Gubbio Oltre Festival, sotto la raffinata direzione artistica di Giovanni Sannipoli, si avvia alla conclusione con due spettacoli di alto profilo che incarnano perfettamente lo spirito della manifestazione: un incontro tra mondi sonori diversi, legati da un filo comune che unisce la tradizione musicale alla ricerca innovativa. Gli ultimi due appuntamenti, previsti per il 12 e il 19 agosto nel suggestivo chiostro di San Domenico, rappresentano due esempi di come la musica possa diventare un linguaggio universale, capace di dialogare con culture e sensibilità diverse.
Il 12 agosto, il duo composto da Eleonora Bianchini (voce) ed Enzo Pietropaoli (contrabbasso) presenterà il loro progetto “Dos”, una proposta musicale che ha già conquistato il pubblico e la critica grazie alla sua originalità e intensità emotiva. Il duo, che ha recentemente pubblicato il terzo album, offre un repertorio che spazia tra generi e epoche diverse, unendo Led Zeppelin e Peppino Di Capri, Radiohead e Ornella Vanoni, Ivan Lins e Gianni Morandi, fino a Franco Battiato e gli Oasis.
L’approccio di Pietropaoli, noto per la sua capacità di reinventare con grande maestria brani noti e meno noti, trova in Eleonora Bianchini una compagna di viaggio ideale. La voce di Bianchini, calda e avvolgente, dialoga con il legno del contrabbasso di Pietropaoli, creando un tessuto sonoro ricco di sfumature. Non si tratta di semplici interpretazioni, ma di vere e proprie reinvenzioni, dove ogni nota e ogni parola assumono un significato nuovo, profondo, capace di toccare le corde dell’anima.
Gubbio Oltre Festival, un repertorio eclettico
La scelta di un repertorio così eclettico non è casuale, ma rispecchia la volontà di esplorare territori musicali diversi, di mettere in comunicazione mondi apparentemente distanti. Il risultato è un concerto che non segue schemi predefiniti, ma si lascia guidare dall’ispirazione del momento, dalla capacità dei due artisti di ascoltarsi e di dialogare attraverso la musica. È un’esperienza che coinvolge non solo l’udito, ma anche l’emotività dello spettatore, portandolo in un viaggio sonoro che tocca le corde più profonde dell’animo umano.
Il 19 agosto, sempre nel chiostro di San Domenico, il festival chiuderà in bellezza con lo spettacolo “Profili Mediterranei”, un progetto che esplora le radici musicali dei popoli del Mediterraneo. Protagonisti della serata saranno il chitarrista e compositore Maurizio Zammartino e il percussionista Peppe Stefanelli, due musicisti che hanno saputo fondere le loro esperienze e le loro sensibilità per creare un dialogo musicale che va oltre le barriere culturali.
Il progetto si distingue per la sua capacità di coniugare la spontaneità e la creatività latine con una lucidità interpretativa che non lascia nulla al caso. Zammartino, con il suo gesto compositivo, riesce a far convivere elementi apparentemente opposti: la libertà dell’improvvisazione e la rigorosa costruzione formale. Dall’altra parte, Peppe Stefanelli arricchisce le composizioni con un ventaglio di sonorità esotiche e primitive, che evocano le atmosfere e i colori del Mediterraneo, un mare che da sempre è crocevia di culture e tradizioni.
Lo spettacolo non è solo un concerto, ma un vero e proprio viaggio attraverso il tempo e lo spazio, dove la musica diventa il mezzo per raccontare storie, per evocare immagini e suggestioni che affondano le radici nella storia millenaria del Mediterraneo.
Un vero e proprio viaggio attraverso il tempo e lo spazio
Le percussioni di Stefanelli, con il loro ritmo incalzante e ipnotico, dialogano con la chitarra di Zammartino, creando un tessuto sonoro che è al tempo stesso moderno e antico, universale e profondamente legato alla terra da cui proviene.
L’intervento della cantante Mariangela Berazzi e la voce narrante dell’attore Mauro Cardinali arricchiranno ulteriormente la performance, aggiungendo nuovi livelli di significato e coinvolgendo lo spettatore in un’esperienza multisensoriale. Non si tratta solo di ascoltare, ma di lasciarsi trasportare in un mondo fatto di suoni, parole e immagini, in cui ogni elemento contribuisce a creare un affresco ricco e complesso.
Il Gubbio Oltre Festival, con questi ultimi due spettacoli, offre una riflessione profonda sul rapporto tra tradizione e innovazione, tra radici culturali e sperimentazione artistica. In un mondo sempre più globalizzato, dove le identità culturali tendono a uniformarsi, il festival diventa un’occasione per riscoprire e valorizzare le specificità locali, per riflettere su come la musica possa essere un ponte tra passato e presente, tra culture diverse.
Sotto la direzione di Giovanni Sannipoli, il festival non si limita a proporre spettacoli di alta qualità, ma si pone come un laboratorio di idee, dove ogni concerto diventa un momento di confronto e di crescita, sia per gli artisti che per il pubblico. In un’epoca in cui l’arte tende spesso a ripiegarsi su se stessa, a diventare autoreferenziale, il Gubbio Oltre Festival rappresenta una ventata di freschezza, una dimostrazione di come sia possibile fare arte in modo autentico, senza compromessi, ma anche senza perdere di vista il legame con la propria storia e le proprie radici.