06 Dec, 2025 - 13:14

Idrogeno, l'Umbria accelera sulla transizione energetica: definite mappa e linee guida. "Entro il 2026 dodici progetti operativi e 10 milioni già stanziati"

Idrogeno, l'Umbria accelera sulla transizione energetica: definite mappa e linee guida. "Entro il 2026 dodici progetti operativi e 10 milioni già stanziati"

La Regione Umbria ha delineato la road-map per lo sviluppo dell’economia dell’idrogeno, definendo con la Giunta le aree idonee, le linee guida tecniche e i criteri di selezione dei progetti. L’iniziativa punta ad accelerare la transizione energetica, incentivare investimenti e favorire applicazioni concrete nell’ambito della mobilità pubblica e privata, valorizzando al contempo le potenzialità locali e le infrastrutture esistenti.

Secondo il piano approvato, "Entro il 2026 attendiamo 12 progetti" definitivi da sottoporre al tavolo di governo regionale, ciascuno con una capacità nominale media compresa tra 1 e 5 MW. Una tempistica ambiziosa, che richiederà ai proponenti di elaborare progetti cantierabili, pienamente conformi alle normative ambientali e urbanistiche vigenti, in grado di coniugare innovazione tecnologica e sostenibilità territoriale.

Dieci milioni per l’Umbria: il Progetto Bandiera lancia il primo bando per impianti di idrogeno

Il piano regionale si inserisce nel quadro nazionale del PNRR e nelle misure rafforzate REPowerEU con l’approvazione del cosiddetto “Progetto Bandiera”, pensato come leva immediata per stimolare proposte progettuali nel campo dell’idrogeno rinnovabile. Alla Regione Umbria sono stati assegnati 10 milioni di euro nell’ambito della dotazione prevista dal Decreto Ministeriale n. 404/2024, risorse che costituiranno il primo impulso finanziario per iniziative innovative sul territorio.

Per la fase iniziale è stato previsto un fondo operativo di 5 milioni di euro, che alimenterà due graduatorie distinte: una riservata a progetti di produzione di idrogeno verde alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili, l’altra dedicata a soluzioni di bio-idrogeno derivanti dalla valorizzazione della biomassa. Il meccanismo garantisce flessibilità nella ripartizione delle risorse: "Le dotazioni finanziarie potranno essere rimodulate automaticamente in caso di richieste superiori in una graduatoria e avanzi nell’altra. La selezione avverrà tramite procedura valutativa a graduatoria", si legge nel provvedimento regionale.

Dove verranno installati gli elettrolizzatori: la mappa Umbria punta su aree industriali dismesse (1-10 MW)

La mappa approvata dalla Giunta individua come ambiti prioritari per l’insediamento degli elettrolizzatori e delle infrastrutture correlate le aree industriali dismesse e i siti destinati a progetti di rigenerazione urbana. In questi contesti gli elettrolizzatori potranno avere una potenza nominale compresa tra 1 e 10 MW, affiancati da impianti ausiliari proporzionati alla capacità elettrica dell’unità principale.

La scelta di concentrare gli insediamenti in siti già compromessi persegue un duplice obiettivo: contenere l’impatto paesaggistico e ambientale sulle aree rurali e, al contempo, promuovere la riqualificazione di aree produttive dismesse, generando nuove opportunità occupazionali e favorendo lo sviluppo di filiere tecnologiche locali. Per ciascun sito saranno richieste rigorose valutazioni di fattibilità tecnica, la connessione alla rete elettrica e alle infrastrutture logistiche esistenti, nonché la piena conformità ai vincoli urbanistici e agli obblighi di compatibilità ambientale stabiliti dalla normativa regionale e nazionale.

Francesco De Rebotti: ‘Un’iniziativa strategica per l’Umbria, in linea con obiettivi nazionali ed europei

Sull'iniziativa è intervenuto l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Francesco De Rebotti, che ha sottolineato il ruolo strategico del piano per l’Umbria e le potenzialità di sviluppo legate all’idrogeno. "Il Progetto Bandiera rappresenta un’opportunità unica per la nostra regione di investire in tecnologie innovative e sostenibili, contribuendo alla transizione energetica e alla valorizzazione del nostro territorio. La Regione Umbria conferma il suo impegno per lo sviluppo sostenibile e la promozione di soluzioni energetiche innovative. In linea con gli obiettivi nazionali ed europei, siamo orgogliosi di essere parte di questa iniziativa strategica che guarda al futuro".

De Rebotti ha inoltre evidenziato come le risorse messe a disposizione possano fungere da leva per attrarre capitali privati e consolidare sinergie fra università, centri di ricerca e imprese locali. Secondo l’assessore, il modello proposto punta a trasformare le aree industriali dismesse in poli di sperimentazione tecnologica, favorendo al contempo occupazione qualificata e la creazione di nuove filiere produttive compatibili con gli obiettivi di decarbonizzazione.

Criteri di selezione e sostenibilità: come saranno valutati i progetti

I progetti candidati saranno esaminati secondo una griglia valutativa rigorosa che combina parametri tecnici, ambientali ed economici. Tra i criteri prevalenti figurano la capacità installata proposta, la qualità dell’integrazione con la rete elettrica locale, l’origine delle fonti energetiche impiegate e la robustezza della filiera del combustibile. La procedura, a graduatoria, privilegerà soluzioni replicabili e scalabili, capaci di contribuire con efficacia agli obiettivi di decarbonizzazione europei.

Ogni proposta dovrà inoltre superare analisi d'impatto ambientale, piani di mitigazione e valutazioni sul consumo del suolo; saranno richieste garanzie di conformità urbanistica e connessioni logistiche adeguate. Particolare attenzione sarà riservata all’integrazione con la domanda locale - industrie energivore, trasporto pubblico e servizi logistici - e alle ricadute occupazionali, con indicatori che misureranno la qualità dell’occupazione creata. Il processo di selezione includerà controlli sulla sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita dell’impianto (LCA), criteri per la gestione responsabile delle biomasse nei progetti di bio-idrogeno e impegni chiari su monitoraggio e trasparenza dei dati operativi.

Verso il 2026: l’Umbria punta a impianti pilota e modelli replicabili di idrogeno sostenibile

Con la road-map approvata, l’Umbria ambisce a ritagliarsi un ruolo di primo piano nella filiera nazionale dell’idrogeno sostenibile. La strategia privilegia una produzione distribuita su impianti modulari (1–5 MW) che possono servire mercati locali - imprese industriali, reti di distribuzione territoriale e mobilità pubblica - e, al contempo, integrarsi in reti energetiche di scala più ampia.

Un tale sviluppo contribuirebbe alla resilienza energetica regionale e alla decarbonizzazione di settori difficili da elettrificare, offrendo al contempo opportunità per attrarre investimenti, competenze specializzate e nuove occasioni occupazionali. Nei prossimi mesi si misurerà la reale capacità del sistema regionale di tradurre le intenzioni in investimenti concreti: la sfida resta aperta, e il successo dipenderà dalla qualità dei progetti presentati, dalla capacità di attrarre capitali privati e dalla rapidità con cui le infrastrutture potranno essere realizzate e integrate nella rete energetica esistente.

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Francesco Mastrodicasa
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