Raccontare quarantacinque anni di assenza, ma soprattutto celebrare un importante ritorno. Questo è l’obiettivo dell’incontro che si terrà giovedì 22 maggio alle 17.30 presso il Complesso di San Benedetto a Gubbio, con il titolo “La Madonna del Melograno. Furto e recupero di una tavola del XV secolo”. Un evento promosso dal Comune di Gubbio in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università degli Studi di Perugia, che si inserisce nel programma nazionale de “Il Maggio dei Libri”.
Una tavola quattrocentesca, una storia lunga decenni fatta di mistero, indagini e passaggi oscuri, un ritrovamento fortuito che ha riportato in città un bene culturale di immenso valore simbolico e storico. Ecco perché questo convegno assume una valenza profonda: è un atto di memoria collettiva, ma anche un esempio concreto di come la tutela del patrimonio artistico sia possibile grazie alla collaborazione tra cittadini, studiosi e forze dell’ordine.
Ad aprire i lavori sarà il sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, con un saluto istituzionale. A seguire, prenderanno la parola figure di spicco del mondo accademico e della tutela del patrimonio: la Prof.ssa Cristina Galassi, direttrice della Scuola di Specializzazione, rappresentanti del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), esperti del Centro di eccellenza SMAArt, il direttore del Museo Civico del Palazzo dei Consoli Roberto Borsellini e altri ospiti.
Spiccano tra gli invitati Mourad Ghammam, il cittadino che per caso ha ritrovato l’opera in un magazzino, e Marco Minghetti, colui che l’aveva ricevuta in dono, inconsapevole della sua origine. Due figure chiave in una vicenda degna di un romanzo, ma assolutamente vera.
“Raccontare la storia di questa tavola non è solo un esercizio di memoria storica: è un atto di giustizia culturale”, sottolineano gli organizzatori.
Era la notte tra il 18 e il 19 marzo del 1979 quando ignoti, approfittando della temporanea disattivazione del sistema di allarme, entrarono nel Museo Civico di Gubbio e trafugarono la Madonna del Melograno. Il furto fu realizzato con abilità professionale: gli autori si calarono da una finestra, evitando ogni trappola e lasciando pochissime tracce.
“Sin dall’inizio – spiega una nota del Comando Carabinieri TPC – le modalità del furto fecero pensare a un’azione su commissione”. Non si trattava infatti di un atto improvvisato, ma di un colpo studiato nei dettagli, con l’intento preciso di far sparire un’opera riconoscibile e preziosa.
Da quel momento, cominciò un lungo silenzio. L’opera entrò in una sorta di oblio, nonostante la diffusione del caso su media nazionali e la sua segnalazione nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti e nel Bollettino delle opere d’arte trafugate del 1982.
La svolta avviene solo molti anni dopo, quando Mourad Ghammam, svuotando un magazzino sotterraneo a Imola, si imbatte in una tavola antica. La conserva, e in seguito la cede a Marco Minghetti, ignaro del valore dell’opera. Sarà proprio Minghetti, colpito dalla qualità pittorica e dalla possibile rilevanza dell’oggetto, a rivolgersi ai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna, dando così inizio alle verifiche ufficiali.
“È stato un gesto di responsabilità e sensibilità culturale che ha fatto la differenza”, ha dichiarato il sindaco Fiorucci. “Il riconoscimento definitivo dell’opera è stato possibile anche grazie alla memoria visiva e tecnica dei funzionari del Comune di Gubbio”.
Il riconoscimento avvenne tramite un esame autoptico, che confermò l’identità della tavola quattrocentesca. Un elemento decisivo fu la presenza di due fori sulla cornice, perfettamente compatibili con l’antica targhetta inventariale del museo.
Concluse le indagini e completate tutte le verifiche, la Procura della Repubblica di Bologna ha disposto la restituzione ufficiale della Madonna del Melograno al Comune di Gubbio. Il rientro dell’opera è stato celebrato l’11 dicembre scorso con un evento pubblico molto partecipato, che ha incluso una sonata straordinaria del Campanone di Palazzo dei Consoli e visite guidate per le scuole e la cittadinanza.
“Una giornata indimenticabile per tutti noi”, ha raccontato un’insegnante presente all’evento. “I nostri studenti hanno visto con i loro occhi cosa significa recuperare la bellezza e custodirla”.
L’incontro del 22 maggio si propone come una nuova occasione di riflessione pubblica, con l’obiettivo di raccontare l’intera vicenda, ma anche di ribadire il valore della tutela del patrimonio artistico e della collaborazione tra enti.
“L’arte non appartiene solo ai musei, ma alla collettività. Quando un’opera viene rubata, non si perde solo un oggetto, ma un pezzo della nostra identità culturale”, ha dichiarato Cristina Galassi.
Il ritorno della Madonna del Melograno è anche un esempio positivo, un caso di successo in un ambito – quello del traffico illecito di beni culturali – dove troppe volte le storie non si chiudono con un lieto fine. Stavolta sì.
Il convegno sarà anche l’occasione per affrontare temi trasversali: il ruolo delle banche dati digitali, le nuove tecnologie per l’attribuzione delle opere, la formazione specialistica nel settore dei beni culturali e l’importanza del dialogo tra accademia, forze dell’ordine e istituzioni.
Sarà inoltre annunciato un progetto per la digitalizzazione dell’intero archivio del Museo Civico, con l’obiettivo di rendere sempre più sicura la custodia e il monitoraggio delle opere d’arte.
La storia della Madonna del Melograno è una storia eugubina, ma è anche profondamente italiana. Parla della fragilità del nostro patrimonio, ma anche della sua resilienza, del senso civico, della competenza, della giustizia.
E proprio per questo motivo il convegno di giovedì prossimo è molto più di un evento culturale: è un atto di riconoscenza, un momento di comunità e consapevolezza, un richiamo a ciò che va difeso con determinazione e custodito con amore.
“La bellezza non si ruba, si condivide. E il suo ritorno a casa è sempre una vittoria per tutti”.