01 Sep, 2025 - 14:30

Gubbio, Miss Umbria cambia volto: non più starlette ma laureate e motivate

Gubbio, Miss Umbria cambia volto: non più starlette ma laureate e motivate

Ho assistito quest’anno al concorso di Miss Umbria. Sulla carta, un evento che alcuni (con la vista corta) considerano superato, quasi un retaggio di un’Italia in bianco e nero. Ma quello che ho visto non corrisponde affatto a quell’immagine datata: sul palco si sono presentate ragazze motivate, istruite, sicure di sé, spesso laureate o in procinto di laurearsi. Giovani donne che non si limitavano a sorridere e a sfilare, ma sapevano parlare con determinazione e con un linguaggio appropriato, raccontando progetti concreti e professionali.

Per me, che ho lavorato nel mondo dello spettacolo e in particolare in Rai TV negli anni ’80, la differenza è stata impressionante. Allora i concorsi di bellezza erano un trampolino quasi obbligato per chi sognava di entrare in televisione o al cinema. Molte concorrenti avevano alle spalle un livello d’istruzione modesto: la passerella era una delle poche strade possibili per emergere, spesso più speranza che progetto.

Oggi la situazione è radicalmente diversa. Le ragazze che si presentano a Miss Umbria hanno alle spalle anni di studio, passioni coltivate, obiettivi chiari. Non cercano una scorciatoia, ma un’occasione di crescita e di visibilità. Non un fine, ma una tappa.

Non solo bellezza: il nuovo volto dei concorsi

Ciò che è emerso durante la serata è la trasformazione del concorso stesso. Non è più soltanto una vetrina estetica, ma un’arena in cui contano carattere, preparazione e capacità di comunicare. La bellezza rimane importante, certo, ma è solo una parte di un insieme più complesso.

Le concorrenti parlavano con orgoglio dei loro studi, dei sacrifici già affrontati e delle ambizioni future. Non temevano di mostrare la loro cultura: al contrario, sembrava che proprio quella fosse il vero biglietto da visita, quasi a dire che l’avvenenza da sola non basta più.

Esempi che parlano da soli

Gli esempi concreti valgono più di mille parole. Una delle ragazze ha raccontato di voler diventare medico legale nei Carabinieri: una carriera che richiede anni di studi impegnativi in medicina, specializzazioni e una dedizione assoluta al servizio dello Stato. Un’altra era laureata in storia dell’arte, affiancata da uno stuolo di coetanee già con titoli accademici o vicine al traguardo universitario.

In quel momento, lo confesso, mi sono quasi sentito “piccolo” con la mia laurea in Scienze Politiche, pure rispettabile. Ma era un buon segno: vuol dire che il livello medio di preparazione delle nuove generazioni di donne è talmente cresciuto da rovesciare gli stereotipi. Non più la “Miss” come simbolo di fragilità, ma come rappresentazione di talento, impegno e aspirazione.

Dal passato al presente: un ribaltamento di senso

Questo ribaltamento è evidente.

  • Ieri, il concorso era spesso l’unico trampolino disponibile, una scorciatoia verso una notorietà televisiva o cinematografica che altrimenti era preclusa.

  • Oggi, il concorso è un’esperienza in più in un percorso già articolato, una palestra che arricchisce il curriculum, migliora le capacità di espressione e consente di affrontare una competizione pubblica senza timori.

Miss Umbria non è più una passerella di illusioni, ma una tappa di un cammino personale e professionale già avviato.

La politica locale e il paradosso delle critiche

Eppure questo cambiamento culturale sembra essere sfuggito al dibattito politico. A Gubbio, la giunta del sindaco Vittorio Fiorucci è stata criticata da esponenti della sinistra per aver portato in città un concorso ritenuto “datato” e non in linea con una visione moderna della donna.

Qui però nasce il paradosso: quelle critiche sembrano ferme a un femminismo di quarant’anni fa, convinto che un concorso di bellezza riduca ancora le partecipanti a oggetti decorativi. La realtà sul palco, invece, raccontava l’opposto. Le ragazze non erano vittime da difendere o da proteggere, ma donne autonome e consapevoli, che sceglievano liberamente di partecipare e che lo facevano portando con sé non solo il sorriso, ma anche la laurea, le ambizioni professionali e i progetti di vita.

Di fatto, una parte della sinistra locale finisce così per difendere un modello di donna che non esiste più: la donna fragile, subordinata, schiacciata da stereotipi. Le giovani generazioni hanno superato da tempo quella condizione.

Un curioso incrocio politico

Colpisce un aspetto: la critica più aspra al concorso non è venuta da ambienti progressisti o femministi, come ci si sarebbe potuti aspettare, ma da una parte del centrodestra locale. È un paradosso: un’opposizione che, pur di attaccare la giunta, finisce per adottare le stesse argomentazioni di una sinistra d’altri tempi, parlando di manifestazioni “superate” e di modelli di donna da archiviare.

Eppure la realtà raccontata dalla piazza è ben diversa: una comunità che partecipa (oltre 1.500 presenze), ragazze istruite e motivate, un evento che genera interesse e aggregazione. Segno che il tempo delle categorie ideologiche è passato, mentre la società reale ha già scelto da che parte stare.

Una lezione per la politica

La vicenda di Miss Umbria dimostra come la politica spesso arrivi in ritardo rispetto alla società. Mentre le concorrenti incarnano un modello femminile nuovo — forte, istruito, determinato — il dibattito pubblico resta intrappolato in schemi ideologici vecchi di decenni.

Non si tratta di negare che i concorsi abbiano avuto un passato controverso: nessuno dimentica le passerelle che, per anni, hanno alimentato stereotipi riduttivi. Ma oggi la storia è diversa. Il concorso non è più una gabbia: è uno spazio che le stesse ragazze hanno saputo trasformare dall’interno, rendendolo strumento di espressione e affermazione personale.

La politica, se vuole davvero stare al passo con la società, dovrebbe riconoscere questo cambiamento invece di ostinarsi a combattere fantasmi del passato.

Uno sguardo al futuro

In una generazione soltanto, le cose sono cambiate in maniera inattesa e profonda. Dal 2000 in poi l’emancipazione femminile ha compiuto un balzo che nessuno avrebbe immaginato, e il palco di Miss Umbria lo dimostra con evidenza: giovani donne istruite, determinate, capaci di coniugare bellezza e intelligenza senza chiedere permesso a nessuno.

È un cammino che non conosce ritorno. Ormai non si torna più indietro: la libertà e l’autonomia conquistate dalle nuove generazioni sono radicate troppo a fondo per essere messe in discussione.

Miss Umbria, al di là delle polemiche, porta così un messaggio positivo: la donna di oggi non è un modello da proteggere né un oggetto da esibire, ma una protagonista consapevole della società che verrà.

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Mario Farneti
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