Per commentare l’inaugurazione della mostra al Caos di Terni de “Le ragazze di Bauhaus” è intervenuta in esclusiva ai microfoni di TAG24 Umbria, l’assessore alla cultura del comune di Terni, Michela Bordoni.
L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 20 aprile al primo dicembre, dal giovedì alla domenica, con orario continuato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00. Il prezzo del biglietto intero è di 10,00 euro, per studenti fino a 18 anni è di 8,00 euro e per gruppi di studenti con più di 10 persone è di 5,00 euro a testa.

Assessore alla cultura di Terni, Michela Bordoni: “La mostra è ben articolata, colorata e gioiosa”

In che cosa consiste la mostra “Le ragazze del Bauhaus”, qual è il suo obiettivo?
La mostra de “Le ragazze di Bauhaus” rappresenta sicuramente un una manifestazione di come la cultura renda veramente liberi. Questa mostra è composta da diverse sfaccettature, ci sono opere importanti che danno dimostrazione di come le donne, in quel determinato periodo storico, sono riuscite a trasformare in arte e lavoro le dicerie comuni. Sono riuscite non solo ad emanciparsi, ma anche a dimostrare la creatività e la capacità che avevano le donne in settori che all’epoca erano destinati solo agli uomini. Le ha rese veramente libere da un punto di vista culturale”.

Che tipo di opere sono esposte?

“La mostra è composta da 150 opere e ci sono sia oggetti in metallo, in tessuto ceramico e anche riproduzione dei maestri che hanno insegnato al Bauhaus. All’interno della mostra saranno esposte delle litografie di Kandinsky che sono di proprietà del nostro museo “Aurelio Di Felice” e delle quali sono stati riprodotti dei poster che potranno essere acquistati.
La mostra è veramente ben articolata, colorata e gioiosa. Noi ci auguriamo che l’interesse venga non solo dagli adulti, ma anche da parte dei giovani e delle ragazze che purtroppo ancora a distanza di un secolo non hanno ottenuto del tutto la parità di genere”.

Michela Bordoni: “L’insegnamento che Margaret Heymann ci ha lasciato è che se si può, e se si vuole credere in qualcosa, lo si può realizzare”.

Quale insegnamento ci ha lasciato la storia di Margarete Heymann?

Margarete Heymann è stata una vera pioniera. Ha rotto dei tabù in un’epoca dove sia la donna, sia la libertà di pensiero, venivano oscurate. A livello artistico il loro pensiero andava controcorrente.
L’insegnamento che Margaret ci ha lasciato è che se si può, e se si vuole credere in qualcosa, lo si può realizzare”.

La storia di Margarete Heymann e le ragazze del Bauhaus

Dopo la morte del marito in un incidente stradale, Margarete Heymann ha continuato con coraggio a gestire la Haël Workshops for Artistic Ceramics. Ha sfidato i pregiudizi sulla donna nella società del tempo e ha mostrato determinazione nel promuovere il design Bauhaus con le sue ceramiche considerate all’avanguardia.
Di origine ebraica, Margarete Heymann fu presto presa di mira dai nazisti per via della sua importanza nella gestione dell’azienda. Dopo la crisi economica del 1929, Margarete Heymann fu obbligata a vendere la sua impresa nei primi anni Trenta. Fu di nuovo presa di mira dai nazisti con un articolo pubblicato sulla rivista Der Angriff il 20 maggio 1935. Nell’articolo venivano confrontate le ceramiche innovative di Heymann con quelle più tradizionali di Hedwig Bollhagen, giungendo infine a definire la sua arte come degenerata.

Solo dopo tali attacchi, Margerete Heymann fu persuasa a vendere la propria azienda. L’azienda fu venduta direttamente a Hedwig Bollhagen, la quale non esitò a usare i design e le idee di Margarete Heymann per rilanciare l’azienda. In seguito, la Bollhagen continuò a adottare lo stile Bauhaus per mantenere il suo appeal.

Solo in un secondo momento dei giornalisti riuscirono a fare chiarezza sulla questione. Il processo di vendita coatta dell’azienda si configurava come una vera e propria arianizzazione.
Per Margarete Heymann, tuttavia, non ci fu né successo, né riconoscimento.
Dopo essersi stabilita a Londra, tentò di avviare un’impresa simile in Gran Bretagna, ma non ottenne lo stesso successo raggiunto in Germania.