02 Aug, 2025 - 10:41

I giardini storici di Perugia come non li avete mai visti: percorsi tra arte, paesaggio e memoria per riscoprire il volto più intimo della città

I giardini storici di Perugia come non li avete mai visti: percorsi tra arte, paesaggio e memoria per riscoprire il volto più intimo della città

Ci sono luoghi che non si attraversano, si ascoltano. Perugia, città dal fascino sospeso tra il cielo e la pietra, custodisce giardini che non sono solo spazi verdi, ma vere e proprie stanze dell’anima. Luoghi silenziosi dove il tempo rallenta e i passi si fanno più lievi, quasi per rispetto verso la bellezza che vi abita. Angoli che forse avete già intravisto di sfuggita, ma che ora vi invitiamo a riscoprire con occhi nuovi, più attenti, più profondi.

I giardini storici di Perugia sono piccoli scrigni incastonati tra mura medievali, logge rinascimentali e panorami che si perdono sulle colline umbre. Sono percorsi dove arte, paesaggio e memoria si intrecciano in un racconto fatto di sfumature, silenzi e dettagli che parlano a chi sa osservare. Camminare in questi luoghi significa immergersi in una dimensione intima della città, dove ogni siepe racconta una storia, ogni panchina invita alla contemplazione, ogni albero sembra vegliare su un passato mai davvero svanito.

Vi porteremo là dove la città si lascia conoscere senza maschere: tra terrazze segrete, orti pensili, sentieri di bosso e scorci da cui ammirare la bellezza dell’Umbria nella sua forma più poetica. Non si tratta solo di visitare dei giardini, ma di vivere un’esperienza emotiva, fatta di lentezza, di respiro e di meraviglia. Perché, in fondo, è proprio in questi spazi sospesi tra natura e memoria che Perugia rivela la parte più autentica e struggente di sé. E forse anche quella che, senza saperlo, stavate cercando.

Cinema sotto le stelle tra fontane e statue: la magia dei Giardini del Frontone

C'è un momento, quando il sole cala dietro i tetti antichi di Perugia, in cui i Giardini del Frontone sembrano sospesi tra storia e immaginazione. Le fronde degli alberi secolari si muovono lente, le statue settecentesche si stagliano nella penombra come silenziosi custodi del tempo, e l’aria profuma d’estate e di conversazioni appena sussurrate. È proprio in questo scenario che prende vita una delle esperienze più evocative dell’estate perugina: il Cinema all’Aperto al Frontone.

Qui non si viene solo per guardare un film: si viene per vivere un rito collettivo, una serata che ha il sapore della memoria condivisa. Il grande schermo si accende tra le siepi e le fontane storiche, grazie alla rassegna curata da CineGatti e Cinema Zenith, che ogni anno – da giugno a settembre – porta nei giardini una selezione dei titoli più amati della stagione, tra pellicole d’autore, commedie leggere e film d’animazione per tutta la famiglia. Il tutto con biglietti accessibili (intero 6 €, ridotto 5 €, cinema Revolution a 3,50 €), per una cultura che accoglie e non esclude.

Ma la vera magia accade tra una proiezione e l’altra, nei piccoli gesti: una coppia che brinda con un calice di vino umbro, amici che commentano il film appena visto, bambini che inseguono le lucciole mentre scorrono i titoli di coda. È una dimensione sospesa, quasi teatrale, dove la bellezza del luogo amplifica ogni emozione, rendendo ogni serata unica, irripetibile. Perfino la città sembra rallentare il passo, quasi volesse sedersi accanto a voi, per guardare insieme le immagini che scorrono sotto le stelle.

Se cercate un modo per scoprire Perugia da un’altra prospettiva, più intima, più autentica, più vicina al suo respiro profondo, allora il Frontone è il posto giusto. Non è solo un cinema all’aperto: è un angolo di mondo in cui il tempo si fa morbido, la cultura diventa esperienza condivisa e ogni film si trasforma in un incontro tra generazioni, tra chi Perugia la vive ogni giorno e chi la riscopre con occhi nuovi.

Arte e giardino: un viaggio tra terrazze segrete e cortili nascosti di Palazzo Baldeschi

Nel cuore pulsante di Perugia, tra l’eleganza di Corso Vannucci e le sue vie laterali, si cela un luogo dove arte e natura si fondono in un abbraccio intimo e sorprendente: Palazzo Baldeschi. Non è solo un palazzo, ma un piccolo universo tutto da scoprire, fatto di cortili scavati nella roccia, terrazze segrete e un giardino che sembra custodire storie antiche e sussurri di epoche lontane.

