C'è un'Umbria che pochi conoscono, fatta di angoli intimi, specchi d’acqua quieti e paesaggi che sembrano sospesi nel tempo. Lontani dalle mete più battute e dal clamore dell’estate turistica, esistono laghi minori che custodiscono la bellezza più autentica e silenziosa della regione: piccoli paradisi naturali dove l’acqua riflette cieli puliti e le sponde si perdono tra boschi, sentieri e profumi di erbe selvatiche.Sono i luoghi per chi cerca pace, contemplazione e un contatto genuino con la natura: scenari incontaminati dove ogni respiro si fa più lento, ogni passo diventa scoperta. A giugno, quando l’Umbria esplode nei suoi verdi più intensi e la luce accarezza ogni cosa con dolcezza, questi laghi diventano mete perfette per evadere dalla routine, perdersi e ritrovarsi.
In questo breve viaggio, vi guideremo tra le rive meno conosciute dell’Umbria lacustre: specchi d’acqua segreti che incantano con la loro semplicità e rivelano l’anima più intima e poetica di questa terra meravigliosa.
In un piccolo angolo dell’Umbria meridionale, immersa nella quiete della Valle del Tevere, si cela un luogo che custodisce una delle anime più autentiche e selvagge della regione: l’Oasi Naturalistica del Lago di Alviano. Protetta dal WWF e parte integrante del Parco Fluviale del Tevere, questa riserva naturale si estende per circa 900 ettari tra i comuni di Alviano, Montecchio, Civitella d’Agliano e la frazione Madonna del Porto, nel cuore della provincia di Terni.
Nata nel 1963, a seguito della costruzione di uno sbarramento sul fiume Tevere per regolare le acque provenienti dal Lago di Corbara, l’area si è trasformata nel tempo in un vero e proprio paradiso palustre. Il progressivo impaludamento del bacino — la cui profondità media è oggi di appena 30 cm — ha creato un habitat straordinariamente favorevole per la sosta, la riproduzione e il transito di migliaia di uccelli migratori. Un equilibrio unico, che ha spinto WWF, amministrazioni locali ed Enel a proteggerlo attraverso la creazione dell’Oasi, oggi considerata tra le più importanti del Centro Italia.
Il paesaggio dell’oasi è ricco di biodiversità: specchi d’acqua poco profondi si alternano a vasti canneti, tappeti di piante acquatiche (Potamogeton, Ceratophyllum, Najas) e un rigoglioso bosco igrofilo — uno dei più estesi della regione — dominato da ontani neri, salici e pioppi che disegnano scenari fiabeschi. Ma è la fauna ad affascinare più di tutto: anatre, aironi, cormorani, svassi e passeriformi come tordi, lucherini e cannaiole fanno dell’Oasi un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti del birdwatching e della fotografia naturalistica.
Più che un semplice luogo da visitare, l’Oasi di Alviano è un invito alla lentezza, all’osservazione, all’ascolto. È uno spazio di respiro, dove la voce dell’acqua, il fruscio degli alberi e il battito d’ali diventano la colonna sonora di una giornata fuori dal tempo.
Nel cuore verde dell'Umbria, tra le dolci colline della Valnestore, si trova il Lago di Pietrafitta, un esempio straordinario di rinascita ambientale. Nato dal riempimento di una cava di lignite dismessa, questo bacino artificiale si estende per circa 150 ettari, con una profondità massima di 16 metri, rendendolo uno dei laghi più estesi dell'Umbria centro-occidentale.
Oggi, il Lago di Pietrafitta è un punto di riferimento per gli appassionati di pesca sportiva, in particolare per il carp-fishing. Dal 2015, ospita i Campionati Mondiali di Carp-Fishing, attirando pescatori da tutto il mondo. La gestione del lago è affidata alla FIPSAS, che ne cura la regolamentazione e la conservazione.
Ma il Lago di Pietrafitta non è rinomato solo per la pesca sportiva. Con un perimetro di oltre 6 km, è ideale per passeggiate, gite in bicicletta e momenti di relax immersi nella natura. La zona circostante offre anche attrazioni culturali, come il Museo Paleontologico "Luigi Boldrini", che ospita una collezione di reperti fossili risalenti al Pleistocene inferiore.
Al solo pronunciare il nome “Lago di Arezzo” molti immaginano subito la Toscana, ma la realtà è ben diversa: questo suggestivo specchio d’acqua si trova nel cuore verde dell’Umbria, al confine tra le province di Perugia e Terni, lungo la strada che collega Acquasparta a Spoleto. Conosciuto anche come “lago di Firenzuola”, dal nome del borgo che lo sovrasta, il lago è un bacino artificiale la cui origine risale agli anni ’50.
La sua origine risale agli anni ’50, quando nel 1955 venne avviata la costruzione della diga di Arezzo, concepita per regolare le acque tumultuose del torrente Maroggia e prevenire così le frequenti inondazioni che minacciavano le campagne circostanti. Dal 1977, il lago ha assunto un ruolo fondamentale anche come bacino irriguo, capace di contenere fino a 6,5 milioni di metri cubi d’acqua destinata sia all’irrigazione delle colture umbre sia al controllo delle piene fluviali. Tra i dettagli ingegneristici più innovativi spicca il sistema di presa, progettato per mantenere stabile la temperatura dell’acqua e ottimizzarne l’uso agricolo.
L'accesso al lago è volutamente riservato e decisamente poco agevole: le due strade che lo raggiungono, una che parte dal cimitero di Firenzuola e l’altra dal piccolo paese di Messenano, sono infatti vie impervie che scoraggiano il turismo di massa. Questa difficile raggiungibilità ha preservato l’oasi, rendendola un rifugio di pace frequentato soprattutto da appassionati pescatori. Tra le acque tranquille si muovono diverse specie ittiche, tra cui carpa, persico reale, alborella, cavedano, persico trota, luccio e trota, che animano questo angolo di Umbria ancora poco conosciuto ma di straordinario fascino.