20 Jun, 2025 - 18:00

Il sindaco di Gubbio Fiorucci celebra Stefania Craxi e il lascito politico di Bettino: “Parole attuali, visione profetica”

Il sindaco di Gubbio Fiorucci celebra Stefania Craxi e il lascito politico di Bettino: “Parole attuali, visione profetica”

Si è tenuta ieri sera 19 giugno, nella suggestiva Sala Trecentesca del Comune di Gubbio, la presentazione del libro All’ombra della storia di Stefania Craxi. Un evento molto partecipato e ricco di emozione, che ha visto il pubblico coinvolto in un intenso viaggio nella memoria e nella storia. Ad inaugurare la serata i saluti istituzionali del sindaco Vittorio Fiorucci, mentre il dialogo con l’autrice è stato condotto dal direttore del Corriere dell’Umbria, Sergio Casagrande, affiancato dalla senatrice di Forza Italia e coordinatrice provinciale Fiammetta Modena. Con parole appassionate e autentiche, l'autrice, Stefania Craxi ha ripercorso momenti memorabili della storia politica italiana intrecciati alla dimensione personale, offrendo uno sguardo profondo e umano su un passato ancora vivo che continua ad interrogare il presente.

Un’accoglienza calorosa: le parole del Sindaco Fiorucci

«Buonasera, soprattutto a Stefania, l'ospite che Gubbio ha l'onore di ricevere questa sera in questa splendida cornice», ha esordito con tono solenne il sindaco Vittorio Fiorucci, sottolineando immediatamente la rilevanza dell’evento. Una cornice storica – la Sala Trecentesca – per una narrazione che fonde passato e presente.

«Un appuntamento importantissimo», ha insistito il primo cittadino, definendo il volume presentato da Stefania come un testo «intenso, coraggioso e soprattutto necessario».

«Il titolo, All’ombra della storia, è insieme una dichiarazione e un invito: ereditato e difeso, ma soprattutto una chiamata a rileggere una stagione politica in modo libero da semplificazioni e mistificazioni».

Il discorso del 1988: una sorprendente attualità

Il sindaco Fiorucci ha ripercorso il discorso tenuto da Bettino Craxi, padre di Stefania, proprio a Gubbio nel maggio del 1988, in piazza Oderisi. Un passaggio davvero evocativo:

«Un discorso talmente attuale e vivo, sorprendente a tratti. Craxi parlò della necessità di riformare lo Stato, di garantire la giustizia, ma soprattutto di proteggere il lavoro e la democrazia di fronte alla forza crescente delle concentrazioni economiche e dei poteri non elettivi».

Parole che, ha sottolineato Fiorucci, anticipavano i temi globali e le tensioni del nostro tempo: la spinta esasperata alla finanza, il declino delle piccole imprese, la fragilità dei territori. «Guardate che sono parole veramente illuminate e predittive in maniera incredibile».

La politica del futuro e la lezione del passato

Fiorucci ha offerto una riflessione per nulla scontata:

«Fu uno dei rari momenti in cui la politica parlava con voce del futuro».

Craxi – ha proseguito – «aveva intuito il pericolo di una globalizzazione senza freni, che avrebbe spogliato i territori della loro centralità, sostituendo la mediazione politica con la pressione finanziaria». Una lectio magistralis che richiama l’urgenza di ritrovare una politica fondata sul qui e ora, sui valori comunitari e sul bene comune.

Padre e figlia: da difendersi da soli al dovere pubblico

Fiorucci ha colto un passaggio intenso e affettivo nel libro:

«Finché mio padre fu in vita, si difese da solo. Ma chi lo avrebbe difeso dopo? Io ero il cucciolo, tu eri il Leone».

Una frase che ha toccato il cuore dei presenti, incarnando il dramma e la tenacia di una Storia che continua a pesare sulle generazioni. Difendere la verità, ha continuato, «non è un gesto nostalgico o privato, ma un atto di responsabilità pubblica». Perché: «Un paese che dimentica o falsifica la propria storia non costruisce un futuro, ma una menzogna».

Memoria e attualità: la crisi della politica

Fiorucci ha sottolineato come il libro porti alla luce «una stagione in cui la politica sapeva porsi domande scomode e dare risposte coraggiose». Cita le sfide odierne: la crisi della rappresentanza politica, l’impoverimento del tessuto produttivo, il crescente distacco tra chi decide e chi subisce conseguenze.

«La politica ha smesso di ascoltare, progettare, pensare a un ‘noi’ costruttivo. È diventata comfort zone, dominio di interessi personali e lontana dalla risoluzione dei problemi concreti».

Una riflessione severa. Il contrasto con l’epoca di Craxi provoca una domanda: possiamo riscoprire quell’ambizione politica?

Rileggere un socialismo riformista e moderno

Fiorucci ha ricollegato quelle istanze storiche ai valori attuali:

«Se torniamo a leggere quel pensiero riformista, figlio di un socialismo moderno e popolare, forse possiamo ritrovare l’ambizione di una democrazia più vera, partecipata e giusta».

Un ponte tra passato e presente, che non resta nostalgia, ma strada per ricostruire comunità, senso civico, visione collettiva.

Una cittadina che ascolta, un libro che unisce

Il sindaco ha infine rivolto parole di gratitudine:

«Stefania, grazie per aver scelto Gubbio, questa città che ascoltò tuo padre con rispetto ed affetto. Oggi ascolta te con altrettanta attenzione».

E ha riassunto così il ruolo del libro:

«Il tuo libro è un ponte tra generazioni. Tra verità e memoria, tra politica e sentimento».

Buon viaggio… all’ombra della storia

L’intervento si è chiuso con un augurio caloroso:

«Vi auguro una buona serata a tutti e soprattutto un buon viaggio all’ombra della storia».

Un invito a percorrere un cammino di consapevolezza e rinascita civile, a riscoprire la ricchezza di una narrazione collettiva che ancora pulsa nelle città come Gubbio e in libri come quello di Stefania Craxi.

Conclusione: memoria, verità e ricomposizione

Nel suo discorso, il sindaco Vittorio Fiorucci ha offerto una visione lucida e appassionata, intrecciando storia e attualità in un invito alla riflessione collettiva. Il valore storico del discorso pronunciato da Bettino Craxi a Gubbio nel 1988, rievocato con forza e precisione, non è stato richiamato solo per nostalgia, ma come segnale concreto della capacità di visione che la buona politica può e deve ancora avere. Non si è trattato di celebrare un mito, ma di riconoscere il ruolo che una figura come Craxi ha avuto nel comprendere in anticipo i pericoli della globalizzazione incontrollata e la deriva della politica svuotata di rappresentanza.

Attraverso le parole di Stefania Craxi e il suo libro, emerge un’esigenza forte: quella di rimettere la memoria storica al centro del discorso pubblico, non come fardello del passato, ma come strumento per progettare il futuro. Fiorucci ha sottolineato come la politica, oggi spesso distante dalle esigenze reali dei cittadini, debba riscoprire il coraggio della responsabilità, la forza dell’ascolto e il dovere della progettualità. La storia, letta e riletta alla luce della verità, può tornare a essere linfa vitale per una democrazia più giusta, partecipata, autentica.

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Mario Farneti
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