Venerdì 6 giugno, Gubbio si prepara ad accogliere una delle serate più suggestive dell’anno: torna “La lunga notte delle chiese”, evento nazionale giunto alla sua decima edizione e che, per il quinto anno consecutivo, vedrà protagonista anche la Diocesi di Gubbio, con un programma ricco di arte, bellezza e spiritualità.
Promossa a livello nazionale dall’associazione “BellunoLaNotte.com” in collaborazione con le Diocesi aderenti, l’iniziativa si realizza localmente grazie al sostegno del Polo museale diocesano e dell’Associazione culturale “La Medusa”, con l’obiettivo di riscoprire il valore simbolico, estetico e comunitario dei luoghi di culto, aprendoli eccezionalmente in orario serale.
“È un invito alla meraviglia, alla contemplazione, al silenzio condiviso”, spiegano gli organizzatori. “Una notte diversa, in cui le chiese parlano con una voce nuova”.
A partire dalle 21.00 e fino alle 22.30, dodici chiese eugubine saranno aperte al pubblico per offrire una passeggiata serale tra arte sacra e spiritualità viva. L’itinerario, parte del percorso “Ars Sacra” e dei progetti “METE – Passaggio a Nord-Est”, si sviluppa attraverso alcuni dei luoghi più significativi della città: Cattedrale, San Giovanni, Santa Croce della Foce, Sant’Agostino, San Domenico, Santa Maria dei Laici, Santa Maria al Corso, San Francesco, San Marziale, Santa Maria della Vittorina, Santa Maria Nuova, Madonna del Prato.
“Aprire le chiese di notte significa restituire loro il senso di mistero e bellezza che spesso si perde nella frenesia del giorno”, sottolinea un volontario del Polo museale. “Ogni passo sarà occasione di stupore, ogni navata una soglia aperta verso l’interiorità.”
Ad arricchire il percorso, sono previste due visite guidate speciali, pensate per offrire approfondimenti artistici e storici in due luoghi simbolo della serata:
Alle ore 22.00, alla chiesa di Santa Maria dei Laici (detta dei Bianchi)
In parallelo, sempre alle 22.00, alla chiesa di Santa Maria Nuova, dove sarà possibile visitare la mostra “Oltre” di Elisabetta Lupi
Due occasioni non solo per vedere, ma per comprendere, ascoltare e lasciarsi interrogare da opere, architetture e simboli che attraversano i secoli e ci parlano ancora oggi.
Tra gli appuntamenti più significativi della serata spicca l’apertura straordinaria della mostra “Oltre – In sottrazione per aggiungere”, allestita all’interno della chiesa di Santa Maria Nuova e inaugurata il 1° giugno. Curata da Linda Panfili ed Elisa Polidori, l’esposizione è promossa dalla Diocesi di Gubbio e si inserisce nel circuito del Polo museale diocesano, come parte delle iniziative per il Giubileo ordinario della Speranza.
“È il primo momento antologico dedicato alla mia ricerca artistica”, racconta l’autrice, la gualdese Elisabetta Lupi, “una sintesi di oltre venticinque anni di sperimentazione tra pittura, metalli preziosi e linguaggi simbolici.”
“Oltre” è molto più di una mostra: è un percorso meditativo, un’esperienza estetica e simbolica che spinge il visitatore ad andare oltre l’apparenza. Accanto a opere su tela e supporti polimaterici, sono esposte, in via del tutto eccezionale, alcune creazioni in oro, argento e perle naturali, realizzate con tecniche orafe raffinatissime.
“Lavorare la materia è per me un modo per scavare dentro l’essenza”, afferma Lupi. “Ogni forma nasce da una sottrazione, da un silenzio che si fa segno. Le mie opere parlano a chi ha il coraggio di ascoltare senza pregiudizi.”
La Notte delle Chiese è ormai un evento atteso e riconosciuto a livello nazionale, capace di unire fede, arte e comunità in un’esperienza che valorizza il patrimonio sacro non solo come bene culturale, ma come spazio di dialogo, meditazione e incontro.
“Questa iniziativa è un gesto corale. Le chiese si aprono, ma è il cuore delle persone che deve aprirsi davvero”, afferma un membro dell’Associazione “La Medusa”. “Ogni passo nel buio rischiarato dalla luce delle navate è un invito alla lentezza, all’ascolto, alla scoperta di sé”.
L’evento è aperto a tutti, credenti e non credenti, giovani e adulti, turisti e cittadini. La sua forza risiede proprio nella capacità di creare uno spazio di senso condiviso, dove l’arte sacra diventa veicolo di interrogazione, emozione, memoria e futuro.
“Non c’è bisogno di essere religiosi per lasciarsi colpire dalla bellezza di un altare, dal silenzio di una cappella, dalla luce di un affresco”, osserva Linda Panfili. “La Notte delle Chiese è un dono per chiunque senta il bisogno di fermarsi, anche solo per qualche istante, e guardare con occhi nuovi.”
Gubbio, con la sua straordinaria eredità di fede, arte e architettura, offre nella Notte delle Chiese un’occasione irripetibile per entrare in dialogo con la propria storia e con il proprio spirito. Un evento che trascende la cronaca, per diventare rito collettivo, gesto urbano e messaggio di speranza.
In un tempo frenetico e spesso disorientato, “riscoprire le chiese come luoghi di bellezza condivisa e di profondità umana è un gesto rivoluzionario nella sua semplicità”, scrivono i promotori.
E allora, il 6 giugno, tra luci soffuse, arte silenziosa e incontri inattesi, le chiese di Gubbio saranno di nuovo vive. Non come monumenti da visitare, ma come spazi da abitare, con lo sguardo e con il cuore.