18 Jul, 2025 - 15:31

Gubbio, scoperta una pavimentazione dell’Ottocento sotto via XX Settembre: rallentano i lavori e cresce la protesta

Gubbio, scoperta una pavimentazione dell’Ottocento sotto via XX Settembre: rallentano i lavori e cresce la protesta

Non è la prima volta che accade, e forse c’era da aspettarselo. Dopo quanto emerso negli scavi per la ripavimentazione di piazza Grande e nella riqualificazione di piazza Quaranta Martiri, anche in via XX Settembre, nel cuore del centro storico di Gubbio, il sottosuolo ha restituito tracce del suo passato. Stavolta si tratta di una pavimentazione dell’Ottocento, secondo le prime stime della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

Il cantiere, avviato con l’obiettivo di riqualificare e valorizzare l’asse viario, ha subito un inevitabile rallentamento. Ma mentre per archeologi e appassionati si tratta di una scoperta preziosa, residenti e commercianti parlano senza mezzi termini di “ennesimo schiaffo alla città viva”.

La scoperta: vecchio mattonato sotto l’asfalto moderno

Durante gli scavi, la squadra di operai incaricata della rimozione della vecchia pavimentazione stradale ha intercettato una porzione di selciato più antico, ben conservato, apparentemente in cotto e pietra, posto a una profondità relativamente ridotta.

Dalle prime verifiche condotte dalla Soprintendenza, si tratterebbe di una pavimentazione risalente alla fine del XIX secolo, e più precisamente al 1870, anno in cui — come ricordato nel volume “Tutti i colori dei Ceri” del giornalista eugubino Gianluca Sannipoli — fu completata la nuova lastricatura di piazza Grande.

“I Ceri compiono le girate sulla appena collaudata nuova pavimentazione di piazza Grande (il 7 maggio dall’ingegnere comunale Ulisse Baldelli), realizzata dall’appaltatore Pacifico Vispi”, si legge nel libro. È quindi probabile che lo stesso intervento si sia prolungato anche su via XX Settembre, almeno in un tratto.

Torna la copertura protettiva: come in altri cantieri del centro

Per evitare danni ai reperti affiorati, è stata applicata una speciale copertura conservativa. Si tratta di una metodologia già utilizzata in casi analoghi, che consente — in teoria — di proseguire i lavori senza rimuovere o danneggiare i ritrovamenti storici.

Lo conferma l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Spartaco Capannelli, figura chiave della Giunta Fiorucci e ex funzionario della Soprintendenza stessa.
“Siamo in contatto costante con il dottor Giorgio Postrioti della Soprintendenza. Abbiamo trovato una soluzione condivisa che ci permette di andare avanti nel rispetto dei tempi e del patrimonio storico”, ha dichiarato l’assessore nel tentativo di rassicurare i cittadini, sempre più preoccupati per i disagi prolungati.

Ma i commercianti non ci stanno: “Cantieri eterni, promesse disattese”

Malgrado le rassicurazioni ufficiali, il clima tra residenti e commercianti di via XX Settembre è tutt’altro che sereno.

“Sapevamo che sarebbe finita così, ma nessuno ci ha ascoltati. Ogni volta che si scava, si trova qualcosa. Possibile che non si preveda nulla prima?”, lamenta una titolare di negozio storico della zona.

La rabbia è condivisa da molti. I 105 giorni lavorativi promessi come durata del cantiere sembrano ormai un’utopia, e si teme che i lavori possano protrarsi fino al 2026, con gravi ricadute economiche su attività già provate dalla crisi e dal calo di presenze invernali.

Fiorucci come Stirati? Le accuse sulla “continuità” nella gestione dei lavori pubblici

A far infuriare ancora di più chi vive e lavora nella zona è la sensazione di una continuità burocratica e politica tra la Giunta attuale, guidata da Vittorio Fiorucci, e quella precedente di Filippo Mario Stirati.

“Cambiano i nomi, ma non il metodo: tutto viene deciso senza un vero confronto con i cittadini. E intanto noi siamo sempre quelli che subiscono, dice un rappresentante dei commercianti, che annuncia l’intenzione di scrivere una lettera congiunta al sindaco e alla Soprintendenza.

La sensazione è che la città viva venga messa in secondo piano rispetto alle logiche progettuali e ai vincoli, pur legittimi, della tutela storica. Ma si può davvero scegliere tra memoria e presente? La domanda serpeggia in molti.

Una zona tra le più antiche di Gubbio: scavi che parlano di secoli

Via XX Settembre si snoda in una delle porzioni più antiche del centro urbano di Gubbio, risalente almeno al XII secolo.
Non è quindi sorprendente che, ogniqualvolta si apra un cantiere in profondità, emergano testimonianze materiali di un passato che ancora non ha detto tutto.

E se da un lato ciò rappresenta una straordinaria opportunità per la ricerca e per la valorizzazione, dall’altro si trasforma in un ostacolo concreto alla gestione ordinaria di una città che ha bisogno di infrastrutture, efficienza e soprattutto di programmazione seria e condivisa.

Cosa succede adesso? Le ipotesi sul proseguimento dei lavori

Secondo fonti comunali, i tecnici starebbero già studiando una modifica del cronoprogramma, tenendo conto della nuova situazione. L’ipotesi più accreditata è che si proceda a tratti, isolando le porzioni di pavimentazione antica da preservare, senza fermare completamente il cantiere.

Ma l’incognita principale resta la possibilità che emergano altri reperti nel corso degli scavi: via XX Settembre è lunga, e nessuno può escludere ulteriori sorprese archeologiche nei prossimi metri di intervento.

“Il rischio è che si vada avanti a singhiozzo, e ogni stop farà slittare la consegna finale. Se si arriva a gennaio o febbraio, sarà un disastro per le nostre attività, avverte un commerciante esasperato.

Serve equilibrio tra tutela e vivibilità

La scoperta della pavimentazione ottocentesca sotto via XX Settembre è senza dubbio un tassello prezioso nella storia urbana di Gubbio. Ma per la città moderna, fatta di vite quotidiane, lavoro, turismo, relazioni sociali, l’ennesimo ritardo dovuto a una programmazione ritenuta miope e autoreferenziale rischia di essere l’ennesima ferita.

“La tutela del passato non può trasformarsi in condanna del presente, scrive in un post un cittadino, sintetizzando il malumore crescente.

La verità è che serve una visione integrata, capace di coniugare l’amore per la storia con il rispetto per il tempo dei cittadini

Nel frattempo, via XX Settembre resta un cantiere aperto. In ogni senso.

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Mario Farneti
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