Il vento gelido dell’inverno non ha raffreddato le ambizioni del Gubbio, ma la classifica racconta una squadra che deve urgentemente ritrovare identità, ritmo e soprattutto punti. Al “Pietro Barbetti” la parola d’ordine è una sola: tornare a vincere davanti al proprio pubblico, spezzando una maledizione casalinga che dura ormai da troppo tempo. I numeri parlano chiaro: in sedici giornate, i rossoblù hanno esultato tra le mura amiche soltanto una volta, quel 20 settembre marchiato dal gol decisivo di Di Bitonto contro il Bra. Da allora, soltanto un’altra vittoria, quella del 25 ottobre a Carpi, a certificare un avvio di stagione ben al di sotto delle aspettative.
Un percorso a ostacoli, segnato da una lunga serie di infortuni, prestazioni altalenanti e soprattutto da un’ultima uscita, quella di Piancastagnaio, che ha lasciato il segno. Contro la Pianese, infatti, il Gubbio è apparso spento, poco reattivo, incapace di accendere la gara: l’1-0 finale ha scatenato malumori e critiche, dal presidente ai tifosi. Ma ora serve cancellare tutto, perché all’orizzonte c’è una sfida dal peso specifico enorme: la Torres, fanalino di coda del girone ma rinvigorita dal ritorno in panchina di mister Greco, che pur senza vittorie nelle ultime settimane ha ricominciato a esprimere un calcio propositivo e aggressivo.
Il tecnico rossoblù Domenico Di Carlo non si nasconde e analizza senza filtri ciò che non ha funzionato, pretendendo una risposta immediata dai suoi.
“Nell’ultima gara non abbiamo fatto una buona partita: abbiamo perso meritatamente. Una squadra come la nostra deve mostrare ben altro, voglio vedere una partecipazione diversa, uno spirito battagliero che contro la Pianese non abbiamo avuto. Contro la Torres mi aspetto una reazione da squadra, una squadra che piace a me. Abbiamo un buon organico e, quando siamo stati al completo fino alla gara di Ravenna, ce la siamo giocata alla pari con tutti, con il rammarico di non aver vinto alcune partite.
Dopo Ravenna abbiamo provato a tamponare l’emergenza: con la Juve fino al 90’ siamo stati bravi e poi abbiamo preso gol, con il Livorno non siamo stati capaci di chiuderla, e contro la Pianese ci siamo meritati le critiche. Abbiamo lavorato bene in settimana sotto questo aspetto, anche se abbiamo ancora diversi giocatori fuori. Nell’emergenza voglio vedere una squadra diversa contro la Torres: più combattiva, più dinamica e con maggior determinazione nel prendersi il risultato. Ho molta fiducia”.
Il Gubbio continua a fare i conti con una rosa decimata da stop muscolari di breve durata ma ricorrenti. Una situazione che ha limitato continuità e possibilità di scelta, obbligando il tecnico a soluzioni forzate.
“Dopo la gara di Ravenna, giocata su un campo pesante, non siamo riusciti a recuperare i giocatori o li abbiamo recuperati all’ultimo momento. Quando li rimetti in campo così, possono andare in difficoltà. Sono tutti infortuni da dieci-quindici giorni. Ancora oggi siamo in emergenza: abbiamo una partita difficile contro una Torres che è tornata a correre. Non voglio alcun alibi: chi scende in campo deve avere un atteggiamento diverso per centrare i tre punti che mancano da troppo tempo. Noi dobbiamo ragionare da squadra. Quando pensiamo da squadra, giochiamo con ritmi alti: prendiamo pochi tiri in porta, qualche gol lo abbiamo regalato, ma siamo sempre stati in partita.
Oggi ci mancano dei punti e quei punti ce li dobbiamo andare a prendere. Abbiamo voglia di lottare tutti. Abbiamo recuperato contro la Pianese La Mantia e Minta, ma domani forse non ci sarà Minta: ha preso una brutta botta e non riusciamo a recuperarlo. La Mantia l’ho sostituito al sessantesimo perché aveva affaticamento al polpaccio. Troppi cambi non aiutano la continuità, ma non deve essere un alibi. Voglio unità e compattezza, in campo e fuori. La prestazione di sabato scorso non è stata all’altezza del Gubbio, ma sono sicuro che i ragazzi risponderanno. Non è detto che si debba vincere per forza, ma dobbiamo provarci in tutti i modi: l’importante è fare la prestazione. La Torres è tornata molto verticale e aggressiva”.
In mezzo all’emergenza, Di Carlo valuta anche piccoli aggiustamenti sul piano tattico. Gli uomini a disposizione sono pochi, ma qualche recupero dà un filo di speranza.
“Fino a ieri ci siamo allenati in undici giocatori. Cambiare modulo ci può stare, ma bisogna trovare gli uomini giusti. Fazzi in parte lo abbiamo recuperato, probabilmente anche Bruscagin e Saber. Porteremo in panchina Spina e Tentardini per far loro riassaggiare il clima partita. Alla sosta recupereremo tutti: quando ci si allena in venti giocatori possiamo dar fastidio a tutti. Su Di Massimo dico che in futuro può sicuramente fare il trequartista, magari anche domani. Può fare quel ruolo o la seconda punta. È inutile però parlare di moduli se poi giochiamo come contro la Pianese. La squadra ha reagito bene in settimana: mi aspetto risposte. Dobbiamo essere umili e bravi nei dettagli, perché i duelli decidono le partite”.
Il Gubbio sente il peso di una sola vittoria interna, ma è proprio qui che Di Carlo pretende un salto di qualità:
“Abbiamo voglia di regalare ai tifosi, alla società e a noi stessi i tre punti. Ci sono sfuggiti al 97’ contro la Ternana e al 91’ contro la Juventus Next Gen. Le partite le abbiamo costruite per vincerle, ma dobbiamo essere più scaltri e più furbi nei momenti decisivi. Cambiando sempre formazione a causa degli infortuni non è facile trovare continuità, ma questo gruppo ha una dote: nelle difficoltà bisogna esaltarsi. Voglio che questa squadra si esalti nell’emergenza. Chi va in campo deve essere determinante per sé stesso e per la squadra. La Torres contro il Pineto ha creato sette occasioni da gol, tenendo un ritmo altissimo. Sarà ancora più bello provare ad arrivare alla fine e portare a casa i tre punti. Nelle difficoltà bisogna trovare nuovi stimoli e nuove motivazioni”.