Durante le ultime festività del Natale il sindaco Filippo Mario Stirati ha reso pubblica una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per informarlo dell’ingiustizia storica nella quale vive da sempre Gubbio: è infatti il settimo Comune d’Italia per estensione, ma riceve poche risorse, poiché calcolate in base al numero degli abitanti e non già per la vastità territoriale. Tanto per fare un esempio, Milano non rientra tra i cento comuni più estesi d’Italia, con 181,8 chilometri quadrati…

Stirati ha anche informato il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, i presidenti di Camera e Senato, i parlamentari eletti in Umbria, i ministri Calderoli e Musumeci, il presidente della Regione Tesei e i presidenti di Anci e Ali.

Nella lettera al Presidente Stirati spiega lo squilibrio tra popolazione ed estensione territoriale

Stirati spiega con i numeri lo squilibrio: 30.400 abitanti, 525 chilometri quadrati di estensione, 600 chilometri di strade comunali, 38 cimiteri, un verde pubblico sconfinato.

Il tutto a fronte sia di risorse insufficienti per una gestione ottimale, sia delle difficoltà dovute alla morfologia del territorio, per lo più collinare e montano, caratterizzato da fenomeni di dissesto idrogeologico e sismico.

Stirati suggerisce quindi “di stabilire nei meccanismi che presiedono alla finanza locale un correttivo economico che rappresenti una compensazione per tutti quei Comuni italiani che, in ragione delle dimensioni territoriali, affrontano una sfida impari per le loro reali forze disponibili”. Per Stirati questo correttivo, tarato sui chilometri quadrati di estensione, potrebbe risolvere la storica ingiustizia.

Sono passati oltre quattro mesi e di quella lettera nessuno ha saputo più nulla. Nessuna notizia dal presidente Mattarella, dal premier Meloni e neanche dagli altri dei quali qualcuno è anche umbro.

Gubbio è il settimo comune in Italia per estensione territoriale

Ecco una breve classifica dei primi otto comuni d’Italia per estensione. Con 1.287,4 kmq, il comune di Roma risulta il più esteso e rappresenta ben lo 0,4% dell’intero territorio nazionale. Seguono, in ordine decrescente di estensione in kmq, i comuni di Ravenna (RA) 653,81, Cerignola (FG) 593,92, Noto (SR) 554,98, Sassari (SS) 547,43, Monreale (PA) 530,18, Gubbio (PG) 525,77 e Foggia (FG) 509,25.

Tra l’altro Gubbio supera di poco la soglia dei trentamila abitanti al di sotto della quale i trasferimenti Stato-Comuni si ridurrebbero drasticamente. E questo deve aver suscitato motivo di allarme per Stirati, perché negli ultimi quattro anni la popolazione del comune è diminuita di circa mille unità ed è una tendenza che non accenna a fermarsi.

La causa principale, oltre al calo demografico registrato in tutta Italia, a Gubbio è la disoccupazione giovanile e quindi la necessità di emigrare altrove, anche all’estero, per cercare condizioni di vivibilità che Gubbio garantisce sempre meno.

Manca a questo proposito una seria politica industriale che non dipenda più dai due cementifici, che non sono più in grado di garantire, da soli, livelli di occupazione accettabili.

Tra le sfide della nuova giunta la politica industriale

E in questo senso la nuova giunta che uscirà dalle elezioni di giugno dovrà accettare la sfida. Puntare sul solo turismo è una politica perdente fin dall’inizio, anche se da quel settore si potrebbe ricavare molto di più, trasformando Gubbio in una Città d’Arte, con infrastrutture efficienti sul piano dell’accoglienza e dell’apparato museale. È certo tuttavia che da solo il turismo non può sostenere l’intera economia del territorio.

Un correttivo sul piano dei trasferimenti dalla Stato è tuttavia urgente e improrogabile, pena la paralisi dell’azione amministrativa ma da solo non basta. C’è bisogno di far convergere a Gubbio capitale privato che possa trovare interesse a investire nel nostro comune. D’altronde non manca spazio per creare un polo industriale di sicuro interesse, per esempio nella zona di Branca, che si trova in prossimità della superstrada a quattro corsie Valfabbrica-Ancona facente parte del Quadrilatero Marche-Umbria, che costituisce l’arteria di collegamento sia con Perugia, sia con il polo industriale di Jesi-Ancona, con uno dei porti più importanti dell’Adriatico. Ed è a pochi chilometri da due aeroporti: l’Aeroporto Internazionale dell’Umbria San Francesco d’Assisi nei pressi di Perugia e l’Aeroporto Internazionale Raffaello Sanzio presso Ancona.

Rimaniamo certamente in trepida attesa della risposta del Presidente della Repubblica alla lettera del sindaco di Gubbio che da sola purtroppo non può risolvere problemi che vanno affrontati con una politica coraggiosa e non certo con l’immobilismo.