27 Sep, 2025 - 11:44

Housing universitario, l’Umbria si muove per il diritto allo studio

Housing universitario, l’Umbria si muove per il diritto allo studio

L’accesso a un alloggio a prezzi sostenibili è diventato un fattore chiave per garantire il diritto allo studio. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) il governo ha destinato risorse senza precedenti alla residenzialità per gli universitari fuori sede. L’Umbria, regione che ospita migliaia di studenti provenienti da tutta Italia, ha colto l’occasione presentando progetti di rilievo.

Nuove richieste di posti letto per studenti in Umbria

Sono 1.335 i posti richiesti attraverso il bando Housing del Ministero dell’Università e della Ricerca. La quasi totalità riguarda Perugia con 1.312 unità, mentre Terni ha avanzato progetti per 23 sistemazioni. I numeri umbri si inseriscono in un quadro nazionale che ha superato le 60.000 domande, segno di un forte fabbisogno in tutte le regioni.

Il MUR, supportato da Cassa Depositi e Prestiti, segue le procedure di valutazione. La ministra Anna Maria Bernini ha definito questo investimento “una misura fondamentale di equità sociale e una leva strategica per garantire il diritto allo studio”. Ha aggiunto che la grande partecipazione registrata in Umbria rappresenta “un impegno concreto per il futuro del Paese e per la competitività del nostro sistema universitario”.

Housing universitario Pnrr, come funziona il bando

Il programma finanziato dal Pnrr prevede l’attivazione di 60.000 nuovi posti entro il 2026. Attraverso l’avviso, enti pubblici e soggetti privati possono candidarsi con progetti di costruzione, ristrutturazione o recupero di immobili da trasformare in residenze universitarie. Il modello punta a offrire alloggi calmierati e a contrastare il mercato privato caratterizzato da canoni in costante crescita.

A marzo 2025, il Ministero aveva già autorizzato oltre 11.600 interventi su scala nazionale. Nonostante ciò, le residenze disponibili coprono ancora meno del 5% della domanda complessiva: un dato che mostra la necessità di accelerare e di ridurre gli ostacoli burocratici che rallentano l’attuazione.

Le associazioni studentesche hanno lanciato più volte l’allarme: senza un’accelerazione concreta, una parte consistente delle risorse rischia di non essere utilizzata in tempo utile. Questo comporterebbe non solo la perdita dei fondi, ma anche la prosecuzione delle difficoltà per chi decide di studiare lontano da casa.

Carenza di alloggi per universitari e caro affitti

Secondo i dati diffusi dall’Unione degli Universitari, in Italia ci sono circa 900.000 studenti fuori sede, mentre i posti letto pubblici sono appena 46.193. Il gap costringe la maggior parte dei ragazzi a rivolgersi al mercato privato, dove gli affitti sono cresciuti del 38% negli ultimi tre anni.

In Umbria la sproporzione è ancora più evidente: a fronte di 13.500 studenti fuori sede, solo 1.350 trovano posto in strutture pubbliche. Questa carenza rischia di compromettere l’attrattività degli atenei di Perugia e Terni, spingendo molti giovani verso altre destinazioni universitarie. L’aumento dei canoni, unito alla scarsità di soluzioni disponibili, rappresenta uno dei principali deterrenti per le famiglie che devono sostenere economicamente i figli.

Il tema della residenzialità non riguarda solo l’aspetto economico, ma anche la qualità della vita accademica. Avere accesso a spazi adeguati significa poter vivere appieno l’esperienza universitaria, con la possibilità di condividere percorsi di studio e momenti di socialità. Non a caso, nelle città con maggiore disponibilità di residenze pubbliche, i tassi di iscrizione e permanenza negli atenei sono più alti.

I fondi della legge 338 e il ruolo del Ministero

Oltre al Pnrr, resta attiva la legge 338/2000, che consente al MUR di coprire fino al 75% dei costi per interventi edilizi destinati a studentati. Attraverso questo canale sono già stati cofinanziati 78 nuovi posti in Umbria per oltre 32 milioni di euro. Dal 2023, a livello nazionale, la stessa legge ha permesso di generare 10.000 alloggi aggiuntivi grazie a più di 800 milioni di euro.

Questi strumenti, sommati al bando Housing, disegnano una rete integrata di opportunità, in cui il pubblico lavora a fianco del privato per ampliare l’offerta. La collaborazione con le amministrazioni locali sarà decisiva per individuare immobili da recuperare e aree da destinare a nuove costruzioni. In più, il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti assicura competenze tecniche e garanzie finanziarie indispensabili.

Quanti posti letto sono stati richiesti in Umbria al 27 settembre 2025

Alla data del 27 settembre 2025, l’Umbria conferma le cifre: 1.335 domande complessive, di cui 1.312 concentrate a Perugia e 23 a Terni. Un segnale che testimonia l’urgenza di colmare il divario tra studenti e alloggi disponibili e che potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’intero sistema universitario regionale.

Parallelamente, le iniziative attivate tramite la legge 338 hanno già consentito di pianificare nuovi posti anche sul territorio umbro. L’obiettivo, dichiarato più volte dal Ministero, è quello di rafforzare l’attrattività degli atenei e di garantire che nessuno studente debba rinunciare a un percorso accademico a causa dei costi troppo elevati dell’abitare.

AUTORE
foto autore
Francesca Secci
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE