"Un evento importante, che valorizza un aspetto della nostra città rimasto troppo a lungo nascosto". Così il Sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, ha aperto con tono ispirato e profondo la Festa delle Tavole Eugubine 2025, manifestazione che intende restituire centralità a uno dei documenti più antichi e misteriosi del patrimonio italico: le Tavole Eugubine, custodite nel Museo Civico di Palazzo dei Consoli.
Ma il discorso del Sindaco non si è limitato a una semplice introduzione cerimoniale. È stato un atto di consapevolezza storica e visione politica, in cui si è delineata la volontà di connettere il passato rituale della città con il suo ruolo culturale e strategico nel mondo contemporaneo.
"Hanno un valore storico e artistico che va oltre la nostra realtà, la nostra Gubbio", ha affermato Fiorucci, sottolineando che le Tavole non sono solo un’eredità locale, ma un documento di portata mediterranea e trans-culturale. In esse si leggono tracce di una lingua e di una ritualità che parlano della relazione di Gubbio con le altre civiltà, nei secoli e nei millenni.
Le Tavole sono infatti una delle più importanti testimonianze in lingua umbra, scolpite su bronzo e risalenti a oltre duemila anni fa. Contengono riti, formule, prescrizioni sacre che, secondo il Sindaco, “ci danno l’idea della trasversalità della nostra cultura”.
Nel cuore del discorso, Fiorucci ha evidenziato come il legame con il passato non sia nostalgia, ma base identitaria e politica attuale:
"Questo ci dà la tranquillità. È quello spessore che ci consente di relazionarci con il mondo intero".
Una frase forte, che richiama il senso di stabilità e di radicamento profondo che la cultura può offrire nel tempo incerto che viviamo.
Per il primo cittadino, valorizzare le Tavole Eugubine non è un gesto celebrativo, ma strategico: uno strumento per affrontare senza paura le scelte economiche, culturali, internazionali, e per stringere alleanze basate su valori profondi e condivisi.
Il discorso ha toccato anche il tema della continuità del rito, della sopravvivenza simbolica degli antichi gesti nelle pratiche moderne. "Qualcuno sorriderà magari, ma io ritengo che questa ritualità, in prima battuta, ce la siamo trascinata in qualche modo fino ad oggi", ha detto Fiorucci.
È evidente il riferimento alla Festa dei Ceri, la cui energia e spiritualità, secondo il Sindaco, conserva qualcosa di quella dimensione arcaica, legata a un rapporto sacro con la comunità e con il divino.
"Quello spirito che in qualche modo riusciamo a vivere in quella giornata, chiama, per certi aspetti, anche quella ritualità che ha caratterizzato il nostro popolo e che si è tramandata fino ad oggi".
Nel prosieguo del suo intervento, Fiorucci ha rivolto ringraziamenti sentiti a una serie di figure chiave che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento, o che interverranno nel corso della manifestazione:
Dott.ssa Tiziana D’Angelo, direttrice del Parco archeologico di Paestum e Velia, che il Sindaco ha definito “una visita bellissima e costruttiva”, ricordando come anche lì si percepisca la sensazione di essere “al centro del mondo”, non solo come Italia, ma come cuore del Mediterraneo.
Prof. Augusto Ancillotti, del Centro di ricerca e orientamento sugli antichi Umbri, per “l’opera importante di studio e strutturazione” che ha contribuito a fondare il centro stesso.
Prof. Alberto Calderini (Università per Stranieri di Perugia),
Dott.ssa Ilaria Venanzoni (Museo Nazionale di Perugia),
Dott.ssa Laura Cerri, archeologa del Parco archeologico del Teatro Romano,
Soprintendenza con la dott.ssa Francesca Valentini, sempre vicina all’amministrazione.
E poi ancora i collaboratori locali: il dott. Roberto Borsellini (Museo Civico), Paola Salciarini, il dott. Francesco Mariucci della Biblioteca Sperelliana.
Il Sindaco ha chiuso il suo intervento con parole di determinazione e apertura:
"Sarà sicuramente un momento importante di confronto, di apprendimento culturale per tutti. Ne sono favorevole. Tutto sarà un evento intermedio, è una strada sulla quale proseguiremo con molta intensità".
Queste parole tracciano la volontà di non fermarsi alla celebrazione, ma di avviare un vero percorso di riscoperta e valorizzazione, che tocchi educazione, turismo culturale, rapporti internazionali.
Nel passaggio forse più accorato, il Sindaco ha detto:
"Purtroppo oggi stiamo perdendo, per certi aspetti, soppiantati da un mercatismo importante che ci spaventa. Ci sta svuotando, ci sta decooperando. Quindi ogni occasione è buona per recuperare questi aspetti."
Parole forti, che denunciano il rischio di smarrire le radici profonde in nome di logiche superficiali di mercato. E qui, il rilancio delle Tavole Eugubine appare non solo come operazione culturale, ma come atto politico di resistenza e rinascita.
Le Tavole, ha detto il Sindaco, ci ricordano come Gubbio abbia interagito per secoli e millenni con altre civiltà. E oggi può tornare a farlo, partendo dalla forza della sua cultura, non dall’adattamento al ribasso.
La Festa delle Tavole non è quindi solo un omaggio al passato, ma un progetto per il futuro: “una ripresa di un altro cammino”, un modo per rendere la città protagonista consapevole nel mondo che cambia, con la memoria che si fa visione.
La Festa delle Tavole Eugubine, inaugurata con il discorso del Sindaco Fiorucci, si rivela molto più di un evento locale: è un atto di identità, un progetto culturale e politico, un invito a guardare indietro per camminare con forza verso il futuro.
Gubbio si riscopre cuore antico del Mediterraneo, ponte tra epoche e culture. E nel fare questo, offre un modello per l’Italia intera: radici profonde, visione alta, coraggio culturale.