che non ci fossero ulteriori rischi per la circolazione.

Dati sugli incendi in Umbria: 12 anni di lotta contro il fuoco

Negli ultimi 12 anni, l’Umbria ha affrontato un’emergenza incendi senza precedenti. Secondo i dati raccolti, sono stati bruciati complessivamente 5.152 ettari di bosco, una superficie che equivale a più di 8.580 campi da calcio. Nonostante il lavoro di prevenzione e contrasto, l’Umbria resta una regione particolarmente esposta al rischio di incendi, soprattutto nei mesi estivi.

Suddividendo gli ultimi 12 anni in tre periodi di quattro anni ciascuno, è possibile tracciare un grafico che mostra come la superficie boschiva percorsa dal fuoco sia notevolmente diminuita rispetto agli anni successivi al 1995. Questo miglioramento è dovuto a una maggiore consapevolezza dei rischi e all’introduzione di tecniche avanzate di prevenzione e lotta agli incendi.

In totale, si sono verificati 1.160 incendi negli ultimi 12 anni, con una media di 94 incendi all’anno nel periodo più recente. Anche se la tendenza mostra una leggera diminuzione del numero di incendi, la superficie media interessata da ciascun rogo varia tra i 3,9 ettari nel 2001 e i 2,8 ettari nel 2002. Tuttavia, il rischio di incendi rimane alto, e l’impegno delle autorità è fondamentale per proteggere il patrimonio naturale della regione.