29 May, 2025 - 15:30

Il cielo sopra Gubbio: pallone sonda atterra a Petazzano dopo  missione spaziale. Un paracadute tra le rocce, la paura, poi la scoperta

Il cielo sopra Gubbio: pallone sonda atterra a Petazzano dopo  missione spaziale. Un paracadute tra le rocce, la paura, poi la scoperta

Martedì 27 maggio, i cieli sopra Gubbio hanno regalato uno spettacolo raro e suggestivo: la discesa silenziosa di un pallone sonda stratosferico, terminata con un atterraggio nella zona montuosa della Contessa Petazzano. Alcuni cittadini, scorgendo il piccolo paracadute bianco tra le nuvole, hanno pensato a un parapendio in difficoltà e hanno allertato i soccorsi, temendo che una persona fosse precipitata.

È scattato così, come da protocollo, un articolato intervento di emergenza: Vigili del Fuoco, sanitari del 118, Carabinieri ed Elisoccorso si sono messi in moto per raggiungere il punto d’impatto, in un’area impervia tra rocce e arbusti. Una “salita a macchia”, come si dice in gergo operativo, che ha richiesto non poco sforzo.

Ma una volta raggiunto il paracadute, l’allarme è rientrato: non si trattava di un incidente umano, bensì della discesa programmata di un pallone sonda ad alta tecnologia, lanciato da una start-up italiana specializzata in osservazione stratosferica.

“Una missione sperimentale pienamente riuscita, con atterraggio controllato grazie a sistemi GPS di ultima generazione” — ha spiegato l’azienda a Cronaca Eugubina, giornale oline pubblicato a Gubbio.

Un frammento di spazio sopra Gubbio

Non è un oggetto volante non identificato, né uno strano relitto aerospaziale. Il pallone sonda avvistato nei cieli eugubini è parte di una piattaforma sperimentale di osservazione della Terra, progettata per raccogliere dati atmosferici e produrre immagini ad alta quota per studi climatici, ambientali e geospaziali.

Lanciato a diverse decine di chilometri di altezza — ben oltre i normali voli di linea — questo tipo di strumentazione raggiunge la stratosfera, la seconda fascia dell’atmosfera terrestre, da cui può catturare immagini suggestive della curvatura del pianeta, dei pattern meteorologici e persino delle aurore polari in determinate condizioni.

Le fotografie pubblicate in esclusiva da Cronaca Eugubina mostrano infatti panorami stellari con la sagoma inconfondibile dell’Appennino umbro e le luci lontane della città, viste da una prospettiva quasi extraterrestre. “Sono immagini bellissime, che parlano del nostro territorio come non lo avevamo mai visto prima. Un punto di vista dallo spazio sulla nostra stessa casa”, ha commentato un lettore.

Che cos’è un pallone sonda?

I palloni sonda, noti anche come palloni stratosferici, sono uno strumento fondamentale della ricerca scientifica da oltre un secolo. Iniziati come semplici involucri riempiti di gas per misurare temperatura e pressione atmosferica, oggi sono diventati laboratori volanti in miniatura, capaci di trasportare strumentazioni sofisticate per:

  • il monitoraggio climatico e meteorologico,

  • l’analisi della composizione atmosferica,

  • la fotografia aerea e stratosferica,

  • esperimenti di fisica e astrobiologia,

  • test tecnologici pre-lancio per nanosatelliti.

Realizzati con materiali ultra-leggeri e resistenti, vengono riempiti di elio o idrogeno e possono raggiungere altezze tra i 20.000 e i 40.000 metri. Una volta completata la missione, il gas viene rilasciato e il carico utile inizia la discesa con un paracadute, seguendo una traiettoria calcolata per evitare centri abitati e infrastrutture.

Tecnologia italiana che guarda in alto

Il pallone atterrato a Petazzano è stato lanciato da una start-up italiana all’avanguardia nel settore dei sistemi spaziali leggeri. Fondata da un gruppo di giovani ingegneri e scienziati, l’azienda si occupa dello sviluppo di palloni stratosferici riutilizzabili, con un occhio all’ambiente e un altro alla precisione dei dati raccolti.

Questa missione, in particolare, aveva lo scopo di testare nuovi sensori di rilevamento multispettrale per applicazioni in ambito agricolo e ambientale. Le informazioni raccolte potranno essere utilizzate per mappare lo stato di salute delle colture, individuare zone a rischio idrogeologico e monitorare la qualità dell’aria.

“Ogni missione ci avvicina a un modello di osservazione della Terra più capillare, economico e sostenibile rispetto ai satelliti tradizionali”, spiegano dalla direzione tecnica.

Petazzano: un luogo remoto scelto con cura

Non è un caso che il pallone sia atterrato proprio lì, nella zona della Contessa Petazzano, a nord-est di Gubbio. Gli esperti della start-up avevano già previsto che la discesa sarebbe avvenuta in un’area poco accessibile e scarsamente urbanizzata, per minimizzare il rischio di incidenti o danni.

Grazie ai sistemi di tracciamento GPS di backup, il team di recupero ha potuto monitorare in tempo reale la traiettoria e organizzare l’intervento subito dopo la discesa. Il dispositivo è stato raggiunto e messo in sicurezza, senza alcun danno e in perfette condizioni per un possibile riutilizzo.

La collaborazione con le autorità locali è stata immediata ed efficiente: dopo l'iniziale equivoco, tutti gli enti coinvolti hanno appurato la natura non pericolosa dell’oggetto e hanno agevolato le operazioni di recupero.

Dalla paura alla meraviglia

L’equivoco iniziale — un parapendio che precipita, qualcuno in pericolo — si è risolto in poche ore. Ma l’episodio ha lasciato il segno, trasformandosi da momento di tensione a occasione di riflessione e stupore.

Molti cittadini si sono detti affascinati dal fatto che il cielo sopra Gubbio sia stato per un giorno porta d’ingresso e uscita di una missione scientifica. Le immagini scattate dalla stratosfera hanno alimentato la curiosità di adulti e bambini, e qualcuno ha già proposto che il Comune organizzi una mostra temporanea dedicata all’evento, con la collaborazione della start-up.

“La scienza non è qualcosa di lontano. A volte atterra tra le nostre montagne, e ci insegna a guardare verso l’alto con occhi nuovi”, ha commentato un insegnante di scuola media.

Uno sguardo oltre le nuvole

Il pallone sonda di Petazzano ci ricorda che anche da una piccola città come Gubbio si può guardare oltre le nuvole, e oltre i confini della consuetudine. In un’epoca in cui lo spazio non è più dominio esclusivo delle grandi agenzie internazionali, le nuove tecnologie rendono possibile una scienza diffusa, accessibile, condivisa.

Le immagini dal cielo non sono solo estetica: sono dati, sono conoscenza, sono futuro. E mentre il paracadute bianco si piegava dolcemente sul crinale roccioso, sopra Gubbio si è aperta per un momento una finestra sul cosmo.

Immagini da Cronaca Eugubina

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Mario Farneti
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