05 Sep, 2025 - 17:30

Gubbio, mistero nella notte in Piazza 40 Martiri: ragazza chiede aiuto, indagini in corso

Gubbio, mistero nella notte in Piazza 40 Martiri: ragazza chiede aiuto, indagini in corso

Un episodio ancora avvolto nel mistero ha scosso la tranquillità del centro storico di Gubbio nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre. Intorno all’una di notte, alcuni ragazzi hanno notato una giovane donna in evidente stato di agitazione, mentre chiedeva disperatamente aiuto nell’area del parcheggio di Piazza 40 Martiri, nei pressi dell’edicola.

L’allarme è stato immediato: due chiamate urgenti al 112 e al 118 hanno fatto convergere in pochi minuti sul posto due jeep del Radiomobile dei Carabinieri e un’ambulanza del servizio sanitario d’urgenza.

Chi è la ragazza? Una 30enne eugubina trasportata in ospedale

Secondo quanto trapelato finora da fonti investigative e testimonianze raccolte sul posto, la ragazza sarebbe una trentenne residente a Gubbio, di cui per ora non si conoscono né l’identità né i dettagli personali, mantenuti sotto riserbo per motivi di tutela e riservatezza.

I sanitari del 118 l’hanno trovata confusa ma cosciente, e hanno deciso di trasportarla in ospedale a Branca per ulteriori accertamenti clinici. In ambulanza, e successivamente in Pronto Soccorso, la giovane ha interagito con i soccorritori e con i militari, fornendo una prima versione dei fatti, che è ora al vaglio degli investigatori.

Ipotesi al vaglio: maltrattamenti, violenza o disagio psichico?

Al momento, le ipotesi sono molteplici e ancora in fase di verifica. La dinamica e il contesto dell’accaduto non permettono ancora di formulare certezze, ma gli inquirenti – coordinati dai Carabinieri della Compagnia di Gubbio – stanno valutando alcune piste principali:

  • Maltrattamenti in ambito familiare o relazionale

  • Tentativo di violenza sessuale

  • Condizioni di disagio psichico o crisi personale

I militari hanno raccolto numerose testimonianze fino alle 3:00 di notte, interrogando presenti, passanti, esercenti notturni e alcuni residenti della zona, per ricostruire i minuti precedenti alla richiesta di aiuto e verificare la presenza di altre persone coinvolte.

L'intervento dei Carabinieri: tempestivo, silenzioso, riservato

L'arrivo sul posto delle due jeep del Radiomobile, intorno all’una e dieci, è stato rapido e discreto. I Carabinieri hanno immediatamente messo in sicurezza l’area e isolato la ragazza, cercando di calmarla e di capire il contesto dell’accaduto.

Parallelamente, hanno attivato il protocollo interno di emergenza, restando in stretto contatto con la Caserma di Gubbio, dove l'indagine si è trasferita nel cuore della notte, con la verbalizzazione delle prime dichiarazioni.

Si è trattato di un intervento delicato, gestito con massima attenzione e riservatezza.

Testimoni chiave: un gruppo di giovani eugubini

Determinante per il pronto intervento è stata la presenza di un gruppo di adolescenti e giovani eugubini che, in quel momento, stavano rientrando a casa o si trovavano in Piazza 40 Martiri.

Sono stati proprio loro a notare la ragazza dietro l’edicola, nell’area che funge da parcheggio, agitata e con la voce rotta dal pianto. Immediatamente, hanno compreso la gravità della situazione e si sono divisi tra chi ha provato a parlarle e chi ha effettuato le telefonate di emergenza.

I testimoni sono stati poi ascoltati dai Carabinieri come persone informate sui fatti.

Un episodio che lascia domande aperte

Al di là delle ipotesi investigative, il caso solleva molte domande. In queste ore, tra chi ha assistito e chi ha appreso la notizia sui social o nelle chat cittadine, cresce la curiosità e anche una certa preoccupazione collettiva.

Cosa stava realmente accadendo alla ragazza prima della sua richiesta d’aiuto?
Da chi o da cosa stava fuggendo?
È un caso isolato o il segnale di un disagio più ampio e sommerso?

La risposta, al momento, è sospesa nel silenzio delle indagini.

Il riserbo degli inquirenti: nessuna fuga di notizie

Le forze dell’ordine hanno confermato l’avvio delle indagini ma hanno ribadito il massimo riserbo sulle cause e le condizioni della ragazza.

Nessun comunicato ufficiale è stato diramato, e anche dall’ospedale di Branca non trapelano informazioni cliniche, in osservanza delle norme sulla privacy e sulla tutela della persona.

Gli accertamenti proseguiranno nelle prossime ore, anche con l’eventuale acquisizione di immagini di videosorveglianza dalle telecamere presenti nella zona di piazza 40 Martiri e nelle vie adiacenti.

Solidarietà e riflessioni in città

L'episodio ha scosso l’opinione pubblica, suscitando sgomento, empatia e riflessione. Sui social, molte persone hanno espresso solidarietà alla ragazza, pur evitando di alimentare voci incontrollate.

Molti i commenti che chiedono maggiore attenzione ai segnali di disagio psicologico e sociale, specie in una fase storica in cui la solitudine e il malessere personale sembrano acuirsi anche in contesti apparentemente tranquilli come quello di Gubbio.

“A volte il dolore è silenzioso finché non esplode. Non lasciamo sole le persone che ci chiedono aiuto, anche solo con lo sguardo” – ha scritto una giovane eugubina su Instagram.

In attesa di risposte, resta il dovere dell’ascolto

Finché le indagini non faranno chiarezza sull’accaduto, resta il dovere di osservare, ascoltare e rispettare. Quella ragazza che ha gridato aiuto nella notte di Gubbio ha avuto il coraggio di farlo pubblicamente, spezzando un silenzio che, in troppe situazioni, diventa tragedia.

Gli inquirenti continuano a lavorare, ma ora tocca anche alla comunità restare attenta, vigile, e pronta a riconoscere i segnali del bisogno, anche quando non sono evidenti.

La notte di Piazza 40 Martiri lascia un messaggio importante: non ignorare mai una richiesta d’aiuto. Anche nel cuore della notte. Anche se non conosci chi te la rivolge.

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Mario Farneti
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