Dal 3 al 7 marzo 1310 si tenne a Gubbio una tappa del processo itinerante ai Templari organizzato dalla Santa inquisizione contro l’Ordine della Milizia del Tempio di Gerusalemme, in seguito alla sospensione da parte del papa Clemente VIII, ispirato dal sovrano francese Filippo IV detto Il Bello. Il principale imputato era Jacopo da Montecucco, Gran Precettore d’Italia, originario del Piemonte. Hugues de Payns originario dello Champagne-Ardenne aveva fondato l’Ordine in Terrasanta nel 1118 tra le rovine del tempio di Salomone.
Jacopo non si presenta al processo ai templari e rimane latitante
Il processo itinerante contro i Tempari era iniziato a Roma e aveva toccato alcune località del centro Italia,. Ce lo racconta Anne Gilmour-Bryson una studiosa canadese che ha approfondito il tema basandosi su documenti d’epoca conservati presso l’Archivio Segreto Vaticano.
In pratica nessun cavaliere si presentò in alcuna tappa del processo ma soltanto qualche prete e alcuni serventi o sergenti. Tutti personaggi di secondo piano rispetto ai Cavalieri che erano tutti di origine nobile e che indossavano il mantello bianco e la croce rossa patente all’altezza del cuore.
I capi di imputazione nel processo ai Templari
Questi i principali capi d’imputazione formulati dell’Inquisizione: che i membri rinnegavano Cristo, Dio, la Vergine o i santi durante una cerimonia segreta; che i membri avevano commesso vari atti sacrileghi sulla croce o l’immagine di Cristo; che i membri si davano baci osceni; che i membri incoraggiavano e premettevano la sodomia; che i preti dell’Ordine non consacravano l’Ostia; che i membri non credevano nei sacramenti; che i membri praticavano vari tipi di idolatria; che il Grande Maestro, o altri dignitari, assolvevano i confratelli dai loro peccati.
Molte delle accuse erano palesemente false e costruite dal sovrano francese e dal suo consigliere Nogaret al fine di sopprimere l’ordine e impossessarsi delle sue immense ricchezze in un’epoca nella quale gli Stati assoluti stavano consolidandosi e le casse del re erano vuote.
Presenza templare nell’area di Gubbio
Nella zona di Gubbio-Scheggia sorgevano alcune comanderie templari, specie nella zona di Costacciaro che i cavalieri avevano abbandonato dopo che si erano eclissati. Alcuni avevano trovato rifugio in altri ordini monastici, altri avevano fatto ritorno nelle terre d’origine presso le ricche famiglie dalle quali provenivano.
Il processo di Gubbio avvenne nella Chiesa vescovile di Santa Croce e fu presieduto dall’inquisitore Pandolfo de Sabello. La Chiesa di Santa Croce nella quale si tenne il processo oggi non esiste più. Sorgeva nel pressi dell’imbocco dell’odierna Via Cavour che raggiunge il quartiere medievale di San Martino ma la demolirono all’inizio dell’800.
Alcune guide turistiche di Gubbio riportano erroneamente la Chiesa di Santa Croce della Foce, al di là della cinta muraria trecentesca sempre nel quartiere di San Martino, che fu sì chiesa di origine templare ma che non usarono per il processo.
Alberi genealogici delle famiglie di Gubbio nel medioevo
Grazie alle carte del processo è stato possibile anche completare alcuni alberi genealogici delle principali famiglie di Gubbio. I membri non erano tutti noti e invece appaiono come testimoni o come giudici del processo itinerante. In particolar modo alcuni membri della famiglia Gabrielli alla quale apparteneva Cante Gabrielli il podestà di Firenze responsabile dell’esilio di Dante Alighieri.
Il processo itinerante ai templari toccò varie località dell’Italia Centrale, tra le quali, oltre a Gubbio, Roma, Viterbo, Assisi, l’Aquila, Chieti, Velletri, Segni, Tivoli e Palombara. Sebbene i giudici avessero chiamato ogni volta in giudizio il Gran Precettore Jacopo da Montecucco egli non si presentò mai preferì la latitanza. Di lui non si seppe più nulla. Nessuna fonte storica ne parlò mai più.
Jacques de Molay al rogo
Ben altra sorte toccò al Gran Maestro dell’Ordine Jacques de Molay. Nel 1314 morì sul rogo davanti a Notre Dame, come eretico relapso, cioè che aveva ritrattato l’accusa di eresia strappatagli con la tortura. Prima di morire aveva giurato che entro un anno avrebbe condotto i responsabili della sua morte davanti a un più alto giudice. Infatti Il re, il Papa e il consigliere del re Nogaret, morirono entro un anno.