16 May, 2025 - 19:00

Il Campanone suona per il mondo a Gubbio. In prima fila gli eugubini arrivati da Jessup, Pennsylvania

Il Campanone suona per il mondo a Gubbio. In prima fila gli eugubini arrivati da Jessup, Pennsylvania

Quando il Campanone comincia a suonare, Gubbio si ferma. E poi esplode. È un rito antico e sempre nuovo, una vibrazione che attraversa la pietra, sale nei muri, entra nei petti. E quest’anno, come ogni vigilia della Festa dei Ceri, la sera del 14 maggio, la “seconda sonata” ha scaldato la città e il mondo.

Migliaia di persone hanno gremito Piazza Grande, salendo sulle gradinate, stringendosi nei vicoli e nei cuori. Tutti con lo sguardo rivolto in alto, verso la torre campanaria del Palazzo dei Consoli, da dove i campanari eugubini, eredi di una tradizione secolare, hanno regalato due sonate “a festa”, i due tocchi solenni e intensi del Secondo Doppio del Campanone.

“Ogni volta che parte il Campanone, è come se tutta Gubbio respirasse insieme, ha detto uno spettatore commosso. E davvero, dal primo rintocco si è sollevato un boato di gioia, seguito da un lungo applauso, che ha unito cittadini, turisti, ceraioli e visitatori arrivati da ogni parte del mondo.

Il “Doppio del Campanone”: suono di identità

Il Secondo Doppio del Campanone è una delle tradizioni più sentite della vigilia, una delle più potenti nel risvegliare l’anima della città. Si tratta di due sonate a festa, eseguite in sequenza a due tocchi ciascuna, con un ritmo che richiama lo spirito dei Ceri e anticipa le vibrazioni del 15 maggio.

Per i gubbini è più di un concerto di campane: è il segnale che tutto sta per cominciare, che il tempo si è fatto sacro, che la Festa entra nel suo spazio mistico e civile. È il respiro collettivo di una comunità, che saluta la sera con occhi lucidi e mani pronte ad applaudire.

Delegazioni da tutto il mondo: Gubbio accoglie i suoi figli lontani

Il suono del Campanone è arrivato anche alle orecchie degli ospiti internazionali, che nel pomeriggio erano stati ricevuti con tutti gli onori nella Sala Consiliare di Palazzo Pretorio, dal Sindaco Vittorio Fiorucci, dalla Giunta comunale e da numerose autorità cittadine.

Presente anche il sindaco di Thann, la città francese gemellata con Gubbio, Gilbert Stoeckel, con tanto di fascia tricolore francese, a sottolineare la profondità del legame tra le due comunità.

Delegazioni ufficiali sono arrivate da Francoforte, Lussemburgo, varie province della Francia, dalla Svizzera, dal Canada e soprattutto da Jessup, Pennsylvania, dove ogni anno, da oltre un secolo, si celebra una Festa dei Ceri “americana”.

“Non siamo turisti: siamo eugubini, anche se il nostro cuore batte dall’altra parte dell’oceano”, ha detto Michael Cappellini, storico amico della comunità eugubina, accanto a una rappresentanza che ha emozionato tutti.

Gli eugubini d’America: Jessup porta la Festa Oltreoceano

In prima fila durante la sonata del Campanone c’erano i rappresentanti della Festa dei Ceri di Jessup 2025:

  • Gary Sebastinelli, Primo Capitano

  • Gene Stankoshy (Fanucci), Secondo Capitano

  • Jason Cerey, Capodieci del Cero di Sant’Ubaldo

  • Charles Breig, Capodieci del Cero di San Giorgio

  • Nick Lynady, Capodieci del Cero di Sant’Antonio

Accolti con grande affetto, i ceraioli di Jessup hanno testimoniato l’eredità viva che la comunità italiana ha saputo mantenere e trasmettere in terra americana. Ogni anno, in Pennsylvania, si rinnova una Festa che ricalca i gesti, i riti e i colori della tradizione eugubina, con lo stesso orgoglio e la stessa devozione.

“Siamo qui per rinnovare un legame che ci unisce da generazioni. Il suono del Campanone lo sentiamo anche a migliaia di chilometri, perché lo portiamo dentro”, ha dichiarato Jason Cerey con emozione.

Un pomeriggio di accoglienza, una sera di condivisione

Il ricevimento ufficiale si è svolto in atmosfera festosa, ma anche ricca di contenuto. Il Sindaco Fiorucci ha sottolineato l’importanza del gemellaggio con le comunità estere, che mantengono vivo lo spirito di Gubbio nel mondo:

“La Festa dei Ceri non è solo un evento cittadino: è un ponte tra le generazioni e tra i popoli. Le delegazioni internazionali ci ricordano che l’identità è una cosa viva, che sa attraversare i confini e diventare dono, ha detto il primo cittadino.

Foto ufficiali, scambi di doni, strette di mano e, soprattutto, storie di ritorni e di appartenenza hanno segnato un pomeriggio che è stato preludio perfetto alla serata del Campanone.

Le campane e la folla: Piazza Grande si accende

Quando le luci hanno cominciato a calare, la piazza ha cominciato a riempirsi. Famiglie intere, gruppi di turisti, eugubini emigrati rientrati per l’occasione: tutti in attesa, tutti con il fiato sospeso.

Poi, i campanari hanno fatto vibrare le corde. Dalla torre di Palazzo dei Consoli, è partita la prima sonata, seguita da un’esplosione di applausi, urla e canti.

“Il Campanone suona come se parlasse”, ha detto un bambino sulle spalle del padre. E davvero, parlava: di attesa, di memoria, di gioia condivisa.

Poi la seconda sonata. Ancora più intensa. Come a chiudere il cerchio, come a dire: “ci siamo, domani è il giorno”.

Una vigilia da ricordare

Il 14 maggio 2025 resterà scolpito nei ricordi come una delle vigilie più partecipate e sentite degli ultimi anni. Complice il tempo sereno, ma soprattutto il calore della gente, Piazza Grande è stata un mare di voci e abbracci, anticipazione perfetta della grande ondata emotiva del 15.

E mentre i campanoni tacevano e la notte calava, molti si sono fermati ancora un poco, con lo sguardo rivolto alle pietre del Palazzo e il pensiero già alla Festa che stava per cominciare.

Un suono che non conosce confini

Il Campanone di Gubbio, anche quest’anno, ha unito il passato e il presente, il centro e la diaspora, la pietra e la voce. Ha parlato a chi era in piazza e a chi è venuto da lontano, a chi tornerà e a chi resterà.

In quel doppio suono che chiama la città alla Festa, c’è tutto: la storia, la fede, l’appartenenza, l’identità. E c’è anche il futuro, fatto di mani che hanno accarezzato il Campanone e di cuori che non hanno mai smesso di battere per Gubbio.

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Mario Farneti
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