Si avvicina il 25 novembre, Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro tutte le donne. Una data simbolo in cui in tutto il mondo si tengono iniziative per sensibilizzare e creare consapevolezza intorno a un probelma, quello della violenza di genere, che è ancora troppo diffuso. Una ricorrenza che a Terni sarà profondamente sentita. La città quest'anno è stata sconvolta da un brutale femminicidio, quello di Ilaria Sula, giovane e brillante ragazza assassinata dall'ex fidanzato, il 24enne reo confesso, Mark Samson.
Mercoledì scorso a Roma si è aperto il processo che lo vede imputato con le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla relazione affettiva con la vittima e l'occultamento di cadavere. In aula erano presenti i genitori di Ilaria, Flamur e Gezime e il fratello Leon, oltre ad altri familiari, amici e rappresentanti di associazioni che hanno voluto esserci e dimostrare il proprio sostegno. Abbiamo raggiunto telefonicamente l'avvocato della famiglia Sula, Giuseppe Sforza con cui in esclusiva per Tag24 Umbria abbiamo ricostruito alcuni passaggi, anche in vista della prossima udienza che si terrà a dicembre.
Si è tenuta da poco la prima udienza del processo a carico di Samson. I genitori e il fratello di Ilaria erano presenti in aula indossando magliette con il volto della loro figlia e sorella e la scritta "Giustizia per Ilaria". Come stanno?
"Sono molto fragili, per loro l'apertura del processo è stata un'ulteriore sofferenza. La loro situazione, come si può immaginare, non è migliorata, il dolore non si placa. Il 12, il giorno dell'udienza, è stata la prima volta in cui si sono trovati a tre metri di distanza dall'assassino della figlia. Quello che mi ha colpito è stata la dignità della famiglia di Ilaria: non c'è mai stato un gesto, né da parte loro né da parte degli amici accorsi, in direzione di Samson".
I genitori di Ilaria avevano conosciuto Samson quando alla fine di marzo si erano recati a Roma per presentare la denuncia di scomparsa. Lui aveva anche abbracciato il papà della ragazza.
"Confermo. Il padre di Ilaria guardandolo negli occhi gli aveva proprio chiesto se fosse a conoscenza di qualcosa, ma Samson aveva negato, sostenendo che non sapeva nulla".
A lei come è apparso Samson in aula?
"Molto dimesso, testa bassa per tutto il tempo, dall'inizio alla fine dell'udienza. Non ha cercato nessun contatto visivo con i gentori e i familiari".
La prossima udienza si terrà il 9 dicembre.
"Sì, questa era l'udienza di apertura in cui sono state proposte le varie parti civili su cui la Corte il 9 dicembre, deciderà quali ammettere e quali no. In quella data entreremo già nel vivo del processo poiché verranno citati i primi testimoni che dovranno ricostruire tutto, dalle ricerche agli accertamenti svolti. Sarà un'udienza complessa".
Nel procedimento ha chiesto di costituirsi parte civile l’università La Sapienza di Roma, dove studiava Ilaria, rappresentata dall’avvocato Roberto Borgogno, oltre alle associazioni Penelope Lazio, Associazione italiana vittime vulnerabili, Associazione per Marta e per Tutte e Insieme a Marianna, attive nel sostegno ai familiari delle vittime e nel contrasto alla violenza sulle donne.
L'assassino di Ilaria, da quanto emerso anche dai messaggi sul suo cellulare, avrebbe premeditato il delitto. Qualla frase shock "O torna con me o la uccido" lo confermerebbe. Il suo atteggiamento è stato improntanto a un "forte autocontrollo e lucidità" come ha sottolineato la Giudice per le Indagini Preliminari, Antonella Minunni, evidenziando la sua capacità di riuscire a tornare alla normalità subito dopo aver commesso il femminicidio.
La famiglia Sula che come ha ricordato anche il legale, sta affrontando questo dolore con una dignità incrollabile, ha sempre chiesto giustizia per la loro figlia. "Di Samson non ci interessa nulla" hanno ribadito al termine dell'udienza.