06 Nov, 2025 - 19:00

Gubbio Sotto le Stelle porta il Cosmo al Castello di Petroia: una notte tra Medioevo e infinito

Gubbio Sotto le Stelle porta il Cosmo al Castello di Petroia: una notte tra Medioevo e infinito

Una serata tra scienza e poesia sotto il cielo del maniero di Federico da Montefeltro

 

Quando la scienza incontra la bellezza, nasce la meraviglia. È ciò che è accaduto ieri sera al Castello di Petroia, dove l’Associazione Astrofili Gubbio Sotto le Stelle ha organizzato una serata dedicata alla scoperta del cielo e delle sue meraviglie, in una cornice tra le più suggestive dell’Umbria.

Un evento che ha unito eleganza, cultura e osservazione astronomica, trasformando il maniero medievale — un tempo dimora di Federico da Montefeltro — in un ponte ideale tra passato e futuro, tra la pietra e l’infinito.

Una cena sotto le volte della storia

La serata si apre con una cena elegante nelle sale del castello, illuminate da luci soffuse e arredate con gusto sobrio e raffinato.
Le pareti in pietra, testimoni di secoli di storia, fanno da cornice a un’atmosfera intima, in cui ogni dettaglio è curato con la precisione di un rituale antico.

“Petroia è un luogo che invita al silenzio e alla contemplazione, spiega il presidente dell’associazione, Alessandro Luconi, nel dare il benvenuto agli ospiti. Abbiamo scelto questa cornice perché la bellezza del cielo merita di essere osservata da un luogo che ne rispetta la profondità.”

Al termine della cena, gli ospiti si spostano all’esterno, ai piedi dell’antica torre, dove l’oscurità del cielo e la quiete dei boschi creano il perfetto preludio all’osservazione astronomica.

Telescopi puntati verso l’infinito

L’associazione Gubbio Sotto le Stelle ha predisposto una serie di telescopi professionali per offrire a tutti la possibilità di guardare il cielo da vicino, con l’assistenza di esperti astrofili.

Dopo l’introduzione di Luconi, prende la parola il dottor Stefano Tosti, che guida i presenti nella lettura della volta celeste. A occhio nudo indica stelle, pianeti e costellazioni, svelandone nomi, distanze e leggende.
“Ogni stella che vediamo è un frammento di tempo antico, una luce che ha impiegato anni, secoli, millenni per raggiungerci”, racconta con voce appassionata.

Segue l’intervento del professor Cristiano Fidani, fisico e divulgatore scientifico, che arricchisce la serata con dati, immagini e spiegazioni puntuali.
Sul grande schermo allestito nel cortile, le immagini provenienti dai telescopi si alternano alla visione diretta all’oculare, permettendo ai partecipanti di osservare Giove, Saturno, la Luna e le principali nebulose con una chiarezza sorprendente.

L’universo non è lontano da noi,” spiega Fidani, “è parte del nostro stesso racconto. Ogni osservazione ci ricorda quanto siamo piccoli, ma anche quanto siamo capaci di comprendere.

Il colore delle nebulose e la magia della Luna

Uno dei momenti più emozionanti arriva con la proiezione delle fotografie astronomiche realizzate dagli astrofotografi Lorenzo e Giampiero Lilli.
Attraverso una selezione di immagini ad alta risoluzione, i due autori accompagnano gli ospiti in un viaggio tra nebulose, galassie e corpi celesti: dalla Nebulosa di Orione alla Manubrio, fino alla Galassia di Andromeda, la più vicina alla nostra Via Lattea.

La Luna piena chiude la sequenza con un dettaglio mozzafiato dei suoi crateri e mari, resa viva da tonalità e contrasti che fanno quasi percepire la tridimensionalità della superficie.

“Fotografare il cielo è un atto d’amore,” commentano i fratelli Lilli, “significa fermare l’eternità per un istante e condividerla con chi alza lo sguardo.”

Giove, Saturno e le “stelle cadenti”

Il vicepresidente Antonio Manzo guida invece l’osservazione dei giganti gassosi del Sistema Solare.
Attraverso i telescopi, Giove appare con le sue bande atmosferiche e i satelliti galileiani ben visibili, mentre Saturno incanta con i suoi anelli luminosi, perfettamente nitidi nonostante la distanza di oltre un miliardo di chilometri.

Proprio mentre gli occhi di tutti sono rivolti al cielo, alcune meteore solcano l’oscurità, regalando un’improvvisa pioggia di “stelle cadenti”.
Un’emozione collettiva, improvvisa e silenziosa, che riempie di meraviglia il pubblico raccolto ai piedi del maniero.

“È come se l’universo avesse deciso di salutarci” dice sorridendo uno degli astrofili, “ricordandoci che la scienza è anche poesia.”

Un viaggio nell’universo e dentro sé stessi

La serata si conclude con la proiezione di un video suggestivo: un viaggio attraverso la scala dell’universo, dai corpi minimi del Sistema Solare alle stelle più grandi conosciute, fino a dissolversi nell’immensità del Cosmo.
Un crescendo visivo e musicale che lascia tutti in silenzio, come sospesi tra l’infinito e la pietra del castello.

“Guardare il cielo è guardare dentro di noi” – conclude Luconi – “perché il desiderio di comprendere ciò che ci circonda è la forma più alta di libertà.”

Nel buio del Castello di Petroia, la scienza incontra la poesia, e l’antico dialoga con il futuro.
Una notte in cui le stelle non sono solo sopra di noi, ma dentro gli occhi di chi ha saputo alzare lo sguardo.

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Mario Farneti
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