Camminando in questo spazio sospeso nel tempo, vi troverete immersi in un dialogo silenzioso tra passato e presente, tra il fascino delle pergamene medievali dorate a mano e la forza espressiva delle opere contemporanee. È qui, tra ombre di pergolati e affacci su tetti color ruggine, che il progetto espositivo “EXTRA – Segni antichi / Visioni contemporanee” prende vita, trasformando Palazzo Baldeschi in un teatro emozionale dove memoria e innovazione si incontrano.

Dal 17 giugno 2025 fino ai primi giorni di gennaio 2026, potrete lasciarvi trasportare da questa mostra unica: un viaggio attraverso circa cento pergamene medievali della preziosa Collezione Albertini, risalenti al XIII-XV secolo, dialogano con oltre quaranta opere di artisti contemporanei di rilievo come Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Maria Lai e Mimmo Paladino. Curata con passione da Marco Tonelli e promossa dalla Fondazione Perugia, questa esperienza non è solo una mostra, ma una narrazione vibrante che intreccia codici, simboli, cancellature e segni antichi con l’energia creativa dei giorni nostri.

Il percorso, diviso in cinque sezioni tematiche – Figurazioni, Astrazioni, Motivi, (Ri)scritture e Simboli – vi invita a leggere il passato con occhi nuovi, a riscoprire la storia attraverso la materia e la forma, e a percepire il respiro profondo di un luogo che sa emozionare. Qui, tra pietre antiche e foglie mosse dal vento, l’arte si fa ponte tra epoche, e ogni sguardo si carica di stupore e meraviglia.

Il “Giardino dell’anima”: l’Orto Medievale e Botanico tra silenzio, storia e meraviglia

Se cercate un angolo di Perugia dove il tempo sembra rallentare, dove natura, storia e spiritualità si fondono in un abbraccio silenzioso e quasi magico, il Complesso di San Pietro è una tappa imprescindibile. Qui, lontano dal caos della città, si apre un mondo di pace e contemplazione: due veri e propri gioielli verdi, l’Orto Medievale e l’Orto Botanico, che raccontano la storia profonda di questa città attraverso le piante, l’acqua e la pietra.

L'Orto Medievale, nato dalla profonda suggestione per la tradizione monastica, è molto più di una semplice ricostruzione storica: è un varco nel tempo, un’esperienza sensoriale e spirituale che riporta alla luce il cuore silenzioso della vita claustrale. Qui, dove le piante non erano solo elementi decorativi ma simboli di conoscenza, cura e preghiera, ogni aiuola racconta una storia, ogni pianta custodisce un sapere antico. L’hortus conclusus dei monaci benedettini rivive nella quiete di vialetti ordinati, tra erbe officinali, arbusti aromatici e fiori carichi di significato. Passeggiando tra le siepi, immersi nel profumo della salvia e della lavanda, si avverte quasi il respiro lento del tempo, come se le mura del complesso ancora custodissero il mormorio di salmi dimenticati e il ritmo delle stagioni che regolava la vita spirituale.

Poco più in là, l’Orto Botanico contemporaneo si apre come una sinfonia verde di meraviglie: oltre 1200 specie disposte con rigore filogenetico, eppure cariche di grazia, armonia e stupore. Non si tratta soltanto di una collezione scientifica, ma di un percorso che accompagna lo sguardo e l’anima tra epoche, climi e mondi vegetali diversi: dalle piante acquatiche che tremano leggere al vento alle varietà alpine che si aggrappano fiere alla terra, dal rigoglioso roseto alla macchia mediterranea, ogni angolo è un invito a perdersi e a ritrovarsi. Qui la scienza si fonde con la poesia del paesaggio, e l’esperienza diventa profondamente umana: un viaggio intimo tra forme, colori e profumi che nutrono lo spirito oltre che la mente.

Questi giardini sono spazi preziosi per rallentare davvero: sedersi sull’erba a leggere un libro, ascoltare il dolce scorrere dell’acqua, osservare una rosa secolare che resiste al tempo. Sono luoghi che parlano di cura, di rispetto per la natura, ma anche di un’eredità culturale che Perugia custodisce con orgoglio e amore.

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Francesco Mastrodicasa
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