Valentino Martinelli (Roma 1923 – 1999), uno dei più importanti storici dell’arte italiani, già professore di storia dell’arte nelle Università di Messina, Perugia e Roma, ha donato ai servizi culturali del Comune di Gubbio la sua biblioteca.
Un lascito importantissimo, che il testamento ha destinato in parte al Comune di Perugia. Gli eredi hanno destinato la restante collezione, conservata direttamente nello studio romano del professore, in un appartamento del centro storico specificatamente dedicato ai libri, al Comune di Gubbio.
L’operazione è stata resa possibile grazie all’interessamento del professor Francesco Federico Mancini, già allievo e assistente del professor Martinelli presso l’Università degli Studi di Perugia, che ha proposto al Comune di acquisire il materiale documentario e librario affinché confluisse in parte presso la Biblioteca Sperelliana e in parte presso i locali dell’ex monastero di San Benedetto, sede della scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’Università di Perugia.
Il nuovo lascito preso in carico dai servizi culturali del Comune di Gubbio
Valentino Martinelli si laureò a Roma nell’immediato dopoguerra e fu assistente di Lionello Venturi, di cui fu allievo. Nel 1976 ottenne la cattedra di Storia dell’Arte moderna presso l’Università di Roma, dove, a partire dal 1979, diventò anche direttore della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte medievale e moderna.
Ottenne anche incarichi in Istituzioni quali la Quadriennale di Roma (nella quale ha ricoperto l’incarico di membro del Consiglio di Amministrazione dal 1984 al 1988) e la Biennale di Venezia di cui, nel 1968, è stato presidente della Commissione per le Arti figurative.
Parallelamente al lavoro accademico svolse un’intensa attività di critico d’arte. Collaborò a riviste d’arte e letteratura fra le quali La Fiera Letteraria, Il Veltro, Civiltà delle Macchine, Antichità viva, Studi Romani, Bollettino dei Musei Comunali di Roma e Commentari.
Il professor Martinelli prediligeva l’arte barocca in contrasto con Benedetto Croce
Dal 1961 al 1965 fu critico d’arte del quotidiano Momento Sera. Ha lasciato la sua collezione d’arte barocca al Comune di Perugia, attualmente ospitata nella Galleria Nazionale dell’Umbria.
Andando contro corrente rispetto agli storici dell’arte italiani della prima metà del Novecento, Martinelli ha, fin dai tempi della tesi, rivolto i propri interessi verso l’arte barocca, bandita per lungo tempo dall’accademia italiana per via del giudizio negativo datone da Benedetto Croce, che in quel periodo artistico vedeva un inequivocabile decadenza del gusto.
In opposizione a questa tendenza Martinelli ha invece impostato studi e interessi in questa direzione, coinvolgendo nei lunghi anni d’insegnamento i propri allievi, tutti impegnati nella ricerca e analisi della produzione scultorea romana fra Seicento e inizio Settecento.
Con lascito testamentario nel 16 dicembre 1997, Martinelli ha donato al Comune di Perugia la sua collezione d’arte comprendente opere di pittura, scultura e grafica realizzate da artisti del barocco romano tra i quali Gian Lorenzo Bernini, Claude Mellan, Johann Paul Schor, Mattia Preti, Carlo Maratta, Domenico Guidi, François Spierre, Giovan Battista Piranesi.
Dal 2002 al 2014 la collezione è stata ospitata nella sede museale comunale di Palazzo della Penna a Perugia. Nel giugno 2013 il Comune di Perugia, d’accordo con il Ministero dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo, decretò il trasferimento della collezione, che si ultima il 17 aprile 2015, alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
La collezione del critico d’arte, tra la Biblioteca Sperelliana e l’ex monastero di San Benedetto
Sono attualmente esposte circa una settantina di opere, su un totale di oltre cento, in tre sale del secondo piano del museo.
Nell’ex Monastero di San Benedetto, grazie agli arredi originali dello studio romano del professor Martinelli, i servizi culturali del Comune di Gubbio stanno provvedendo proprio in queste ore alla vigilia del voto amministrativo a realizzare una piccola biblioteca, dedicata a studi storico-artistici, collegata alla stessa Sperelliana e al servizio degli studenti della scuola di specializzazione.
Presso la Sperelliana, invece, i libri del professor Martinelli formeranno un vero e proprio fondo librario per lo studio e la ricerca.