E’ stata inaugurata sabato 9 marzo dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano la mostra “L’enigma del Maestro di San Francesco”, dedicata all’iconografia di San Francesco e al Duecento umbro, in programma alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia fino al 9 giugno per celebrare l’ottavo centenario dall’impressione delle stigmate al santo d’Assisi che cadrà nel 2026.

La mostra è frutto della collaborazione fra la Gnu, il Ministero della cultura, la Basilica papale e Sacro Convento di San Francesco in Assisi e la Provincia Serafica “San Francesco d’Assisi” dei Frati Minori dell’Umbria, con il supporto della Fondazione Perugia e in sinergia con la Regione Umbria.

Ministro Sangiuliano inaugura la mostra su San Francesco

Alla cerimonia di inaugurazione, che si è tenuta prima della visita in sala dei Notari di Palazzo dei Priori, sono intervenuti il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il direttore della Galleria nazionale dell’Umbria Costantino D’Orazio, gli assessori alla Cultura e allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Paola Agabiti e Michele Fioroni, l’assessore alla Cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano, la presidente della Provincia di Perugia e sindaca di Assisi Stefania Proietti, i curatori dell’esposizione Andrea De Marchi, Veruska Picchiarelli e Emanuele Zappasodi; e il custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni.

La mostra è bellissima – ha detto il ministro Sangiuliano – ma oltre a essere straordinaria per i contenuti artistici ci racconta una storia meravigliosa, di amore e dedizione per l’arte. Ci fa capire quanto questa regione sia centrale non solo da un punto di vista geografico ma anche identitario e storico nella nostra cultura nazionale“.

Arte, cultura, storia, spiritualità si fondono nell’identità dell’Umbria e ne costituiscono quell’ossatura che contribuisce al successo della nostra terra, anche in termini di attrattività turistica – ha commentato a tal proposito Agabiti, assicurando che l’amministrazione regionale supporterà al meglio il ruolo del Comitato nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario della morte del Santo, nell’ottica di far conoscere a tutti il messaggio francescano e la sua forte attualità.

A rimarcare i molteplici significati all’esposizione è stato anche Varasano: “Anzitutto un valore artistico peculiare – ha spiegato l’assessore – per la figura misteriosa del Maestro di San Francesco, per le tante opere importanti presenti a partire dalla Croce datata 1272 proveniente dalla chiesa perugina di San Francesco al Prato, per i prestiti dalla nostra terra e dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo“. Si aggiunge un valore spirituale riconoscibile “nell’iconografia della Croce intesa come segno di salvezza“, senza dimenticare “la figura di San Francesco come Alter Cristus“.

La mostra “L’enigma del Maestro di San Francesco”

La mostra “L’enigma del Maestro di San Francesco” riunisce per la prima volta i sessanta capolavori provenienti da tutto il mondo realizzati, dalla metà del secolo all’avvio del cantiere pittorico della chiesa superiore della Basilica di Assisi con papa Niccolò IV. Dall’artista più importante attivo in Centro Italia, dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue: una documentazione dell’intera produzione pittorica in Umbria negli anni del Maestro di San Francesco, dalla metà del secolo all’avvio del cantiere pittorico della chiesa superiore della Basilica di Assisi con papa Niccolò IV. 

Di costui non si è mai conosciuto il nome ma gli studiosi sono soliti da sempre chiamarlo “maestro misterioso” per la tavola con l’effigie del Santo dipinta su un’asse – dove, secondo la tradizione, Francesco spirò. Esposta in via eccezionale alla Gnu, è conservata all’interno del Museo della Porziuncola presso il Santuario di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Ed è proprio a costui, infatti, che i frati minori si rivolsero, dapprima per lavorare alle vetrate della chiesa superiore della Basilica, a fianco di maestri tedeschi e francesi, e poi per decorare l’intera chiesa inferiore. Le pitture murali, parzialmente compromesse dagli interventi di restauro di fine XIII secolo, sono state riprodotte in una sala immersiva al piano superiore della Galleria grazie a rilievi acquisiti con laserscanner 3D.