Oggi, nel nostro consueto viaggio alla scoperta delle leggende più affascinanti, delle tradizioni popolari e dei racconti antichi che caratterizzano l’Umbria, ci immergiamo in una delle vicende più antiche e suggestive della regione, una storia che, come molte altre, sfuma i confini tra realtà e mito: quella della fondazione dell’antica città di Perugia, raccontata nel Conto di Corciano e di Perugia.
Questa affascinante storia, tra le più significative della regione, affonda le sue radici in un manoscritto del XIV secolo, conservato nel Codice Vaticano Latino 4834. Di autore ignoto, il racconto si distingue per il suo carattere cavalleresco e per la capacità di mescolare fantasia e realtà, offrendo uno spaccato dei rapporti tra nobiltà e borghesia nel territorio perugino del Trecento.
Un viaggio nel tempo, dunque, che ci invita a esplorare il sottile confine tra mito e realtà, in un intreccio di tradizione e storia che ancora oggi incanta e intriga. Scopriamo insieme i segreti di questo suggestivo racconto senza tempo.
Il contenuto del racconto
Il racconto de Il Conto di Corciano e di Perugia affonda le sue radici in una delle leggende più affascinanti della tradizione umbra, ispirata dal poema latino Eulistea, scritto da Bonifacio da Verona verso il 1293 su commissione del Comune di Perugia. Il racconto, di tono cavalleresco, narra le vicende di Euliste, una figura che rappresenta una reinterpretazione medievale del condottiero etrusco Auleste, noto anche come Ulisse. Dopo la distruzione di Troia, Euliste, accompagnato dal fratello Ocno e da numerosi seguaci, intraprese un lungo viaggio verso l’Italia.
Giunti in Italia, la comunità risalì il fiume Tevere fino a Colle Landone, dove fondarono Perugia. Tra i nobili troiani che si erano uniti a Euliste, c’erano anche Coragino, due suoi fratelli e la moglie Solina. Un giorno, Euliste dichiarò che la città era stata costruita per lui e la sua famiglia, senza alcun riguardo per gli altri. Tale affermazione, percepita come un chiaro affronto, spinse Coragino a radunare i suoi e a cercare una nuova dimora. Non lontano da Perugia, trovarono un colle ricco di risorse naturali, dove fondarono Corciano.
La leggenda prosegue raccontando la divisione di Monte Malbe tra le due città, l’incontro dei Troiani con il Conte del Lago, il quale si adopera per la riappacificazione tra Coragino ed Euliste, e altri eventi minori che intrecciano destino e rivalità. La storia si conclude con il matrimonio tra Candida, figlia di Coragino, e Novizio, figlio del Conte del Lago. Dalla loro unione nacque Cornaletto, l’ultimo erede della sua stirpe.
La leggenda di Cornaletto e l’origine della storia religiosa e civile di Corciano
Secondo la leggenda, il vero inizio della storia religiosa e civile di Corciano è legato a un particolare e fortuito incontro, quello tra il giovane signore Cornaletto e il celebre paladino Orlando.
Cornaletto, ultimo discendente della nobile stirpe di Coragino, era il giovane signore di Corciano. Ambizioso e audace, nutriva il sogno di confrontarsi con uno dei leggendari Cavalieri di Carlo Magno. Un giorno, mentre cavalcava solitario nelle campagne che circondano il suo castello, si trovò di fronte a un uomo misterioso: Orlando, il celebre paladino diretto verso Perugia. Ignaro della sua identità, Cornaletto gli chiese chi fosse e quale fosse la sua destinazione. Orlando si limitò a rispondere di essere un cavaliere francese, in viaggio verso la città.
Spinto dalla voglia di mettersi alla prova, Cornaletto sfidò Orlando a duello, pur essendo disarmato. Orlando, accettando la sfida, gli propose di attenderlo mentre si recava a prendere le sue armi. Ma c’era una condizione: se Cornaletto avesse perso, si sarebbe dovuto convertire alla religione cristiana e farsi battezzare. La sfida ebbe esito scontato: Orlando trionfò, e come segno della sua vittoria e del coraggio del giovane, non solo lo battezzò, ma lo nominò cavaliere.
Secondo il Conto di Corciano, fu proprio questo incontro tra Cornaletto e Orlando a segnare simbolicamente l’inizio della storia religiosa e civile di Corciano, unendo il destino del giovane signore alla tradizione cristiana e cavalleresca che avrebbe forgiato la storia della sua terra.
Alla base della leggenda, si cela un fondo di verità
Pur essendo il racconto saldamente ancorato alla leggenda, emergono elementi che affondano le radici nella storia delle città. La rivalità tra Coragino, fondatore e signore di Corciano, ed Euliste, fondatore e signore di Perugia, si presenta come una potente allegoria della resistenza delle antiche famiglie nobili perugine di fronte all’ascesa e al crescente potere della borghesia trecentesca.
Quest’ultima, celata sotto la figura astuta e strategica di Euliste – una versione medievale di Ulisse, nonostante quest’ultimo fosse un eroe acheo e non troiano – cercava di favorire lo sviluppo dell’economia cittadina a discapito di quella del contado. In questo contesto, Coragino e la sua famiglia emergono come simbolo di una nobiltà che si oppone al cambiamento, difendendo gli equilibri economici e sociali che avevano da sempre garantito il loro benessere.