Gubbio, Piazza Grande continua a far discutere. Uno dei luoghi più iconici dell’Umbria, simbolo della città medievale e gioiello di architettura storica, sta affrontando una crisi strutturale che mette a dura prova la pazienza dei cittadini. Dopo il rifacimento totale della pavimentazione, completato lo scorso 28 aprile, i problemi si susseguono senza sosta: dalle infiltrazioni d’acqua alle fughe compromesse, fino ai segni di cedimento del suolo e alle crepe visibili che attraversano la piazza.
La situazione è degenerata ulteriormente negli ultimi giorni. Le crepe, che si diramano dallo storico Bar Ducale fino al cuore della piazza, sono l’ultimo colpo di grazia per un progetto di restauro che, costato 1,25 milioni di euro, avrebbe dovuto restituire Piazza Grande al suo antico splendore. Al contrario, il deterioramento è ormai sotto gli occhi di tutti, e con l’arrivo dell’inverno e il rischio di gelate, i timori per danni maggiori aumentano.
I cittadini, da tempo perplessi per la qualità dei lavori, chiedono chiarezza. L’amministrazione attuale, guidata dal sindaco Vittorio Fiorucci, si trova ad affrontare un’eredità problematica lasciata e creata dalla giunta precedente. Piazza Grande, che avrebbe dovuto rappresentare un punto di orgoglio per la comunità, è ora al centro di un acceso dibattito.
Gubbio, i cittadini chiedono chiarezza per le condizioni di Piazza Grande
La rabbia degli eugubini monta. Attraverso i social, in molti hanno espresso il proprio disappunto per la gestione dei lavori e per i continui disagi. La nuova pavimentazione, infatti, ha manifestato criticità già poche settimane dopo l’inaugurazione. I mattoni, a detta di molti, sarebbero inadeguati: si dislivellano, si sgretolano e mostrano cambiamenti cromatici evidenti dopo le piogge. Il salnitro, una patina biancastra tipica del deterioramento dei materiali porosi, è un problema ricorrente, mentre le infiltrazioni d’acqua negli Arconi sotto la piazza mettono a rischio la stabilità dell’intera struttura.
Il progetto, costato oltre un milione di euro e affidato alla ditta Isam, non era stato accolto senza riserve. Uno stimato geologo locale, fin dall’inizio, aveva sollevato dubbi sulla scelta dei materiali. Ora, quelle perplessità sembrano trovare tragica conferma.
Ad aggravare la situazione, la mancanza di collaudi adeguati prima dell’inaugurazione, come ha rivelato recentemente Spartaco Capannelli, assessore ai Lavori Pubblici della giunta Fiorucci. Nonostante la piazza fosse stata ufficialmente restituita alla città, i lavori avrebbero necessitato di ulteriori verifiche tecniche, lasciando così spazio a polemiche sulla fretta della precedente amministrazione di tagliare il nastro prima delle elezioni.
Un simbolo tra storia e tradizioni
Piazza Grande, il cuore pulsante di Gubbio, è uno dei luoghi simbolo dell’Umbria medievale, un capolavoro urbanistico che coniuga storia, tradizioni e una visione architettonica straordinaria. La sua creazione risale al 1321, quando i magistrati della città decisero di costruire una nuova piazza centrale, sostituendo la precedente residenza comunale.
Il progetto fu affidato all’architetto Angelo da Orvieto, che nel 1332 diede avvio ai lavori. L’obiettivo era ambizioso. Realizzare una grande piattaforma pensile capace di unire i quattro quartieri principali di Gubbio – Sant’Andrea, Sant’Giuliano, San Martino e San Pietro – e ospitare due edifici rappresentativi, il Palazzo dei Consoli e il Palazzo del Podestà. Tuttavia, le vicende politiche, come l’avvento della Signoria dei Montefeltro, causarono numerose interruzioni. I lavori si fermarono per quasi un secolo, riprendendo solo nel 1482 e concludendosi nel corso del XVI secolo.
Dei due palazzi progettati, solo il Palazzo dei Consoli fu completato, divenendo una delle strutture gotiche più imponenti dell’epoca. Il Palazzo del Podestà, invece, rimase incompiuto, ma il lato nord-orientale della piazza venne arricchito nel XVIII secolo dal neoclassico Palazzo Ranghiasci.
Con il suo pavimento pensile e il panorama mozzafiato sulla valle sottostante, Piazza Grande è stata il fulcro della vita cittadina per secoli. Qui si svolgono eventi di grande richiamo, come la Corsa dei Ceri, simbolo dell’identità eugubina.