La notte tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre è stata segnata da un episodio che ha sconvolto Gubbio e sollevato interrogativi sulla sicurezza nel cuore della città. Intorno all’una, una donna eugubina di 36 anni è stata aggredita da tre uomini nei pressi di Piazza Quaranta Martiri, uno dei luoghi più frequentati e simbolici del centro urbano.
Secondo quanto trapela da fonti vicine agli inquirenti, i tre aggressori si sarebbero dati alla fuga subito dopo, lasciando la donna a chiedere aiuto a gran voce. È stata soccorsa da alcuni ragazzi che passavano casualmente in zona e che hanno immediatamente allertato il 112 e il 118.
Sul posto sono giunte in pochi minuti due jeep del Radiomobile dei Carabinieri e un’ambulanza del 118. La donna è stata trasferita all’Ospedale di Branca per le cure necessarie, mentre i militari hanno avviato subito le indagini.
I Carabinieri hanno ascoltato i testimoni fino alle tre del mattino, raccogliendo racconti e impressioni utili a ricostruire la dinamica. La vittima avrebbe anche fornito una descrizione fisica dei tre aggressori, elemento che potrebbe rivelarsi decisivo nelle prossime fasi investigative.
La magistratura perugina, informata immediatamente, ha assunto la direzione dell’inchiesta, che è coordinata dal Capitano Pasquale Moriglia.
Al momento, il massimo riserbo avvolge la vicenda. Non è stato chiarito il movente dell’aggressione e le piste restano diverse:
Tentata violenza sessuale, ipotesi che spiegherebbe le urla disperate e la fuga degli aggressori all’arrivo dei soccorsi.
Tentata rapina, con la donna che potrebbe essersi opposta al furto.
Aggressione fisica a scopo intimidatorio, legata a motivi ancora ignoti.
Gli investigatori stanno cercando riscontri attraverso telecamere private e pubbliche della zona, mentre la città si interroga su quanto accaduto.
L’aggressione non è avvenuta in una strada periferica, bensì in Piazza 40 Martiri, a due passi dal cuore del centro storico e in un’area attraversata quotidianamente da centinaia di persone.
Il fatto che i tre uomini abbiano potuto agire e poi dileguarsi mette in luce una criticità nota: l’area del parcheggio a pagamento ai margini della piazza.
Qui, nonostante la frequentazione, le zone d’ombra sono molte. Gli spazi, tra auto in sosta e accessi laterali, possono trasformarsi in un vero e proprio labirinto, che offre vie di fuga e angoli nascosti a chi intende compiere azioni criminali.
Il nodo principale è l’illuminazione. Piazza Quaranta Martiri è attualmente interessata da lavori di riqualificazione, ma alcune aree restano scarsamente illuminate.
Un difetto che, come l’episodio della notte scorsa dimostra, può avere conseguenze drammatiche.
Molti cittadini lo ripetono da tempo: “Quella piazza deve essere illuminata a giorno”. Non solo per rendere più vivibile lo spazio pubblico, ma per prevenire aggressioni, rapine e atti vandalici.
Accanto all’illuminazione, emerge con forza la necessità di un sistema di videosorveglianza capillare.
Non bastano poche telecamere a copertura parziale: serve una rete che controlli tutte le zone più sensibili della piazza e in particolare il parcheggio, che resta il punto debole della sicurezza.
Le telecamere, oltre a scoraggiare potenziali aggressori, sarebbero un supporto fondamentale per le indagini, permettendo di identificare i responsabili in tempi rapidi.
Molti cittadini chiedono anche una maggiore presenza di pattuglie serali nei fine settimana, per rendere più visibile e immediata la risposta delle forze dell’ordine.
La vicenda ha acceso il dibattito in città. Sui social, decine di commenti segnalano il problema della scarsa illuminazione e della mancanza di telecamere.
“Non è possibile che nel cuore della città ci siano zone buie dove si può essere aggrediti senza che nessuno veda nulla” – scrive un residente.
Altri sottolineano come la piazza, pur essendo frequentata, nelle ore notturne possa diventare insicura: “Il parcheggio è un labirinto, se non lo illumini e non lo controlli diventa terra di nessuno”.
Nel frattempo, i Carabinieri, al comando del Capitano Pasquale Moriglia, proseguono il lavoro investigativo. Sono stati acquisiti i filmati delle telecamere comunali e di alcune attività private della zona, nella speranza di rintracciare movimenti sospetti dei tre uomini in fuga.
Il riserbo resta assoluto: nessun dettaglio ufficiale viene confermato per non compromettere le indagini. Ma la sensazione diffusa è che gli inquirenti abbiano già in mano elementi importanti.
La vicenda rischia di diventare anche un caso politico. Il Comune ha investito risorse nella riqualificazione di Piazza 40 Martiri, ma l’episodio ha mostrato come la sicurezza debba essere parte integrante dei progetti di recupero urbano.
Illuminazione, telecamere e presidi di sorveglianza non sono accessori, ma strumenti indispensabili per garantire che i cittadini possano vivere gli spazi pubblici senza paura.
Si attende quindi una presa di posizione chiara da parte dell’amministrazione, con tempi e modalità per completare gli interventi necessari.
La comunità eugubina ha reagito con preoccupazione ma anche con la volontà di non abbassare la guardia.
L’episodio di Piazza 40 Martiri è un campanello d’allarme che richiama tutti – istituzioni, associazioni, cittadini – a un impegno comune per la sicurezza.
La notte di paura in Piazza 40 Martiri ha messo in evidenza due verità: da un lato la prontezza dei cittadini che hanno soccorso la donna e dato l’allarme; dall’altro le criticità strutturali di un’area centrale ma vulnerabile.
Tre aggressori in fuga rappresentano un caso di cronaca che le forze dell’ordine stanno trattando con serietà e riserbo. Ma l’altra faccia del problema riguarda la città stessa: la necessità di illuminare a giorno l’intera piazza, di installare telecamere di sorveglianza e di garantire una maggiore presenza di pattuglie.
Solo così sarà possibile trasformare Piazza 40 Martiri da potenziale labirinto di insicurezza a spazio pubblico realmente fruibile e sicuro.
Gubbio ora attende che dalle parole si passi ai fatti.