Percorso di guerra in Viale della Rimembranza a Gubbio. Il lungo viale è infatti dedicato al ricordo dei seicento e più giovani eugubini caduti nella Grande Guerra. Sembra che per rendere più icastico il luogo qualcuno abbia anche voluto riprodurre i crateri delle bombe cadute sul fronte del Carso, del Piave e del Montello. Tali sono i marciapiedi del Viale, occupati da crateri a dir poco preoccupanti tanto da non consentire il passaggio alle persone. Un percorso accidentato adatto all’addestramento militare più che al transito dei normali cittadini.

A denunciare questo stato di cose, indegno di una città civile qual è Gubbio e indegno ancora di più della rimembranza alla quale questo luogo è dedicato, è stato Gabriele Fabio Scavizzi che ha riservato la propria attenzione al tratto precedente all’edicola del Liceo all’altezza del Torrente Cavarello.

Non solo un percorso di guerra in Viale della Rimembranza ma anche la mancanza di illuminazione

Oltre al percorso di guerra a Viale della Rimembranza, un altro problema poi che lo affligge è la mancanza di illuminazione dopo il tramonto. Sembrerebbe a questo punto lo scenario di un war game dove i partecipanti si affrontano usando i visori notturni…

Sembra infatti che con l’illuminazione pubblica siano rimasti un po’ troppo indietro in una zona della città che non è proprio centrale. Il luogo si presta anche a eventuali agguati e molestie da parte di malintenzionati. Finora è successo poco o niente ma la nostra epoca si contraddistingue per un progresso molto veloce nel campo della microcriminalità. E i responsabili molto spesso non vengono neanche puniti dalla legge.

Una eugubina pochi giorni fa si esprimeva in questo modo: “non si vede niente, neppure dove cammini. Ti devi fare luce con il cellulare o se va bene, con i fari delle auto che passano…”

Il problema di Viale della Rimembranza diventerà sempre più pericoloso con l’avvento della bella stagione, quando l’acqua piovana che ora sommerge le buche, si asciugherà e il tragitto diventerà sempre più pericoloso.

Quasi tutte le vie di Gubbio presentano problemi gravi al manto stradale

D’altronde non è affatto l’unica strada di Gubbio a patire di questi problemi. La maggior parte dei vicoli lamentano una situazione analoga con l’aggravante che mentre in Via della Rimembranza si cade sulla terra, lì si cade sul selciato e le lesioni provocate possono risultare ben più gravi.

Noi stessi siamo stati testimoni, davanti a Palazzo Ranghiasci-Brancaleoni, della caduta di un’anziana signora di Gubbio nel tratto pavimentato con i sampietrini, in gran parte divelti, su un piano stradale colmo di avvallamenti.

Questo tratto sembra studiato apposta per rendere quasi impossibile il passaggio ai pedoni in un luogo importante della Città. E’ infatti a pochi passi dal Palazzo del Consoli e del Palazzo Pretorio sede del Municipio. Ebbene la vittima della caduta riportò la rottura del bacino e fu costretta all’immobilità per 40 giorni. E le è andata anche bene. Poteva aver battuto la testa sul selciato con esiti anche mortali.

Ma le cadute sono all’ordine del giorno e non riguardano solo le persone anziane. Chiunque a qualsiasi età può inciampare in una pietra sconnessa o in una buca e cadere ferendosi o fratturandosi le ossa.

L’immobilità, il peggior nemico di Gubbio

Gubbio sembra vivere in una realtà sospesa, prigioniera di una sorta di bolla di sapone dove un sortilegio la rende immobile. Sebbene la ripavimentazione di Piazza Grande sia stato un fatto positivo, appare tuttavia ridicolo che per raggiungere la piazza pensile, si debbano percorrere vie impraticabili. Ad esempio Via XX Settembre, è composta da un improbabile patchwork di toppe sull’asfalto dove il minimo che ti può accadere è di scivolare e lussarti una caviglia.

La denuncia di una situazione insostenibile passa anche per il parcheggio di Via Matteotti, nello spazio pubblico dietro le attività commerciali, ridotto a una palude quando piove e invaso dalla polvere in estate. Le segnalazioni sono continue, ma per ora non è dato sapere se sia stato previsto dalla Giunta Stirati anche in questo luogo un intervento risolutivo. Sui social qualcuno ha mostrato la foto del parcheggio devastato insieme con una pagina del quotidiano Il Giornale dell’Umbria risalente al 2013 e la data che dimostra almeno 11 anni di totale immobilità.